Alopias vulpinus

Famiglia : Alopiidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Con una coda più lunga della metà del corpo, Alopias vulpinus è presente in tutti i mari a temperature comprese fra 11,6 e 28,2 °C

Con una coda più lunga della metà del corpo, Alopias vulpinus è presente in tutti i mari a temperature comprese fra 11,6 e 28,2 °C © Rafi Amar

I varani utilizzano la coda come una frusta per difendersi e scacciare gli importuni. Il Coccodrillo del Nilo ne fa addirittura un’arma per spezzare d’un colpo le gambe alle ignare gazzelle che si avvicinano per bere ai corsi d’acqua, ed anche in mare c’è chi usa la coda per cacciare.

È il caso, per esempio, del Pesce volpe o Squalo volpe [Alopias vulpinus (Bonnaterre, 1788)], appartenente all’ordine dei Lamniformes, lo stesso del Grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) al vertice fra i predoni nel mondo dei pesci, ed alla famiglia degli Alopiidae, rappresentata oggi solo da questo genere con tre specie.

Alopias nasce dal greco antico “ἀλώπηξ” (alopex) che significa volpe, con riferimento alla sua furbizia di questo pesce, notata fin dall’antichità dai pescatori, convinti, come scrive Aristotele, che tagliasse il filo sopra all’amo per scappare. Scaltrezza che, unita alla folta coda del noto mammifero, giustifica anche il termine specifico vulpinus = volpino, della volpe, in latino.

Alopias vulpinus può superare i 5 m ed è il più grande delle 3 specie appartenenti al genere Alopias, distinguendosi principalmente per il muso corto

Può superare i 5 m ed è il più grande delle 3 specie appartenenti al genere Alopias, distinguendosi principalmente per il muso corto © Rafn Ingi Finnsson

Zoogeografia

Il Pesce volpe circola praticamente in tutti i mari con temperature comprese fra 11,6 e 28,2 °C. Si può quindi incontrare anche nel Mediterraneo, ma non per esempio nel Mar Rosso, dove l’acqua raggiunge i 33 °C o ai tropici, e naturalmente non circola nelle gelide acque polari.

Ecologia-Habitat

Alopias vulpinus è una specie pelagica oceanica migratoria che può scendere fino a 650 m di profondità, anche se si mantiene in genere fra la superficie e i 200 m.

I giovani crescono lungo le coste, per lo più in baie poco profonde.

Gli occhi di Alopias vulpinus, più alti che larghi, sono piccoli e privi della membrana nittitante. Si nutre principalmente di calamari e pesci che vivono in banco, storditi da violenti colpi di coda

Gli occhi, più alti che larghi, sono piccoli e privi della membrana nittitante. Si nutre principalmente di calamari e pesci che vivono in banco, storditi da violenti colpi di coda © Ramiro Gonzalez

Morfofisiologia

La taglia massima riportata è di 5,73 m e 348 kg, mentre quella corrente si aggira sui 4,5 m, compresa la coda, lunga più della metà del corpo.

La testa è tozza, col muso ottuso sub-conico. Gli occhi sono grandi, con pupilla verticale senza membrana nittitante, più alti che larghi, seguiti da un piccolo spiracolo. Le narici sono più vicine alla bocca che al muso. Questa, di forma semilunare, reca 40-42 denti sulla mascella superiore e 34-42 sotto. Sono tutti piccoli e triangolari con bordo liscio, leggermente più grandi sopra e, partendo da quelli anteriori, sempre più inclinati verso l’interno per trattenere le prede.

Il corpo è protetto da piccole scaglie di 2 mm sovrapposte e carenate per ridurre l’attrito con l’acqua, e la livrea va dal blu argentato al grigio ardesia scuro sul dorso, più chiaro sui fianchi.

La temperatura corporea di Alopias vulpinus, 2 °C più alta del mare, consente ai muscoli forti accelerazioni con spettacolari balzi fuor d’acqua, e nella sua dieta entrano spesso anche gli uccelli marini che inseguono i branchi

La sua temperatura corporea, 2 °C più alta del mare, consente ai muscoli forti accelerazioni e spettacolari balzi fuor d’acqua, e nella sua dieta entrano spesso anche gli uccelli marini che inseguono i branchi © Bruce Müller Stevenson

Le 5 fessure branchiali si sovrappongono in parte alle grandi pinne pettorali falciformi con apice arrotondato, scure sul lato inferiore, specie ai bordi, ed una caratteristica zona chiara alla base che sfocia nel bianco ventrale.

La prima pinna dorsale troneggia alta in posizione centrale fra le pettorali e le pelviche, triangolari e di buona taglia, accanto a lunghi e sottili pterigopodi nei maschi, mentre la seconda pinna dorsale e l’anale sono di taglia insignificante.

Il lobo superiore lunghissimo della spettacolare pinna caudale eterocerca reca una tacca accanto all’apice.

Come normalmente accade, la temperatura corporea del Pesce volpe dovrebbe essere quella ambientale, ma questo, come altri Lamnidae, può farla salire di circa 2 °C per la presenza sui fianchi di un tessuto muscolare striato a respirazione aerobica che si contrae emettendo calore, e muscoli striati interni alimentati dalla così detta “rete mirabile”, una rete di capillari sanguigni venosi circondati da arterie che li riscaldano grazie al flusso di sangue più caldo proveniente dal cuore.

