Famiglia : Thylacinidae

Testo © Prof. Angelo Messina
Comunemente noto con diversi nomi, tra cui Lupo della Tasmania, Tigre della Tasmania o Lupo marsupiale, il Tilacino (Thylacinus cynocephalus Harris, 1808) è un mammifero marsupiale dell’ordine dei Dasyuromorphia, una delle poche specie appartenenti al genere Thylacinus, dal greco dal greco “thýlakos” (θύλακος), che significa “borsa” o “sacco”, in riferimento alla tasca marsupiale caratteristica di questo animale. Il suffisso latino -ine (dentro) sta a significare “colui che porta una tasca”.
L’epiteto specifico cynocephalus deriva dalle parole greche “kyōn” (κύων), cane, e kephalḗ (κεφαλή) testa, per la somiglianza della testa a quella di un cane.
Thylacinus cynocephalus è l’unico rappresentante attuale della famiglia dei Thylacinidae.Tutte le altre specie del genere, un tempo diffuse nel continente australiano, si sono estinte prima della comparsa dell’uomo e sono note unicamente attraverso l’esame di resti fossili.
Soltanto il Tilacino è sopravvissuto con certezza fino al secolo scorso, sebbene sia ritenuto estinto già dal 1936. Tuttavia non si può escludere l’esistenza di gruppi relitti di Tilacini relegati in inospitali ambiti montuosi. Ritenuto il più grosso predatore tra tutti i marsupiali, raggiunge le dimensioni totali di oltre 1 m di lunghezza, per un peso di 20-30 kg.
Nell’aspetto ricorda alquanto un cane o una volpe per la forma del capo e per la parte posteriore del corpo, lievemente ingobbita, e la colorazione striata del mantello potrebbe evocare anche una Iena (Hyaena hyaena Linnaeus, 1758). Comunque, la somiglianza con Cani, Volpi, piuttosto che a Iene, non è conseguenza di una effettiva parentela filogenetica tra il Tilacino e questi animali, quanto a un chiaro fenomeno di convergenza evolutiva.
Nel Tilacino, il dimorfismo sessuale si manifesta con i maschi che sono nettamente di maggiori dimensioni e più robusti delle femmine.
Il capo è allungato con la bocca armata di denti aguzzi da predatore che può essere ampiamente spalancata anche fino a 180°, con la mascella e la mandibola disposte praticamente in linea retta. Le orecchie sono brevi e rotondeggianti. Le zampe anteriori sono pentadattili, quelle posteriori mancano del primo dito. Ciascun dito è munito di robusti artigli non retrattili.

Thylacinus cynocephalus © wikipedia-ed.-mazza-monaconatureencyclopedia
La coda è liscia, lunga e forte, con la parte basale molto ingrossata che ricorda alquanto quella dei canguri. Nei giovani la punta della coda porta un pennacchio di peli più lunghi, che scompare negli adulti. Utilizzata per bilanciare l’animale durante la corsa e il salto, la coda viene impiegata dal Tilacino per mantenersi sulle zampe posteriori anche se per brevi periodi.
Pare che, assieme allo Opossum acquatico o Yapok (Chironectes minimus Zimmermann, 1870), il Tilacino sia l’unico marsupiale australiano in cui entrambi i sessi erano dotati di un marsupio. Questo, formato da una parete membranosa che si apre posteriormente, è provvisto di quattro capezzoli e nel maschio funziona da borsa scrotale.
Il mantello ha pelo fitto e soffice, lungo circa 15 mm e si presenta di colore variabile dal crema al bruno scuro, più chiara sulle parti ventrali. Nella parte posteriore del dorso il mantello è ornato da tipiche striature nerastre, da cui anche il nome comune di Tigre della Tasmania. Ben evidente nei giovani, con l’età questa striatura diventa meno marcata con l’età.
Sulla biologia del Tilacino si hanno scarse informazioni, la maggior parte delle quali ricavate da esemplari in cattività o da sporadiche testimonianze di agricoltori del secolo scorso.
Pare che questo animale fosse in grado di riprodursi in qualsiasi periodo dell’anno, con maggiore frequenza tra l’inverno e la primavera, e che le femmine davano alla nascita da due a quattro cuccioli, poco sviluppati, ciechi e nudi, tenuti per oltre tre mesi nel marsupio. I piccoli venivano accuditi dalla madre sino al raggiungimento della maturità.
Animale verosimilmente di abitudini crepuscolari e notturne, il Tilacino è, o è stato, un predatore principalmente di piccoli vertebrati, quali canguri, rettili e uccelli.

Thylacinus cynocephalus © Natural film and sound archive of Australia-ed.-mazza-monaconatureencyclopedia
Ritenuto, forse a torto, particolarmente dannoso per gli allevatori di pollame e di greggi, non si hanno notizie relative ad aggressioni nei confronti di persone.
Sulla base di dipinti rupestri e del ritrovamento di una carcassa di Tilacino mummificata da oltre 3 mila anni in una grotta della piana di Nullarbor, regione arida e priva di alberi dell’Australia centro meridionale, si ipotizza che il primitivo areale di questa specie comprendesse l’intero continente australiano, la Tasmania e la Nuova Guinea.
Sembra che allora, il Tilacino vivesse indifferentemente nelle foreste aride di eucalipto come nelle praterie erbose.
È certo che in epoca storica il Tilacino ha subito la competizione con il Dingo (Canis lupus dingo Meyr, 1793), ed è stato oggetto di caccia spietata in quanto considerato particolarmente dannoso per gli allevamenti di bestiame.
Proprio la caccia a questo animale è stata incentivata dal sistema di taglie sugli animali uccisi.
Fatto sta che, la competizione con il Dingo e la caccia inesorabile, con l’aggiunta dell’alterazione del proprio habitat ad opera della pesante azione antropica, sono tra le cause che hanno determinato la scomparsa o comunque l’estrema rarefazione del Tilacino.
Si ritiene che uno degli ultimi Tilacini in libertà sia stato ucciso nel 1930 sulla costa nordoccidentale della Tasmania. La beffa per il Tilacino arriverà qualche anno dopo, nel 1936, allorché viene dichiarato specie protetta dal governo australiano.
In ogni caso, rarefatto o estinto, come indica la Lista Rossa IUCN che nel 2025 lo definisce “EX Extinct”, il Tilacino è stato certamente scacciato dal primitivo habitat e, forse, spinto nelle inospitali regioni montuose.
Oggi, la speranza che il Tilacino non sia estinto in natura viene tenuta viva da numerosi avvistamenti, tutti da confermare, in Australia e in Tasmania e dalle ricerche di specialisti e studiosi.