Vaccinium myrtillus

Famiglia : Ericaceae

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Testo © Eugenio Zanotti

 

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Il Vaccinium myrtillus è un frutice deciduo perenne di 10-40 cm con rizoma strisciante © Mazza

Il genere Vaccinium comprende, secondo gli autori, fra 220 e 450 specie specie distribuite per lo più nelle zone a clima temperato e freddo dell’Emisfero boreale.
Il Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L. 1753) ha distribuzione Circumboreale (Europa, Asia, aree del Pacifico N-W e Montagne Rocciose degli Stati Uniti).

Il nome generico deriverebbe da una “Vaccinia nigra” citata da Teocrito e richiamata da Virgilio, o forse per corruzione del termine “baccinium”, per le numerose pseudobacche prodotte; il nome specifico è un chiaro riferimento ad una certa somiglianza della pianta ai rametti fruttiferi del mirto (latino “myrtus”, da cui “myrtillus” = piccolo mirto).

Frutice deciduo, perenne, alto 10-40 (<60) cm, con rizoma (fusto sotterraneo) allungato, strisciante, con corteccia rossastra, e rametti eretti o ascendenti acutamente tetragoni, verdi e glabri portanti foglie alterne, di 10-30 x 6-18 mm, da sottili a membranose a rigide secondo l’età, ovali o ellittiche, acute, seghettate sul bordo, di sotto di un verde più chiaro e percorse da nervature reticolate, con picciolo di 1 mm.

La fioritura avviene da giugno a luglio; i fiori si sviluppano all’ascella delle foglie, solitamente isolati o raramente a due, penduli, con piccioli di (4) 5-7 mm, solitamente arrossati; corolla urceolato-globosa di 4 x 5 (6) mm, con fauce ristretta a 5 piccoli lobi revoluti, verdastra e sfumata di roseo-vinoso. I fiori sono ricchi di nettare molto visitati dalle api.

Il frutto (mirtillo) è una falsa bacca subsferica (4-6 mm), carnosa, contenente piccoli semi brunastri a forma di mezzaluna, appena schiacciata all’apice che conserva la caratteristica cicatrice anulare; da blu-violacea a nerastra, pruinosa, commestibile.

Il mirtillo è un elemento caratteristico, ed in genere gregario, dei boschi radi di conifere (soprattutto di abete rosso) su terreno siliceo, delle brughiere, degli arbusteti, dei pascoli, dei luoghi umidi, sempre su suolo humificato e acido (1200-2000, raramente 300-2800 m). Tutte le specie europee del genere Vaccinium sono più o meno calcifughe, ovvero sono specie che crescono su terreno acidificato. Il mirtillo è considerato dai forestali e dai boscaioli una specie dannosa poiché la sua intricata e fitta copertura, che occupa grandi spazi sul suolo boschivo ostacola la dissemina naturale e lo sviluppo delle piantine degli alberi e degli arbusti.

Negli stessi ambienti di crescita vive anche una specie simile al mirtillo, si tratta di Vaccinium uliginosum o mirtillo falso, distinguibile facilmente per avere foglie spatolate, arrotondate all’apice e con bordi interi, fusti a sezione circolare, fiori raccolti a 4-5 e frutti più grandi, ovoidi con polpa biancastra, farinosa e insipida. Per alcuni Autori le bacche sono commestibili /(ma di scarso valore), per altri causano, se consumati in quantità, vomito, vampe di calore, vertigini, difficoltà di deglutizione, e altro.

Per scopi fitoterapici si raccolgono le foglie sia in primavera ma soprattutto durante il periodo della fioritura (VI-VII) e si fanno essiccare, preferibilmente all’ombra in locali ventilati. I frutti si raccolgono alla maturazione (VIII-IX) e si essiccano in forno a temperatura moderata, si conservano in vasi di vetro scuro a chiusura ermetica.

I fiori penduli arrossati, ricchi di nettare, sbocciano in giugno-luglio e sono molto visitati dalle api © Giuseppe Mazza

I fiori penduli arrossati, ricchi di nettare, sbocciano in giugno-luglio e sono molto visitati dalle api © Giuseppe Mazza

Essi contengono numerose sostanze tra cui tannini catechinici, e fra questi  delle proantocianidine dimere, antocianosidi, flavonoidi, iridoidi, pectina, mirtillina (anche nota come insulina vegetale), acidi organici (lattico, oleanolico, ossalico, succinico, malico, chinico, tartarico, nicotinico, citrico, chinolinico), e acidi fenolici (clorogenico, caffeico, p-cumarico, ferulico), fruttosio, saccarosio, provitamina A, complesso vitaminico B, vitamina C, ferro e manganese. Sono utilizzati come astringenti contro le diarree ribelli e le enteriti acute, regolatrici della funzione intestinale e nei casi si colon irritabile, collutorio nelle affezioni della bocca, antiaggreganti piastriniche, nelle flebiti e vene varicose e nella fragilità dei capillari proteggono la microcircolazione dai danni da diabete (retinopatie diabetiche), e nei casi di emeralopia per migliorare la visione notturna (ciò fu suggerito dal fatto che durante la seconda guerra mondiale i piloti della RAF, che consumavano grandi quantità di marmellata di mirtillo, avevano una migliore visione notturna) e per uso esterno per favorire la cicatrizzazione dovute alle ustioni.

