Aythya nyroca

Famiglia : Anatidae

DAVIDE-2.gif
Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

multi

I maschi dell'Aythya nyroca si riconoscono subito per l'iride bianca-giallognola © Giuseppe Mazza

La moretta tabaccata (Aythya nyroca Guldenstadt 1770) è un’anatra che appartiene all’ordine degli Anseriformi (Anseriformes), alla famiglia degli Anatidi (Anatidae), al genere Aythya ed alla specie Aythya nyroca. Specie monotipica.

Il nome del genere “Aythyna” deriva dal termine greco antico “aithuia” che potrebbe riferirsi a un’anitra di mare o all’alca. Il nome della specie “nyroca” deriva dal russo “nyrok” che significa anatra.

Zoogeografia

È presente alle latitudini temperate della regione Paleartica centrale e occidentale: dall’ Europa occidentale alla Cina occidentale, in Mongolia occidentale e nel nord dell’Iran e Lituania.

Questa specie ha una consistenza numerica ed una diffusione variabili in relazione alle condizioni più o meno ottimali delle aree riproduttive. L’areale appare particolarmente frammentato ed instabile nelle parti marginali occidentali. In Italia, la specie, ha distribuzione ristretta con poche coppie presumibilmente nidificanti in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sardegna. La moretta tabaccata è specie migratrice con una parte della popolazione dispersiva o parzialmente sedentaria nelle parti più meridionali dell’areale.

Le aree di nidificazione più settentrionali vengono abbandonate tra settembre ed ottobre; nei quartieri di svernamento i primi arrivi si registrano già a fine ottobre e continuano per tutto novembre. Le partenze avvengono tra marzo e aprile, con individui presumibilmente non nidificanti in movimento anche in maggio. Le principali aree di svernamento si trovano nella zona Mediterraneo-Mar Nero e in Africa occidentale. Nell’Europa centrale lo svernamento appare scarso e localizzato.

La femmina ha colori meno accesi e l'iride è bruna © Giuseppe Mazza

La femmina ha colori meno accesi e l'iride è bruna © Giuseppe Mazza

Ovunque, le concentrazioni di anatre svernanti non sono numericamente importanti. Ciò, unito alle abitudini riservate di questa specie, rende i censimenti difficili.

Le nazioni che ospitano le frazioni più importanti dei contingenti svernanti sono la Romania, l’Egitto, il Sudan, la Iugoslavia, la Croazia, il Kazakistan, l’Uzbekistan, l’Azerbaijan (che ospitano alcune migliaia di individui) , la Russia occidentale, il Bangladesh, la Mongolia, il Turkmenistan, il Mali (che accoglie anche diverse migliaia di individui).

L’Italia è uno scarso quartiere di svernamento per la specie.

Si stima esistano un totale di 14.000-21.000 coppie nidificanti e una popolazione complessiva di 40.000-70.000 esemplari.

Purtroppo la specie mostra ovunque una costante tendenza alla contrazione dell’areale con la completa recente scomparsa da alcune delle aree di passata presenza. Ciò è allarmante anche per il fatto che all’ inizio del 1900, la specie, era descritta come una delle anatre più abbondanti.

Ecologia-Habitat

Nel periodo della riproduzione frequenta zone paludose d’acqua dolce con fondali di media profondità e ricche di vegetazione palustre sia sommersa che galleggiante ed emergente. Predilige specchi d’acqua stagnante sulle cui sponde crescano folte cinture di carice e canne frammiste ad alberi ed arbusti sparsi.  All’occorrenza si adatta ad acque debolmente salmastre come stagni costieri e lagune.

Nuota piuttosto sollevata sull’acqua mettendo in evidenza il bianco del sottocoda © Giuseppe Mazza

Nuota piuttosto sollevata sull’acqua mettendo in evidenza il bianco del sottocoda © Giuseppe Mazza

Le località di regolare nidificazione si trovano generalmente a livello del mare. Nelle zone con acque interne, invece, le presenze sono occasionali con la frequentazione di quote altitudinali massime di circa 1000 m.

