Arothron immaculatus

Famiglia : Tetraodontidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Arothron immaculatus

Frequente anche in acque basse, talora salmastre, dell’Indopacifico tropicale, Arothron immaculatus è un pesce palla di dimensioni modeste che cerca di non farsi notare © Giuseppe Mazza

Il Pesce palla immacolato, Arothron immaculatus (Bloch & Schneider, 1801), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Tetraodontiformes, ed alla famiglia dei Tetraodontidae, quella più numerosa del gruppo, che conta 28 generi e circa 200 specie, per lo più marine, ma presenti anche nelle acque dolci e salmastre dei tropici.

Il nome del genere Arothron, nasce dal greco “α-“ (a-), privativo, e “ρόθρον” (rothron) = narice. In questi pesci, infatti, i tentacoli nasali non hanno aperture, sono cioè “senza narici”, anche se poi sembra che svolgano ugualmente in qualche modo funzioni olfattive.

Il nome specifico immaculatus, immacolato in latino, fa riferimento alla livrea chiara, senza i fantasiosi disegni che caratterizzano generalmente i pesci palla.

Arothron immaculatus

Non supera i 30 cm e si accontenta di una livrea povera di colori e disegni in netto contrasto con gli altri membri della fantasiosa famiglia dei Tetraodontidae © G. Mazza

Zoogeografia

Arothron immaculatus ha una distribuzione vastissima nell’Indopacifico tropicale. A titolo indicativo lo troviamo dal Mar Rosso e il Sud Africa fino all’Australia e il Giappone, che segna il limite Nord della specie. Verso levante, raggiunge poi le coste della Nuova Caledonia, Vanuatu e Samoa.

Ecologia-Habitat

Vive in acque relativamente basse, fra 3 e 30 m di profondità, in ambienti corallini, ma soprattutto sui fondali detritici sabbiosi e le praterie sommerse. Non esita ad avventurarsi nelle acque salmastre degli estuari e si trova spesso a suo agio fra le radici fangose delle mangrovie ricche di crostacei e conchiglie da sgranocchiare.

Arothron immaculatus

Unico vezzo gli occhi dorati, la grande macchia alla base delle pettorali e due caratteristici tratti neri sul lato superiore e inferiore della caudale gialla © Dawn Goebbels

Morfofisiologia

Il corpo, grossomodo ovale, non supera i 30 cm di lunghezza. È in genere bruno-grigiastro chiaro, tendente al bianco verso il lato ventrale, ricoperto, eccetto il muso e il peduncolo caudale, da piccole spine che rimpiazzano le squame. Alla base delle pettorali si nota una vistosa macchia circolare bruno-giallastra o nera, ed è caratteristico il bordo nero sul lato superiore e inferiore della pinna caudale gialla.

Le forme giovanili degli esemplari che vivono nelle acque del Pacifico recano strisce longitudinali scure sul ventre e questo potrebbe creare confusione con Arothron manilensis che le ha però ben marcate su tutto il corpo.

Arothron immaculatus è dunque nell’insieme un pesce a tinta unita chiara, almeno finché nuota tranquillo in ambienti corallini ed i suoi cromatofori non intervengono, creando, per motivi mimetici, macchie screziate scure e toni verdastri.

Arothron immaculatus

Quando, come in questo caso, frequenta le praterie sommerse entrano però in gioco i cromatofori che creano chiazze e colori mimetici © Dawn Goebbels

Va poi aggiunto, come ricordano i sinonimi Dilobmycterus sordidus (Rüppell, 1829) e Tetraodon sordidus Rüppell, 1829, che più che “immacolato” è un pesce spesso “sordido”, dall’aspetto decisamente sporco, visto che il suo fitto e sottile rivestimento spinoso trattiene, con ovvi vantaggi mimetici, anche il fango in cui si muove.

Il muso è corto con due tentacoli non perforati a forma di “Y”, e come in tutti i Tetraodontidae i due denti presenti sulle mascelle sono fusi fra loro in una placca per formare un possente becco. Spicca il giallo dell’iride, tanto che alcuni lo chiamano Pesce palla dagli occhi gialli ed anche le labbra sono spesso giallognole.

