Alligator mississippiensis

Famiglia : Crocodylidae

Sottofamiglia : Alligatorinae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

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Un Alligator mississippiensis in Florida nel suo ambiente naturale © Giuseppe Mazza

L’Alligatore del Mississippi o Alligatore americano (Alligator mississippiensis Daudin, 1802) è un rettile dalle grandi dimensioni, afferente alla sottofamiglia degli Alligatorinae. Più precisamente appartiene alla classe Reptilia, alla sottoclasse Archosauria, all’ordine Crocodylia, famiglia Crocodylidae (per taluni Alligatoridae), sottofamiglia Alligatorinae) e genere Alligator.

La comparsa di questo rettile, ci dicono i resti fossiliferi, come per gli altri membri dell’ordine dei Crocodylia, avviene nell’era Mesozoica o Secondaria, a partire dal periodo Cretacico superiore o Cretaceo superiore, circa 99 milioni di anni fa. L’era Mesozoica è quella del massimo splendore dei dinosauri, di cui questi rettili sono stati contemporanei, discendendo dalle forme più arcaiche di dinosauri, probabilmente terragnole o forse anche arboricole (per la paleontologia leggi scheda Crocodylia).

Molti biologi, ricostruendo la storia naturale del gruppo, pensano giustamente, che sono gli uccelli, piuttosto che gli altri rettili, a essere i parenti più vicini agli attuali coccodrilli.

Zoogeografia

L’alligatore del Mississippi è autoctono degli USA sudorientali, in particolare si trova in Florida, Mississippi, Alabama, Louisiana, Oklahoma, Georgia, Texas, Nord e Sud Carolina, Arkansas, ove questi splendidi rettili, furono soggetti fino agli anni ’60 del secolo XX, a una spietata caccia, perché la carne è commestibile, anzi di buon sapore, simile a quello del pollo, e per l’uso commerciale della pelle nella modisteria occidentale.

Il muso è largo e piatto. Quando la bocca è chiusa i denti non sono visibili © Giuseppe Mazza

Il muso è largo e piatto. Quando la bocca è chiusa i denti non sono visibili © Giuseppe Mazza

Quindi ad un certo punto degli anni ’60 del secolo scorso, il pericoloso abbas- samento della densità di popolazione dell’alligatore del Mississippi, fin quasi a estinguersi, denunciato dai biologi zoologi, portò il governo americano a promulgare un decreto legge, che rendeva la caccia a questi animali “illegale”.

Da quel momento, questi rettili ebbero una nuova alba, accompagnata da una esplosione demografica, al punto che oggi, come per le specie di alligatori estuarini in Australia, i biologi devono intervenire spesso per spostarli in aree selvatiche da zone urbanizzate o in corso d’urbanizzazione.

Purtroppo, oggi, il commercio della carne di questi rettili in USA è ripreso a pieno ritmo, al punto che si producono hamburger di alligatore.

Questo commercio ha stimolato quindi la nascita di fattorie di alligatori, le “alligator farms”, ove questi animali vengono allevati per tale scopo. Comunque, delle 23 specie di coccodrilli note, ripartite nelle famiglie dei Crocodylidae, Alligatoridae e Gavialidae, solo quella dell’ Alligator mississippiensis non è a rischio d’estinzione.

Anche se potenzialmente pericoloso per l'uomo, gli incidenti sono molto rari © Giuseppe Mazza

Anche se potenzialmente pericoloso per l'uomo, gli incidenti sono molto rari © Giuseppe Mazza

Habitat-Ecologia

È di casa nelle paludi di acqua dolce, nei laghi e nei fiumi, nelle aree umide a canneto e nei Mangrovieti; spesso il corpo di colore bruno-scuro o verde scuro è totalmente ricoperto di alghe e piante acquatiche, permettendone la mimetizzazione.