Al di fuori del periodo riproduttivo frequenta e sosta su specchi d’acqua dolce naturali e artificiali, in lagune, stagni salmastri e, più scarsamente, in acque marine costiere. Generalmente evita acque profonde e oligotrofiche, le zone umide caratterizzate da ricorrenti variazioni di livello ed i corsi d’acqua a rapido scorrimento.

Morfofisiologia

Trattasi di una specie monotipica dalle dimensioni modeste e compatte (è la moretta più piccola). Ha una lunghezza di 38-42 cm, un’apertura alare di 63-67 cm e un peso di 410-685 g (maschi leggermente più pesanti). I sessi sono abbastanza distinguibili pur non avendo differenze molto marcate.

Nel maschio il capo, il collo e il petto sono bruno-castani ed i fianchi fulvi. Le parti superiori hanno anche tonalità con riflessi color mogano brillante-castagna porpora-violacea (nota anche con il nome di “anatra caramello”).

Le copritrici superiori delle ali, il sopra coda e le timoniere sono più bruno- scure. Le ali hanno sfumature verde spento con un ampio specchio alare bianco-brillante evidente in volo (di maggiori dimensioni rispetto alla moretta, Aythya fuligula) e remiganti con apice scuro che nell’insieme bordano l’ala.

Per la riproduzione si formano coppie monogame stagionali © Giuseppe Mazza

Per la riproduzione si formano coppie monogame stagionali © Giuseppe Mazza

Il sottocoda è bianco e il ventre è bianco brillante con sfumature in tonalità più grigie verso il sottocoda, queste parti assieme al sotto-ala, sempre chiaro, sono molto evidenti quando l’uccello è in volo. Una piccola macchia bianco-fulva è presente sul mento e un collare bruno-scuro alla base del collo.

Il becco, abbastanza lungo (37,5-43 mm), è color grigio-ardesia con estremità e margini più chiari. Ha fronte alta caratteristica, con una sorta di “piccola corona-rialzata” sul vertice della testa.

Zampe color grigio-olivastre con membrana interdigitale nera e tarso di 29- 36,5 mm circa. L’iride è bianca-giallo chiarissimo.

Nella femmina le tonalità generali del piumaggio sono più brune e spente rispetto al maschio. Le guance sono fulve e il colore del collo digrada in toni rosso-bruni spenti nella parte inferiore e sul petto. Parti superiori simili a quelle del maschio. Il becco è di colore nerastro-opaco con margini ed apice grigi. Le zampe sono simili a quelle del maschio ma più opache.

L’iride è bruna; il colore dell’occhio nettamente differente tra maschio e femmina consente di distinguere i sessi tutto il tempo dell’anno (anche con la livrea d’eclisse). Durante il periodo d’eclisse il maschio tende ad assomigliare alla femmina ma ha capo e petto più rossastri e tonalità più chiare su dorso, collo e guance. La brillantezza e il bianco d’iride e del sottocoda rimangono uguali. La femmina, in questo periodo, assume tonalità più chiare.

I giovani somigliano alla femmina ma hanno livrea più uniforme sulle parti superiori. Il capo, collo e petto sono marroni scuro con toni rossastri solo accennati. Il ventre è macchiettato di bianco e marrone, il sottocoda è marezzato di bruno. Il giovane ha becco da grigio-bluastro a grigio-nero con base più chiara. Le zampe sono grigio-bluastre con palmature nero-opache. L’iride è grigio-bruna; nel corso del primo inverno diviene bruna nella femmina e grigio-chiara nel maschio.

Anatra di piccole dimensioni dal volo molto rapido che viene spiccato con facilità dopo una breve rincorsa sull’acqua. In volo è evidente il bianco brillante dell’ampia fascia alare e del sottocoda.

Registrati casi di ibridazione con varie specie appartenenti ai generi Aythya, Anas e Netta.