I principi attivi delle foglie sono gli alcaloidi chinolizidinici, tannini, i glucosidi antocianosidi (vaccinina, ericolina e delfinidina, cianidina, ecc.), l’enzima arbutasi, acido ursolico, cromo e manganese. Hanno proprietà diuretiche, ipoglicemizzanti (decotto) utili nei casi di ritenzione di urina, atonia, vescicole, cistiti ed uretriti. Ricordo che l’abuso o l’uso prolungato nel tempo delle foglie porta ad intossicazione da idrochinone e portare all’ittero e anemia per cambiamento dello stato di ossidazione dell’emoglobina del sangue che abbassa la sua capacità di legare in modo reversibile l’ossigeno. Le foglie sono consigliate per diminuire il tasso glicemico nei casi di diabete, i frutti (decotto o tintura) danno buoni risultati come collutorio nelle affezioni della bocca. Gli antocianosidi del mirtillo sono presenti in numerose specialità medicinali con indicazioni specifiche relative alla fragilità e all’alterata permeabilità dei capillari sanguigni, turbe vascolari della retina dell’occhio, miopia elevata, scarsa visione notturna o crepuscolare. Preparati a base di mirtillo sono impiegati nelle ulcere gastriche e nelle ulcerazioni varicose.

Sin dal tempo della preistoria il mirtillo era raccolto e consumato dalle popolazioni neolitiche come testimoniano i numerosi ritrovamenti dei suoi semi fossili negli scavi in zone palafitticole. I frutti sono molto ricercati per la preparazione di salutari confetture, marmellate, sciroppi, salse per bolliti, ecc. Sono inoltre consumati freschi, con zucchero, miele e vino.

I frutti, oltre che gustosi, hanno notevoli virtù medicinali e forniscono il colorante E163 © Giuseppe Mazza

I frutti, oltre che gustosi, hanno notevoli virtù medicinali e forniscono il colorante E163 © Giuseppe Mazza

In Francia, nella regione dei Vosgi, dalle pseudobacche di mirtillo fermentate si produce un tipico liquore, analogo al Kirschwasser (liquore di ciliegie) chiamato Heidelbeerwasser. Nei negozi ortofrutticoli e nei supermercati si trovano spesso confezioni di frutti freschi e congelati con scritto “mirtilli” ma in realtà non sono i mirtilli europei ma bensì un’altra specie di origine Nordamericana, ovvero Vaccinium corimbosum dai frutti molto più grandi e succosi ma molto meno saporite di quelle dei “nostri” mirtilli selvatici. In passato sia le foglie che i frutti furono adoperati per tingere di verde o di blù i tessuti; gli antociani blù del mirtillo sono tuttora usati come colorante naturale per alimenti e contrassegnati con la sigla E 163. Il succo rosso-viola dei frutti può essere utilizzato come una cartina al tornasole per stabilire il pH poiché diviene rosso vivo in ambiente acido e verde in ambiente alcalino (basico). I frutti del mirtillo sono ricercati come cibo da numerose specie di uccelli come la bigiarella, il gracchio alpino, la coturnice, il beccofrusone, la cesena, il merlo, il tordo bottaccio, il fagiano di monte, il gallo cedrone.

Preparazioni:

Pasta dolce antiemorragica, protettiva e rinforzante dei capillari, utile per migliorare la vista per la sua azione positiva sulla porpora retinica dell’occhio

La punta di un coltello di frutti essiccati e polverizzati, mescolati con un cucchiaino di miele. Si consuma cinque o sei volte al giorno.

Vino medicamentoso, antisettico intestinale e tonico

Due cucchiai di frutti freschi schiacciati in macerazione con un cucchiaino di coccole di ginepro, in un litro di vino rosso dolce o liquoroso (es. porto, malvasia): lasciare a riposo settimana. Si filtra e se ne beve un bicchierino a fine pasto.

Sinonimi: Vaccinium myrtillus Cham. & Schltdl. (1826); Vaccinium myrtillus var. microphyllum Hook (1834); Vaccinium myrtillus var. leucocarpum Haussm. (1852); Vaccinium oreophilum Rydb. (1906). Vaccinium myrtillus L. var. anomalum Rouy (1908); Vaccinium myrtillus L. subsp. oreophilum A. Löve, D. Löve & B.M. Kapoor (1971); Vaccinium myrtillus L. var. oreophilum (Rydb) Dorn (1988); Vaccinium myrtillus L. subsp. compactum Timoschok (2000).

 

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