Adonis annua

Famiglia : Ranunculaceae


Testo © Dr. Salvatore Cambria

 

Adonis annua

Specie ormai rara e incostante, Adonis annua ha seguito sin dalle origini la coltura dei cereali © Giuseppe Mazza

Adonis annua L. è una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, una delle  più ricche e diversificate nelle regioni temperate e fredde dell’emisfero settentrionale, dove talvolta può rappresentare l’elemento dominante della flora vascolare.

La specie è stata descritta da Linneo nel 1753 all’interno della sua celebre opera Species Plantarum, considerata un fondamentale punto di partenza per la moderna nomenclatura botanica.

Il nome del genere deriva da Adone (in greco Αδωνιϛ = Adonis), figura della mitologia greca, bello per antonomasia.

Il mito racconta che Venere e Persefone si erano invaghite di lui, determinando la decisione di Zeus per la quale il giovane si sarebbe accompagnato con ciascuna per quattro mesi e gli altri quattro come preferiva.

Tuttavia, Adone manifestò la sua preferenza per Venere anche per i mesi liberi, causando l’ira di Persefone che gli aizzò contro un cinghiale. Questo lo ferì mortalmente e il sangue fuoruscito dal malcapitato dette vita a queste piante.

L’epiteto della specie fa invece riferimento alla durata del ciclo vegetativo.

La specie è conosciuta con diversi nomi vernacolari di uso locale, quali ad esempio Adonide annua (Italia), Fior d’Adone, Ranuncolo de’grani (Toscana), Paparinedda (Sicilia), Paparinicchia di ventu; Paparinicchia russa, Russulidda, Testa di turcu (Sicilia, Avola); Pheasant’s eye, red Morocco, rose-a-ruby, soldiers-in-green (Regno Unito); ecc.

Si tratta di una pianta annuale o talvolta bienne, alta 10-60 (70) cm, con fiori singoli tra aprile e giugno, generalmente glabra con l’eccezione di alcune porzioni di fusto e foglie.

Il fusto è eretto, angoloso, ramificato e con peli ghiandolari corti nella parte inferiore. Le foglie basali e quelle cauline presentano alcune differenze morfologiche. Le prime infatti sono più grandi, munite di picciolo, suddivise in segmenti a lacinie sottilissime e corte, lineari, mucronate. Le foglie cauline sono più piccole, rivolte verso l’alto, sessili e sparsamente ricoperte da una scarsa pelosità.

Il fiore, come nella maggior parte delle Ranunculaceae, mostra alcuni caratteri primitivi dal punto di vista evolutivo.

Infatti i fiori sono attinomorfi, e cioè sono caratterizzati da diversi piani di simmetria raggiata. La corolla risulta dunque simmetrica rispetto a un punto centrale per cui tutti i piani di simmetria (più di 2) passano da questo. Il perianzio è formato da due verticilli, distinti in sepali e petali.

Adonis annua

Minacciata come i papaveri, dai diserbanti e dalla selezione delle sementi, si può trovare ancora accanto a loro in colture tradizionali come questo piccolo campo d’orzo © Giuseppe Mazza

I sepali sono 5, fugaci, con pubescenza variabile, rivolti verso il basso, lunghi circa due terzi dei petali e con forma ovato-lanceolata o sub-rotonda. I petali sono 5-8(10) e costituiscono una corolla concava con diametro di 15-30 mm. Hanno un colore rosso intenso (spesso con una macchia nerastra alla base) e una forma lanceolato-spatolati, mentre il margine è intero o lievemente smarginato. L’androceo è composto da numerosi stami, brevi e a disposizione spiralata, con filamenti liberi e antere nerastre.

Il frutto è un poliachenio indeiscente derivante da un ovario con molti carpelli. L’infruttescenza forma una sorta di spiga che a maturità si distende, venendo ad essere costituito da singoli acheni piriformi (3) 3,5 – 5,5 (6) mm, con becco generalmente dritto. Proprio la morfologia del frutto rappresenta un carattere diacritico per la distinzione da specie affini, come Adonis  microcarpa DC. Quest’ultima si differenzia infatti solo per l’achenio con la gibbosità ravvicinata al becco e per il becco verde scuro o nerastro in punta.

Adonis annua

In natura è presente nell’area Euri-Mediterranea fino a 1500 m d’altitudine sui suoli calcarei o gessosi. Erbacea annuale o bienne, può raggiungere i 70 cm d’altezza © Giuseppe Mazza

In generale i caratteri dell’achenio più importanti per distinguere le varie specie del genere Adonis sono: 1) il becco che è formato dallo stilo, spesso concolore con l’achenio o anche nerastro (come nel caso di Adonis microcarpa); 2) la cresta che può essere presente o assente. Può essere formata da un’escrescenza scariosa o poco appariscente o talvolta da una fila continua di sculture superficiali ben evidenti e presentare dei denti; 3) il dente dorsale, che è formato generalmente dalla cresta o da un suo residuo; 4) la gobba, mancante in alcune specie, che è una escrescenza sul lato ventrale a circa metà dell’achenio o più in alto.

