Uncarina roeoesliana

Famiglia : Pedaliaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria del Madagascar meridionale (provincia di Toliara) dove cresce su suoli pietrosi calcarei dal livello del mare fino a circa 500 m di altitudine.

Il nome generico è secondo alcuni il diminutivo di Uncaria, genere con cui vi sarebbero alcune affinità; la specie è dedicata a Walter Röösli (1948), ottico svizzero appassionato di botanica che nel corso di numerose spedizioni nelle zone più aride del Madagascar ha scoperto e raccolto campioni di numerose nuove specie.

L’Uncarina roeoesliana Rauh (1996) è un arbusto deciduo eretto poco ramificato, alto 1-2 m, con un ingrossamento basale (caudice) sotterraneo, ma che in coltivazione viene di solito parzialmente esposto, e fusto e rami dalla corteccia grigiastra che col tempo tendono ad ingrossare.

Foglie molto variabili, su un picciolo lungo 5-14 cm, alterne e raggruppate all’apice dei rami, possono essere intere, subcordate con margine irregolarmente ondulato, oppure palmato lobate, di colore verde scuro superiormente, più chiaro inferiormente, pubescenti e leggermente appiccicose, di 5-12 cm di lunghezza e 5-10 cm di larghezza.

Infiorescenze ascellari con fiori imbutiformi, disposti orizzontalmente, di colore da giallo pallido a giallo intenso con gola verde, pubescenti esternamente, di 3,5-4,5 cm di lunghezza e 5-6,5 cm di diametro. Calice con 5 lobi lineari-lanceolati con apice acuminato, corolla con 5 lobi ovali, ovario supero, 4 stami didinami con antere bilobate e stilo con stigma bilobato.

Uncarina roeoesliana, Pedaliaceae

L’Uncarina roeoesliana è un arbusto deciduo del Madagascar eretto e poco ramificato, alto 1-2 m, con un ingrossamento basale sotterraneo, di solito parzialmente visibile in coltura. I fiori, effimeri, ma prodotti in continuazione dalla primavera all’autunno, sono ermafroditi, ma non autoimpollinanti e in coltura occorre procedere manualmente © Giuseppe Mazza

I fiori, effimeri, ma prodotti in continuazione dalla primavera all’autunno, sono ermafroditi, ma non autoimpollinanti, in natura l’impollinazione incrociata è effettata da coleotteri, in coltivazione occorre procedere manualmente “spremendo” le antere per fare uscire il polline vischioso e depositarlo con uno stuzzicadenti tra i due lobi dello stigma.

I frutti sono capsule ovoidi, lunghe 4-5 cm, di colore verde, pubescenti, ricoperte da lunghe e sottili protuberanze simili a spine con apice provvisto di minuscoli uncini che ne facilitano la dispersione attaccandosi tenacemente alla pelle degli animali, e non solo, è consigliabile infatti manipolarli con guanti o pinze per evitare dolorosi fastidi.

Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per due giorni, posto in terriccio particolarmente drenante e aerato mantenuto umido alla temperatura di 24-28 °C, e per talea, ma con bassa percentuale di germinazione e radicamento. I semi germinano a partire da 1-2 settimane, ma alcuni possono impiegare molto più tempo, e la prima fioritura può avvenire già dopo 1-2 anni dalla semina.

Specie di facile coltivazione e veloce crescita, molto apprezzata dagli appassionati di caudiciformi, richiede pieno sole o al più una leggera ombreggiatura, terriccio ricco particolarmente drenante e aerato e innaffiature abbondanti durante il periodo vegetativo, ma facendo asciugare il substrato prima di ridare acqua. In inverno limitarsi ad 1-2 leggere innaffiature al mese effettuate al mattino in giornate calde e assolate. Richiede temperature elevate in estate, preferibilmente superiori a 14 °C in inverno, anche se può sopportare, perfettamente asciutta, valori inferiori, anche prossimi a 0 °C, ma solo se eccezionali e per brevissimo periodo.

 

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