Questo piccolo aumento termico permette un funzionamento ottimale della vista e del cervello, ma soprattutto consente ai muscoli forti accelerazioni con spettacolari e violenti colpi di coda e balzi fuor d’acqua.

Alopias vulpinus si distingue dall’analogo Alopias superciliosus, che raggiunge al massimo i 4,8 m col muso allungato, gli occhi più grandi, la prima pinna pettorale in posizione più arretrata e soprattutto un profondo solco sulla nuca cui si aggiunge una seconda “rete mirabile” fra gli occhi e il cervello.

Si distingue infine da Alopias pelagicus, la specie più piccola del genere, per il muso anche qui più allungato e la seconda pinna dorsale più vicina alle pelviche.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Il Pesce volpe si nutre per lo più di calamari e pesci che nuotano in branco, come aringhe, sgombri e sardine.

Li raduna con abili movimenti, talora nuotando in coppia o piccoli gruppi, e poi li stordisce a colpi di coda per ingoiarli poi tranquillamente, senza tralasciare, quando capita, gli uccelli marini che seguono i branchi accanto alla superficie.

Alopias vulpinus non attacca l’uomo, ma si difende a colpi di coda quando viene pescato. Le femmine sono ovovivipare e mettono al mondo 2-7 piccoli dopo una gestazione di circa 9 mesi

Non attacca l’uomo, ma si difende a colpi di coda quando viene pescato. Le femmine sono ovovivipare e mettono al mondo 2-7 piccoli dopo una gestazione di circa 9 mesi © Alexey Stoyda

L’accoppiamento non è stato mai osservato, ma si presume avvenga come per altri squali in nuoto col maschio che trattiene la femmina addentandone la pettorale. Non dev’essere un’operazione facile, ma questa, può immagazzinare lo sperma come altri selaci e usarlo nella gravidanza successiva.

Alopias vulpinus è una specie ovovivipara. Le uova schiudono cioè nel grembo materno e gli embrioni crescono, esaurite le riserve del sacco vitellino, a spese delle uova non fecondate come nel caso di Carcharodon carcharias.

Non attaccano gli altri embrioni come avviene in Carcharias taurus dove il più forte mangia tutti gli altri e non si collegano ai vasi sanguigni materni come in Sphyrna lewini.

Alla fine, comunque, la natalità del Pesce volpe è bassa, con parti di 2-7 piccoli al massimo dopo una gestazione di circa 9 mesi.

Nessuno ha mai visto l’accoppiamento, ma si presume che avvenga in nuoto, col maschio che trattiene come altri squali la femmina addentandone la pettorale mentre le introduce nella cloaca uno dei due pterigopodi. Poi spesso si separano, ma le femmine possono conservare a lungo lo sperma e usarlo anche nella gravidanza successiva

Nessuno ha mai visto l’accoppiamento, ma si presume che avvenga in nuoto, col maschio che trattiene come altri squali la femmina addentandone la pettorale mentre le introduce nella cloaca uno dei due pterigopodi. Poi spesso si separano, ma le femmine possono conservare a lungo lo sperma e usarlo anche nella gravidanza successiva © Klaus Stiefel

Quando vedono la luce, in luoghi ritenuti sicuri e abitualmente usati dalle femmine, misurano 114–160 cm e pesano 5–6 kg circa con una speranza di vita di 45-50 anni.

I maschi raggiungono l’età adulta verso i cinque anni, intorno ai 3 m di lunghezza, e le femmine nel settimo anno con taglie comprese fra 2,6 e 4,5 m secondo le località.

Alopias vulpinus è un pesce timido che si allontana alla vista dei subacquei. Non considera l’uomo come una preda e non l’attacca.

Il suo nemico naturale è l’Orca (Orcinus orca) che preda spesso in gruppo, ma anche per lo Squalo volpe il pericolo maggiore è rappresentato dalla pesca operata senza scrupoli dall’uomo, per la carne pregiata consumata fresca, essiccata, salata o affumicata, l’olio del fegato ricco di vitamine e la pelle trasformata in cuoio.

Predato dalle orche ma soprattutto troppo pescato per la carne, l’olio del fegato, ricco di vitamine, e il cuoio ricavato dalla pelle, Alopias vulpinus è considerato oggi vulnerabile

Predato dalle orche ma soprattutto troppo pescato per la carne, l’olio del fegato, ricco di vitamine, e il cuoio ricavato dalla pelle, il Pesce volpe è considerato oggi vulnerabile © Klaus Stiefel

Una strage che nel 2006 ha toccato le 411 tonnellate ed ha portato la specie nella categoria “VU, Vulnerabile” della lista rossa IUCN.

Niente da stupirsi vista la resilienza bassa con un tempo minimo per il raddoppio delle popolazioni di 4,5-14 anni ed un indice di vulnerabilità alla pesca che segna oggi, nel 2022, 62 su una scala di 100.

Sinonimi

Squalus vulpinus Bonnaterre, 1788; Squalus vulpes Gmelin, 1789; Alopecias vulpes (Gmelin, 1789); Alopias vulpes (Gmelin, 1789); Carcharias vulpes (Gmelin, 1789); Galeus vulpecula Rafinesque, 1810; Alopias macrourus Rafinesque, 1810; Squalus alopecias Gronow, 1854; Alopecias barrae Pérez Canto, 1886; Alopecias longimana Philippi, 1902; Alopecias chilensis Philippi, 1902; Vulpecula marina Garman, 1913; Alopias caudatus Phillipps, 1932; Alopias greyi Whitley, 1937.

 

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