Thelotornis capensis capensis

Famiglia : Colubridae

GIANNI-2.gif
Testo © Dr. Gianni Olivo

 

multi

Quando un Thelotornis capensis capensis è minacciato gonfia il collo appiattendolo verticalmente © Gianni Olivo

Un giorno, stavo aspettando un leopardo in un “blind” di rami e foglie. Il leopardo sarebbe quasi sicuramente venuto a notte, tuttavia io sono solito entrare nel nascondiglio nel primo pomeriggio, perché spesso il felino si avvicina alla carne (che sia un suo kill o carne sistemata per attirarlo) già a giorno e rimane a lungo a controllare la zona, nascosto. Erano le 15 e mancavano ancora tre ore al tramonto, per cui leggiucchiavo un libro, salvo, di tanto in tanto, gettare un’occhiata all’intorno.

Ad un certo punto, sollevai gli occhi e, mentre stavo per porre mano al binocolo, lo sguardo cadde su di un camaleonte (flap-necked) che se ne stava, immobile, su un ramo del mio nascondiglio, preparato il giorno prima.

Rimasi ad osservarlo: volevo vedere quando avrebbe catturato uno degli insetti che svolazzavano nel blind: la fucilata infallibile della lingua vischiosa del camaleonte è sempre uno spettacolo incredibile.

Dopo alcuni minuti, l’animaletto, che era a mezzo metro dal mio naso e guardava nella mia direzione, cambiò improv- visamente colore.

Un attimo prima avevo notato, con divertimento, come i due fianchi del rettile fossero di colore diverso: verde pisello la parte destra, in ombra, e verde scurissimo quella esposta al sole, su cui spiccavano solo alcune macchie candide, poi, all’improvviso, tutto il suo corpo iniziò a virare ad un bruno cosparso di punti neri, mentre, a livello del collo, comparivano delle strie gialle parallele.

Fu un attimo, poi qualcosa scattò, velocissima, dall’alto in basso, e mi ritrovai a rimirare, allocchito, il corpo del rettile che pendeva dalla bocca smisuratamente spalancata, di uno snello serpente che ne aveva afferrato la testa.

Si trattava di un Twig snake (Thelotornis capensis capensis) – Smith, 1849, molto comune nella nostra riserva, il fatto quasi incredibile era che lo avevo a meno di mezzo metro da chissà quanto tempo e non me ne ero accorto minimamente.

Il Telotornite del Capo è la specie che per prima venne catalogata e studiata ed è anche quella responsabile dei casi di morso mortale da twig-snake.

Colubride (Colubridae) snello ed aggraziato, lungo da 70 a 120 cm, è ricoperto di squame debolmente carenate, disposte, a metà corpo, in 17-19 file oblique.

Le squame anali si presentano divise.

Il colore è criptico, con capacità mimetiche eccezionali, che lo rendono realmente simile ad un ramoscello: superiormente è, nella maggior parte di casi, color grigio cenere o, in alcuni casi marroncino, con piccole macchie scure e chiare, disseminate su tutta la livrea, ed altre di color arancione, giallo, azzurro, o rosa.

La presenza di tutti questi colori, lungi da farne un arlecchino del bush, rompono i contrasti e valgono a mimetizzarlo in tipi diversissimi di vegetazione, dal verde rutilante delle foglie nella stagione delle piogge al ruggine e rosso delle foglie del mopani nella stagione secca, al color argento dei silver-leaf e via dicendo.

La parte superiore della testa è azzurro pallido o verde-azzurro, con picchiettature scure e spesso, sui lati della testa, sono evidenti macchie rosa o arancio. Il labbro superiore è bianco, spesso con piccolissimi puntini neri, mentre una banda scura (nero e rossiccio) corre dall’apice del muso, attraverso l’occhio, fino alla nuca.

Un giorno, mia moglie, mentre apriva il gate della nostra riserva, quasi mise la mano su di un telotornite, e fu solo la lingua del rettile, rosso vivo, usata come avvertimento, a metterla in guardia: in effetti, la lingua è giallo canarino oppure rossa, con le punte nere e viene dardeggiata verticalmente quando il rettile, immobile, vuole avvertire della sua presenza.

La testa è a forma di punta di freccia, come quella del Telotornite di foresta (vedi scheda Thelotornis kirtlandii), con grandi occhi a pupilla orizzontale ed a forma di buco di serratura e, come nella sottospecie di foresta, una scanalatura orizzontale che va dall’occhio all’apice del muso, rende possibile la visione binoculare che gli consente di distinguere anche prede immobili, come i camaleonti.

Questa specie, tipica di savana, sia arida che umida ed alberata, è presente, in realtà, non nella zona del Capo, ma in una fascia costiera che comprende la Wild coast in Sudafrica, il Kwa-Zulu-Natal, lo Mpumalanga, tutta la zona del Limpopo, lo Zimbabwe meridionale e la parte orientale del Botswana.

Una sottospecie settentrionale, il Serpente ramoscello di Oates (Thelotornis capensis oatesii) è invece presente in una fascia orizzontale che si estende, da Ovest ad Est, dall’Angola meridionale e dal Nord della Namibia, attraverso il dito di Caprivi, al Nord del Botswana ed alla parte centrale e settentrionale dello Zimbabwe, fino al Mozambico centrale, ed una sottospecie Orientale (Thelotornis mossambicanus) è presente nel centro e Nord del Mozambico, lungo il lago Nyassa e probabilmente anche in Malawi.

Tornando alla sottospecie capensis capensis, si tratta di un serpente prevalentemente arboricolo, che ama i cespugli ed i rami delle piante, a non eccessiva altezza, ma può scendere a terra, dove si muove con grazia ed agilità, soprattutto per spostarsi da un cespuglio ad un altro, inoltre nuota molto bene (in un’occasione ne vidi uno attraversare una larga pozza).
Insidia soprattutto lucertole arboricole (camaleonti, agame, gechi eccetera) ma caccia anche uccelli e nidiacei, piccoli serpenti, batraci, raganelle arboree e piccoli mammiferi.

È diurno e rimane immobile per ore in attesa di localizzare una preda, cui può avvicinarsi con brevi scatti, ondeggiando come un ramo mosso dal vento, fino a portarsi a tiro.

Se minacciato, gonfia la parte anteriore del corpo ed il collo, appiattendolo verticalmente, e se decide di mordere mantiene la presa e mastica a lungo, per permettere al veleno di colare nella ferita.

Il veleno, secreto in quantità modeste, è tuttavia potentissimo e ad azione emorragizzante.

I sintomi possono comparire anche 24 ore dopo il morso o persino più tardivamente, ma gli effetti sono potenzialmente letali, per imponenti emorragie sia cutanee e mucose che interne.

Non esiste un siero specifico e ne’ quello monovalente per i morsi di boomslang, ne’ il polivalente sono efficaci. In caso di avvelenamento, la vittima andrà trattata con trasfusioni di sangue e terapia di supporto sino ad esaurimento degli effetti del veleno.

Nomi comuni :
Inglese: Cape twig snake. Cape vine snake; Francese: Brindille, Serpent d’oiseaux; Afrikaans: Takkieslang; Spagnolo Ramita de serpiente; Portoghese: Galho de cobra; Tedesco: Twig schlange; isiZulu: Ukhokhothi; Ndebele: Ukotikoti; Swahili: Jani nyoka.

 

→ Per nozioni generali sui Serpentes vedere qui.

→ Per apprezzare la biodiversità dei SERPENTI cliccare qui.