Tulbaghia violacea

Famiglia : Amaryllidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria del Sudafrica (Provincia del Capo Occidentale, Provincia del Capo Orientale, Provincia del Capo Settentrionale e KwaZulu-Natal) dove cresce nelle praterie su suoli rocciosi.

Il genere fu dedicato da Linneo al governatore olandese della Colonia del Capo, Ryjk Tulbagh (1699-1771), che gli aveva inviato numerosi campioni della flora locale; il nome specifico è l’aggettivo latino “violaceus, a, um” = violaceo, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: pink agapanthus, society garlic, sweet garlic, wild garlic (inglese); wildeknoflok, noffel (afrikaans); utswelane (isiXhosa); isihaqa (zulu).

multi

La Tulbaghia violacea è una rizomatosa sudafricana. Specie ornamentale con incredibili virtù medicinali © Giuseppe Mazza

La Tulbaghia violacea Harv. (1837) è una rizomatosa perenne, semisempreverde nei climi più caldi, che forma densi cespi con numerose foglie inguainanti alla base, lineari con apice ottuso, leggermente carnose, lunghe 20-50 cm e larghe 0,4-0,7 cm, di colore verde o grigio-verde, che stropicciate emettono un penetrante odore agliaceo. Scapo floreale eretto dal centro della rosetta, lungo 30-65 cm, che termina con una infiorescenza ad ombrella, racchiusa inizialmente in una spata composta da due valve membranacee ovato-lanceolate, portante 8-20 fiori di colore lilla, gradevolmente profumati, che si aprono in successione.

Fiori, su un pedicello lungo 1-2 cm, con periantio in due verticilli uniti a formare un tubo, lungo 1-1,2 cm, che termina con 3 lobi esterni e 3 interni, ellittici con apice ottuso, lunghi 6-8 mm e larghi 2-3 mm, 6 stami, di cui 3 all’apice del tubo e 3 all’interno, ovario triloculare e stilo lungo 1-2 mm. Il frutto è una capsula trigona contenente numerosi semi oblunghi, appiattiti, di colore nero; si autodissemina facilmente.

Si riproduce per seme in terriccio drenante mantenuto umido, ma senza ristagni, alla temperatura di 22-24 °C, con tempi di germinazione di 2-4 settimane e prima fioritura dopo 2-3 anni, e facilmente per divisione in inverno-primavera.

Specie dalla lunga fioritura in estate-autunno che esige poche cure, utilizzabile per aiuole, bordure, anche miste, e giardini rocciosi in un’ampia varietà di climi, sopportando sia valori elevati di temperatura che bassi, fino a -12 °C a livello di rizoma, e di suoli, purché perfettamente drenanti, con preferenza per quelli sabbiosi.

Richiede pieno sole, per crescere e fiorire al meglio, e frequenti innaffiature durante il periodo di crescita, distanziate durante la fioritura e in inverno in modo da mantenere il substrato solo appena umido, piante accestite possono sopportare lunghi periodi di siccità. Coltivabile anche in vaso con le modalità sopra riportate e concimazioni con prodotti a lento rilascio, specifici per piante fiorite in vaso. Le foglie e i fiori possono essere usati per aromatizzare insalate, minestre ed altre pietanze, con un sapore simile, ma meno forte di quello dell’aglio (Allium sativum L.).

Studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza in varie parti della pianta di composti bioattivi con proprietà antiossidanti, anticancro, antimicrobiche, antitrombotiche e antipertensive, di sicuro interesse per la farmacopea ufficiale.

Sinonimi: Tulbaghia cepacea var. robustior Kunth (1833); Tulbaghia violacea var. minor Baker (1870); Tulbaghia violacea var. obtusa Baker (1870); Omentaria violacea (Harv.) Kuntze (1891); Tulbaghia cepacea var. maritima Vosa (1977); Tulbaghia violacea var. robustior (Kunth) R.B.Burb. (1978).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle AMARYLLIDACEAE cliccare qui.