Due femmine seguite da un maschio. Si nutrono di vegetali e piccoli animali acquatici © Giuseppe Mazza

Due femmine seguite da un maschio. Si nutrono di vegetali e piccoli animali acquatici © Giuseppe Mazza

Etologia-Biologia riproduttiva

Specie scarsamente gregaria e generalmente silenziosa al di fuori del periodo riproduttivo; vocalizzazioni della femmina più sonore e aspre di quelle del maschio.

Nuota piuttosto sollevata sull’acqua con coda leggermente rialzata che mette in evidenza il bianco del sottocoda.

La moretta tabaccata è marcatamente acquatica e predilige sostare in acque poco profonde ove nuota e si tuffa con agilità alla ricerca del cibo.

È particolarmente attiva al crepuscolo e si nutre anche di notte.

Si ciba prevalentemente di semi e parti di piante acquatiche appartenenti a vari generi (Potamogeton, Carex, Ceratophyllum, Chara, Lemma, ecc.) che raccoglie immergendosi parzialmente o totalmente oppure nuotando in superficie in fondali generalmente di 20-70 cm di profondità. Si nutre anche di animaletti come: piccoli pesci, anfibi, anellidi, molluschi, crostacei e insetti reperiti sempre nell’ambiente acquatico.

Vive isolata, in coppia o in piccoli gruppi inferiori a una decina di individui. Ha indole schiva, non tende a mescolarsi ad anatre di altre specie. Nel periodo invernale può diventare provvisoriamente gregaria potendo riunirsi in stormi, con grandi concentrazioni di esemplari, in località favorevoli. La specie, durante il periodo della riproduzione, forma coppie monogame stagionali. Le morette tabaccate costruiscono nidi isolati nel folto della vegetazione palustre vegetante su substrato consolidato o nell’acqua. Il nido è una bassa struttura costituita da frammenti di canne, foglie ed erba rivestita con piumino.

Le vocalizzazioni della femmina sono più sonore ed aspre di quelle del maschio © Giuseppe Mazza

Le vocalizzazioni della femmina sono più sonore ed aspre di quelle del maschio © Giuseppe Mazza

Quando non vengono posti direttamente su ammassi di vegetazione palustre, i nidi sono collocati su isolette, molto vicini all’acqua. Le prime deposizioni dovrebbero avere luogo nella terza decade di aprile con ritardi fino alla prima settimana di giugno.

La covata è costituita mediamente da 8-10 uova (6-14) di forma ovale corta, di colore crema-grigio-verdastro. Hanno dimensioni medie di 53 x 38 mm (48-60 x 35-43) e peso medio di 36 g (31-41). La covata annua, se persa, può essere eventualmente rimpiazzata.

È la femmina a covare da sola le uova; l’incubazione dura 25-27 giorni. I pulli sono nidifughi e fin da subito sono abilissimi a nuotare sott’acqua spostan- dosi rapidamente in immersione per sfuggire ad eventuali predatori.

Gli anatroccoli sono complessivamente piuttosto scuri (marrone fumoso): hanno vertice, parte posteriore del collo e restanti parti superiori grigio-bruni scuri con accentuazione delle tonalità scure sul basso dorso. Hanno filopiume allungate, apicalmente colorate di giallo oliva, sul capo e sul dorso. Presenti chiazzature gialle sulle ali e ai lati del dorso. Gola, collo e parti centrali del ventre gialli pallidi. Ranfoteca superiore bruno-oliva scura, ranfoteca inferiore cornea o carnicina chiara. Zampe nerastre con segni giallo oliva. L’iride è bruna. I giovani sono in grado di volare a 55-60 giorni d’età, la maturità sessuale è raggiunta ad un anno d’età.

La specie risulta minacciata per: la perdita di habitat, il cambiamento climatico che aumenta la siccità, la caccia, l’inquinamento, l’avvelenamento da piombo, l’annegamento da intrappolamento nelle reti da pesca, l’introduzione di specie aliene, disturbo umano. Per questa specie esistono piani di salvaguardia locali ed internazionali che interessano i paesi ospitanti la specie.

Sinonimi:

Fuligula nyroca, Fulix nyroca, Nyroca nyroca.

 

→ Per apprezzare la biodiversità degli ANSERIFORMES cliccare qui.