All’interno di Adonis annua vengono riconosciute almeno tre sottospecie: subsp. annua; subsp. cupaniana (Guss.) Steinb.; subsp. castellana (Pau) Steinb.

Adonis annua

Il fiore, rosso come il sangue d’Adone per la mitologia greca, ha 5 sepali caduchi, rivolti verso il basso, e 5-8 petali che formano una corolla concava larga 15-30 mm © Giuseppe Mazza

La sottospecie tipica (subsp. annua) è caratterizzata da sepali glabri, acheni lunghi mm 4,0-5,5 e da una sparsa pelosità nella parte inferiore del fusto. La subsp. cupaniana si distingue per essere completamente glabra e per i sepali con corti peli alla base. Infine, la subsp. castellana è peloso-lanosa anche in alto e presenta sepali con lunghi peli sottili nella parte inferiore.

Per quanto riguarda l’areale di distribuzione complessivo della specie, esso risulta molto esteso in tutta l’area Euri-Mediterranea, includendo dunque l’Europa occidentale, meridionale e orientale, il Nordafrica ed il Medio-Oriente. In particolare, le subsp. annua e cupaniana sono presenti in gran parte dell’area sopra riportata, mentre la subsp. castellana è esclusiva di Spagna e Francia.

Adonis annua

Bella ma tossica per l’uomo e il bestiame, è una pianta fortemente velenosa con principi attivi simili a quelli della Digitale cui è spesso associata nelle applicazioni mediche © Giuseppe Mazza

La specie è presente in quasi tutte le regioni d’Italia, ma ormai rara e incostante. Secondo numerosi autori si tratta una pianta di antica introduzione arrivata con le colture cerealicole (archeofita), proprio come i papaveri. Questa specie ha infatti seguito la coltura dei cereali sin dalle origini: se un tempo caratterizzava il nostro paesaggio agrario con le sue vistose fioriture rosse, oggi è quasi completamente scomparsa a causa delle moderne tecniche agrarie.

La specie colonizza habitat aperti e spesso disturbati dalle attività antropiche, come prati incolti e aree agricole (particolarmente quelle utilizzate per la coltivazione di cereali).

Adonis annua

L’infruttescenza forma una sorta di spiga e la caratteristica forma del frutto permette la distinzione con specie affini. I semi posso attendere anche molto a lungo, nel suolo, il momento più favorevole per la schiusa © Giuseppe Mazza

Il suo intervallo altitudinale va da 0 a 1500 m e predilige suoli calcarei o gessosi. In genere la produzione di semi non è particolarmente elevata ma contribuisce alla formazione di una banca-semi (seed bank) nel suolo di lunga durata.

Oggi la pianta è in regressione soprattutto nei coltivi a causa dell’agricoltura intensiva e dell’uso indiscriminato dei diserbanti, ma anche per la selezione delle sementi cerealicole.

Dal punto di vista fitosociologico la specie partecipa a comunità vegetali riferibili alla classe Papaveretea rhoeadis, al cui interno vengono classificate le cenosi annuali, infestanti ed eliofile colonizzanti i campi di cereali.

In questi contesti Adonis annua cresce spesso in associazione ad altre specie infestanti e segetali quali Papaver rhoeas, Papaver dubium, Agrostemma githago, Anagallis arvensis, Anthemis arvensis, Asperula arvensis, Avena barbata, Calendula arvensis, Glebionis segetum, Gladiolus segetum, Legousia falcata, Rhaphanus raphanistrum, Scandix pecten-veneris, Sherardia arvensis, Sinapis arvensis, Vicia sativa, ecc.

Si tratta di una pianta tossica per l’uomo e il bestiame, contenente principi attivi come l’adonite e l’adonidina che la rendono fortemente velenosa.

Altri principi chimici presenti sono cardionelidi, quali cirnarina, adonitoxina, flavonoidi, colina, fitosterolo, resina, ecc. Alcuni di questi principi attivi vengono utilizzati per azione sedativa centrale, tachicardia, extrasistole di origine nervosa o come antagonista di azione convulsivante causata dalla ingestione di cocaina o picrotonina.

Nel complesso la specie viene considerata simile alla Digitale per le sue applicazioni mediche e con questa viene spesso intervallata o associata. Dai petali si estrae l’astaxantina, un carotenoide rosso-arancio contenente 3 composti (hydroxyechinenon, adonirubin e adonixantina).

La specie viene coltivata solo raramente a causa delle sue piccole dimensioni e il breve ciclo biologico. In genere predilige suoli alcalini, anche argillosi, ma non troppo pesanti, ed esposizioni ben soleggiate. Può essere coltivata da seme, seminando in qualsiasi momento da fine estate a metà primavera, benché generalmente una semina più precoce sia da considerare preferibile.

Sinonimi: Adonis autumnalis L. (1762).

 

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