Morfofisiologia

L’alligatore del Mississippi ha un muso più largo e arrotondato di quello del coccodrillo del Nilo, a causa di ciò, nell’alligatore americano tutti i denti sono coperti, contrariamente al coccodrillo africano, ove il quarto mandibolare è esposto (vedi scheda Crocodylus niloticus).

Questo lo rende distinguibile anche dal Coccodrillo americano (Crocodylus acutus), che vive nella Florida meridionale e che è più scuro dell’alligatore e con muso più affusolato.

Gli esemplari di Alligator mississippiensis possono avere dimensioni che vanno da 2,8 a 5, fino anche 6 m, arrivando a pesare più di una tonnellata.

I maschi sono sempre molto più grandi delle femmine, che arrivano al massimo a 2 m con la maturità sessuale. Si riportano solo pochi casi di uccisioni di essere umani (sebbene ce ne siano stati) da parte dell’alligatore del Mississippi, rispetto il coccodrillo del Nilo che invece gode di una fama molto peggiore. È evidente che comunque un maschio affamato o una femmina che protegge il proprio nido, possono, come è accaduto in determinate circostanze, uccidere anche un uomo.

I giovani sono neri con bande gialle trasversali che scompaiono crescendo © Giuseppe Mazza

I giovani sono neri con bande gialle trasversali che scompaiono crescendo © Giuseppe Mazza

I giovani d’alligatore americano sono neri, con bande gialle trasversali, ma quando crescono le ornamentazioni gialle, vengono completamente oscurate dal pigmento nero e dalle alghe.

Da adulto ha una coda molto robusta, che serve come propulsore al nuoto e le zampe posteriori sono palmate.

Rispetto al coccodrillo del Nilo, le creste ossee sono meno evidenti, soprattutto sul dorso della coda.

Come per tutti gli altri coccodrilli, anche l’alligatore, avendo una cute spessa ricoperta di osteodermi, quindi non in grado di traspirare, quando si crogiola al sole sulla riva, apre la bocca per espellere il calore eccessivo; essendo un rettile, ovviamente è un ectotermo-pecilotermo-euritermo. Si nutre di pesci, rettili, uccelli e mammiferi anche di grandi dimensioni, come i cervi.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Durante la stagione riproduttiva, a inizio estate, i grandi maschi emettono grida, dette “strimboli”, per attirare la compagna, curvando il corpo in posizione concava e facendo fuoriuscire dall’acqua la testa e la coda.

Sembra di plastica ma è un raro esemplare d'alligatore albino. Esistono anche esemplari leucisti © Giuseppe Mazza

Sembra di plastica ma è un raro esemplare d'alligatore albino. Esistono anche esemplari leucisti © Giuseppe Mazza

Mentre gridano o strimbolano, per mezzo della vibrazione delle squame della schiena, emettono piccoli getti d’acqua verso l’alto.

L’accoppiamento avviene in acqua.

Quindi le femmine depongono le uova, in numero variabile da 20 a 50, in cumuli di detriti vegetali, custodendoli durante tutto il periodo di gestazione, che dura circa 65 giorni.

Poco prima della schiusa, i piccoli emettono un caratteristico richiamo sincronizzato, per destare l’attenzione della madre.

Appena schiuse le uova, questa prende infatti in bocca i neonati, lunghi una ventina di centimetri, per portarli all’acqua, visto che altrimenti sarebbero facili prede di serpenti, mammiferi carnivori, tartarughe e uccelli.

In acqua per un certo periodo di tempo, la madre li sorveglierà ancora. I giovani si nutrono di invertebrati, rane e pesci. La IUCN considera non in pericolo questa specie.

Gli alligatori si riproducono facilmente e non è certo una specie a rischio. La loro carne, gustosa, è commestibile e sono nati centri d’allevamento © Giuseppe Mazza

Gli alligatori si riproducono facilmente e non è certo una specie a rischio. La loro carne, gustosa, è commestibile e sono nati centri d’allevamento © Giuseppe Mazza

Sinonimi

Alligator mississippiensis  Holbrook, 1842; Crocodilus mississipiensis Daudin, 1802.

 

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