Mancano le pinne pelviche e quelle esistenti sono tutte senza spine. La pinna dorsale e l’anale, poste in posizione molto arretrata, recano rispettivamente 9-11 raggi e 9-17 raggi, mentre le pettorali contano 16-19 raggi.

Arothron immaculatus

Eccolo a riposo con tinte ancora diverse su un fondo detritico, tutt’altro che immacolato, anzi sporco di fango, come sottolineano due sinonimi che lo definiscono “sordidus” © Dawn Goebbels

La spinta motrice per rapide fughe è affidata alla grande pinna caudale più o meno tronca, mentre di solito viene tenuta ripiegata e serve da timone. Le manovre negli anfratti sono affidate alle pettorali ed ai movimenti elicoidali dell’anale e della dorsale che permettono al pesce d’avanzare, girare su se stesso o muoversi a ritroso.

Quando è in pericolo, come tutti i pesci palla, anche Arothron immaculatus si gonfia ingoiando acqua fino ad assumere una forma quasi sferica. Lo stomaco si dilata a dismisura mentre una membrana, bloccata all’interno dai denti, sigilla la bocca.

Ovvio che in queste condizioni non riesce più a nuotare, ma sorprende l’aggressore per l’improvviso cambiamento di taglia ed è molto più difficile d’afferrare.

Arothron immaculatus

Con due solide placche dentarie frantuma, come niente, le corazze di crostacei, molluschi e ricci di mare che costituiscono il suo piatto forte, ma si nutre anche di spugne ed altri invertebrati bentonici. Non trascura nemmeno i resti degli animali morti e bruca piante ed alghe cariche di batteri velenosi che ospita come simbionti © Dawn Goebbels

In più, questo aspetto insolito, tipico dei pesci palla, ricorda ai predatori che la pelle e le interiora contengono la tetrodotossina, un veleno cento volte più potente del cianuro, che paralizza i centri nervosi bloccando la respirazione.

È prodotto da batteri simbionti e si concentra principalmente nel fegato e nelle gonadi. Se ingerite le uova sono quasi sempre mortali. Ben lo sanno i cuochi diplomati giapponesi che preparano il fugu, un piatto tipico locale a base di pesci palla, scartando pelle, gonadi, fegato e intestino. Sembra che quel poco di tossina rimasta dia una leggera euforia ai clienti con formicolii alle labbra e alla lingua. Una prova, a ben dire, più di stupidità che di coraggio, come tutte le droghe.

Ma esperimenti su cavie con la carne del Pesce palla immacolato, hanno mostrato che la parte muscolare è un alimento in grado di contrastare lo sviluppo del diabete. Approfonditi studi in merito sono in corso nella speranza di un farmaco.

Arothron immaculatus

Qui un giovane nella suggestiva acqua torbida di una costa con mangrovie. Quando è in pericolo, si gonfia come tutti i pesci palla ingoiando acqua fino ad assumere una forma quasi sferica. Non riesce più a nuotare, ma sorprende l’aggressore per l’improvviso cambiamento di taglia ed è molto più difficile d’afferrare. In più le interiora di questi pesci accumulano la famosa tetrodotossina, un veleno 100 volte più potente del cianuro che paralizza i centri nervosi bloccando la respirazione © Dawn Goebbels

Etologia-Biologia Riproduttiva

Arothron immaculatus si nutre per lo più di crostacei e molluschi, ma anche d’altri invertebrati bentonici come spugne e ricci di mare. Non disdegna i detriti e bruca alghe cariche di batteri velenosi, erbe marine e mangrovie.

Per la riproduzione il maschio scava un nido nella sabbia per invogliare la femmina a deporre e fecondare meglio le uova. La resilienza è buona, con popolazioni che possono raddoppiare in meno di 15 mesi, e dato che non avrà mai problemi alimentari con una diffusione vastissima, l’indice di vulnerabilità della specie è attualmente (2020) basso, segnando appena 25 su una scala di 100.

Sinonimi

Crayracion immaculatus (Bloch & Schneider, 1801); Tetraodon immaculatus Bloch & Schneider, 1801; Dilobmycterus sordidus (Rüppell, 1829); Tetraodon sordidus Rüppell, 1829; Tetraodon parvus Joannis, 1835; Tetraodon kunhardtii Bleeker, 1850; Tetraodon aspilos Bleeker, 1851.

 

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