Triphasia trifolia

Famiglia : Rutaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Ampiamente coltivata da tempi remoti e naturalizzata in diversi paesi tropicali e subtropicali, non se ne conosce l’esatto luogo di origine, si suppone il sud-est asiatico.

Il nome del genere deriva dall’aggettivo greco “τριφάσιος” (triphásios) = triplice, con riferimento alle parti floreali; il nome specifico è la combinazione dell’aggettivo numerale latino “tres” = tre e del sostantivo “folium, ii” = foglia, con riferimento alle foglie composte da tre foglioline.

Nomi comuni: limeberry, myrtle lime, orange berry, trifoliate lime berry (inglese); orangine, petite citronelle (francese); kalamansito, sua-sua (Filippine); chini naranghi (India); jeruk kingkip (Indonesia); limau kiah (Malaysia); baya lima, lemoncito, limoncito, limón de china, (spagnolo); manao-thet (Tailandia); kim quít (Vietnam).

Triphasia trifolia, Rutaceae

Nativa, si suppone, del sud-est asiatico, la Triphasia trifolia è un arbusto sempreverde, molto ramificato, alto fino a circa 3 m, con spine di 3-16 mm all’ascella delle foglie © Giuseppe Mazza

La Triphasia trifolia (Burm.f.) P.Wilson (1909) è un arbusto sempreverde eretto, molto ramificato, alto fino a circa 3 m, con rami provvisti all’ascella delle foglie di coppie di spine sottili, dritte, lunghe 3-16 mm.

Foglie alterne, su un corto picciolo non alato, composte da tre foglioline ovato-ellittiche con apice emarginato, base cuneata e margine irregolarmente crenulato, di colore verde scuro lucido, coriacee, aromatiche, le due laterali più piccole, di 1-2,5 cm di lunghezza e 0,6-1,8 cm di larghezza, la terminale di 2-4,7 cm di lunghezza e 1,3-2,5 cm di larghezza. Fiori, su un peduncolo lungo 3-5 mm, solitari o in gruppi di 2-3, ermafroditi, calice di colore verde, lungo circa 2 mm, con 3 lobi triangolari, corolla con 3 petali liberi oblunghi con apice arrotondato retroflesso, bianchi, di 1-1,3 cm di lunghezza e 0,4-0,5 cm di larghezza, 6 stami, ovario triloculare, con un ovulo per loculo, e stilo con stigma trilobato; i fiori emanano un profumo simile a quello dei fiori di arancio.

Il frutto è una bacca (esperidio) ovoide, apiculata, lunga 1,2-1,5 cm, di colore inizialmente verde, poi da rosso arancio a rosso scuro a maturità, dalla buccia (epicarpo) sottile punteggiata di minuscole ghiandole oleifere.

Triphasia trifolia, Rutaceae

Il vistoso frutto edule, di 1,2-1,5 cm, contiene 1-3 semi oblunghi, appiattiti, di 1-3 mm di lunghezza, immersi in una polpa piuttosto mucillaginosa, dal sapore gradevolmente dolce a maturazione, che ricorda quello della limetta © Giuseppe Mazza

Il frutto, edule, contiene 1-3 semi oblunghi, appiattiti, di 1-3 mm di lunghezza, immersi in una polpa piuttosto mucillaginosa, dal sapore gradevolmente dolce, quando perfettamente maturo, che ricorda quello della limetta, Citrus aurantiifolia (Christm.) Swingle, 1913. I semi sono facilmente dispersi dagli animali, in particolare uccelli, che si cibano dei suoi frutti.

Si riproduce per seme, messo a dimora nel più breve tempo possibile, non avendo una lunga durata di germinabilità, in terriccio sabbioso perfettamente drenante e aerato, mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione di 3-4 settimane; si propaga anche per talea e margotta. Specie dalla notevole adattabilità a diversi tipi di suolo, da acidi ad alcalini, da semiaridi a umidi, purché perfettamente drenanti, non sopportando ristagni idrici, e di esposizione, potendo vivere indifferentemente sia in aree rocciose in pieno sole che nel sottobosco delle foreste umide.

Per il lucido fogliame compatto, la profumata fioritura, pressoché continua, e i rossi frutti eduli, è stata introdotta in diversi paesi tropicali e subtropicali, dove viene utilizzata prevalentemente per bordure, sia formali che informali, e siepi, anche difensive per la presenza delle spine. Se ne può tentare la coltivazione nelle regioni temperato-calde più miti, dove può sopportare temperature di poco inferiori a 0 °C per breve periodo, ma con inverni non eccessivamente umidi. In alcune zone è sfuggita alla coltivazione, naturalizzandosi e diventando in alcuni casi altamente infestante, grazie alla sua versatilità, formando macchie impenetrabili che soffocano la vegetazione preesistente.

Per la crescita piuttosto lenta si adatta bene alla coltivazione in vaso ed è anche un soggetto molto apprezzato per bonsai.

Il frutto può essere consumato crudo, candito, sottaceto o utilizzato per preparare bevande, gelatine, e marmellate. Foglie e frutti sono utilizzati nella medicina tradizionale di diversi paesi del sud-est asiatico; studi di laboratorio hanno evidenziato negli oli essenziali estratti dalle parti aeree della pianta un elevato potere antiossidante.

Sinonimi: Limonia trifolia Burm.f. (1768); Limonia trifoliata L. (1771); Triphasia aurantiola Lour. (1790); Limonia diacantha DC. (1824); Triphasia trifoliata (L.) DC. (1824); Limonia retusa D.Don (1825); Triphasia diacantha M.Roem. (1846); Triphasia javanica M.Roem (1846).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle RUTACEAE cliccare qui.