Famiglia : Carangidae

Testo © Giuseppe Mazza

Trachinotus falcatus è presente nelle acque tropicali dell’Oceano Atlantico occidentale dal Massachusetts ai Caraibi e al Brasile © François Libert
Trachinotus falcatus (Linnaeus, 1758) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes o dei Carangiformes secondo i tassonomi, ed alla famiglia dei Carangidae, ricca di circa 30 generi e 150 specie. Si tratta di pesci marini dal corpo generalmente compresso sui lati, predatori dal nuoto veloce, comuni nelle acque tropicali ma presenti anche nel Mediterraneo con specie di taglia e pregio modesto, come Il Suro o Sugarello (Trachurus trachurus) e la Leccia stella (Trachinotus ovatus), o imponenti come la Ricciola (Seriola dumerili) che può raggiungere i 190 cm e 80 kg, preda ambita dei pescatori sportivi e dei buongustai.
Il genere Trachinotus, creato da Lacepède nel 1801, nasce dal greco “tracys”, ruvido, e “noton”, dorso, con riferimento alle 6-7 brevi spine che precedono i 18-21 raggi molli della prima pinna dorsale, più evidenti nei giovani, perché sono poi nascosti dalla pelle rendendosi visibili solo quando vengono drizzati.

Si muove per lo più lungo le coste in acque basse sui fondali sabbiosi o fangosi alla ricerca di vongole, granchi, gamberetti e piccoli pesci ma si riproduce al largo © www.carlosestape.photoshelter.com
Il termine specifico falcatus, a forma di falce in latino, evoca invece la forma delle pinne dorsali e anali con lobi anteriori molto lunghi.
Zoogeografia
Trachinotus falcatus è presente nelle acque tropicali dell’Oceano Atlantico occidentale dal Massachusetts ai Caraibi e al Brasile.
Ecologia-Habitat
È un pesce che si muove per lo più in gruppetti lungo le coste, senza scendere in genere oltre i 36 m di profondità, e si riproduce al largo.

Può raggiungere i 149 cm e 36 kg, ma la taglia corrente è di 94 cm. Da notare la tonalità giallastra sul bassoventre e la macchi nera talora presente sui lati © www.carlosestape.photoshelter.com
Lo si trova sui fondali sabbiosi o fangosi alla ricerca di vongole, granchi, gamberetti e piccoli pesci, talora in acque tanto basse che i falcetti delle dorsali sporgono dai flutti.
I giovani formano grandi banchi alla foce dei fiumi in acque salmastre e nelle zone di risacca dove si nutrono di zooplancton e invertebrati bentonici.
Morfofisiologia
Trachinotus falcatus può raggiungere i 149 cm e 36 kg, ma la taglia corrente è di 94 cm.

Il colore degli adulti è argenteo, grigio-bluastro fino al blu iridescente verso il dorso, talora con una macchia ovale scura centrata sui fianchi © Karine Marangon
Il profilo del corpo, alto e piatto, tondeggiante nei giovani, si allunga poi con la crescita.
Il capo è smussato, con piccoli denti conici e ricurvi assenti nei giovani. Per contro, si notano sulla lingua dei solidi denti granulari per frantumare, contro le placche ossee faringee, le conchiglie di molluschi, il carapace dei crostacei e i ricci di mare.
La pinna anale ha 2-3 raggi spinosi e 16-18 molli; le pettorali, più corte del capo, recano 17-20 raggi e la caudale è profondamente biforcuta per un nuoto veloce.
Il colore degli adulti è argenteo, grigio-bluastro fino al blu iridescente verso il dorso, talora con una macchia ovale scura centrata sui fianchi. Le pinne pettorali, anale e caudale sono nerastre.

Nei giovani, con livrea scura all’inizio, si notano i 6-7 raggi dorsali che hanno dato il nome al genere. Poi la livrea schiarisce e i piccoli raggi vengono drizzati solo per difesa © Todd Gardner – © www.carlosestape.photoshelter.com – © George H. Burgess
La livrea dei giovani è mutevole con tonalità scure all’inizio tendenti poi all’argenteo e si notano bene le spine della dorsale che hanno dato origine al genere.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Trachinotus falcatus è attivo di giorno.
I maschi raggiungono la maturità sessuale a 2,3 anni circa, quando misurano 486 mm, le femmine più tardi, verso i 3,1 anni e 547 mm, e la riproduzione può avvenire tutto l’anno, con un picco nei mesi estivi.

Uova e lare sono affidate alle correnti e i giovani crescono in folti gruppi, nutrendosi di plancton in acque bassissime nelle zone di risacca © pittatours
Fra i suoi principali predatori che fanno stragi nei banchi di giovani in acque basse si trovano i barracuda (Sphyraena barracuda) e vari squali che non temono le secche, come Carcharias taurus, Negaprion brevirostris e Sphyrna lewini, senza dimenticare gli uccelli rapaci come il Falco pescatore (Pandion haliaetus) che li afferrano con facilità attirati dagli archetti dorsali.
Trachinotus falcatus è molto pescato nei Caraibi, con sciabiche o reti a strascico, e si parla per la Florida di 68 tonnellate di sbarchi nel 2000 che son poi scese fortunatamente nel 2002 a 10,4.
Oggi esistono leggi per limitare anche i prelievi dei pescatori sportivi che dopo la foto ricordo liberano in genere la preda come premio per la combattività.
Purtroppo però all’amo è attaccato spesso solo mezzo pesce sanguinante o il capo, perché gli squali di ronda hanno divorato il resto.

Qui li attendono i Barracuda e gli squali incuranti delle secche. E il Falco pescatore, notando gl archettdorsali affioranti, li attacca dal cielo © jenniferf4 a sinistra © taarnersuaq
La carne di Trachinotus falcatus è ottima ma in certe località, quando si tratta di pesci di grossa taglia, che hanno accumulato per anni nei tessuti la tossina presente in prede contaminate dal dinoflagellato Gambierdiscus toxicus, può essere a rischio ciguatera, una grave intossicazione alimentare.
La resilienza della specie è mediocre con un raddoppio possibile delle popolazioni in 1,4-4,4 anni e la vulnerabilità alla pesca, moderata, segna 42 su una scala di 100.
Dal 2025 Trachinotus falcatus appare quindi nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo come “Least Concern”, cioè come “Minima Preoccupazione”.
Sinonimi
Labrus falcatus Linnaeus, 1758.
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