Bactris major

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Originaria dell’America tropicale, la Bactris major forma densi cespi che raggiungono i 10 m d’altezza © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Belize, Bolivia, Brasile settentrionale e centroccidentale, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Guyana, Guyana francese, Honduras, Messico meridionale, Nicaragua, Panama, Perù, Suriname, Trinidad-Tobago e Venezuela dove vive prevalentemente lungo le aree costiere dell’Atlantico e del Pacifico, sia nelle foreste che in aree aperte, umide o stagionalmente secche, spesso ai margini di corsi d’acqua, a basse altitudini.

Il nome generico deriva dal sostantivo greco “βάκτρον” (bactron) = bastone, sostegno, con riferimento all’uso dei fusti di alcune specie appartenenti al genere come bastoni; il nome specifico è l’aggettivo comparativo latino di “magnus” = grande.

Nomi comuni: beach palm, lata palm, prickly palm (inglese); beach spiny clubpalm, biscoyol, black roseau, cocano boy, hones, palma de espina (Belize); marayáu (Bolivia); marajá-açù, mumbaca, tucum-mirim (Brasile); corozo de gallina, lata Colombia); huiscoyol, viscoyol (Costa Rica); guyscoyol (El Salvador); zagrinette (Guyana francese); bordón, jahuacté (Messico); coyolito (Nicaragua); caña brava, palma negra, uvito, uvito de parra (Panama); yarina Perù); kaw-maka, samoera (Suriname); corozo de marea, cubarro, cucurito (Venezuela).

La Bactris major Jacq. (1781) è una specie monoica che forma densi cespi con fusti eretti o leggermente arcuati, di 2-10 m di altezza e 2-6 cm di diametro, ricoperti dalle basi fogliari provviste di robuste spine nerastre, lunghe fino a 10 cm, tranne nelle parti più vecchie, lisce, di colore verde scuro e con gli anelli prominenti e biancastri delle cicatrici fogliari distanziati di 12-25 cm.

Le foglie, su un picciolo lungo 0,3-1 m, sono pennate, lunghe 0,8-2,2 m, con 24-46 coppie di pinnule oblungo-lineari disposte regolarmente lungo il rachide e sullo stesso piano, lunghe 25-60 cm e larghe 1-3 cm, con margine provvisto di minuscole spine o setole; picciolo e rachide sono coperti di corte spine inframezzate da alcune spine brune o nere, lunghe 1-6 cm, tranne alla base del picciolo dove possono superare 10 cm.

Infiorescenze ramificate tra le foglie (interfogliari) racchiuse inizialmente in una spata spinosa, semilegnosa e persistente in frutto, lunga 35-60 cm, con fiori unisessuali giallo verdastri disposti generalmente in triade (un fiore femminile tra due maschili); i fiori femminili maturano prima di quelli maschili favorendo l’impollinazione incrociata.

Spine a profusione ma frutti eduli. Impieghi ornamentali e per recinzioni impenetrabili © Giuseppe Mazza

Spine a profusione ma frutti eduli. Impieghi ornamentali e per recinzioni impenetrabili © Giuseppe Mazza

Frutti da obovoidi a ellissoidi, di 2,5-4,5 cm di lunghezza e 1,5-3 cm di diametro, eduli, di colore porpora scuro a maturità, contenenti generalmente un solo seme.

Si riproduce per seme, in terriccio drenante ricco di sostanza organica mantenuto costantemente umido a 26-28 °C, con tempi di germinazione piuttosto lunghi, anche oltre un anno, e per divisione.

Ampiamente diffusa in natura, ma poco coltivata, presenta, malgrado le robuste spine, un notevole potenziale ornamentale come gruppo isolato o per formare barriere impenetrabili in parchi e grandi giardini esclusivamente delle zone a clima tropicale e subtropicale, non sopportando temperature prossime a 0 °C, avendo cura di posizionarla lontano da luoghi di passaggio e di sosta.

Richiede pieno sole o leggera ombreggiatura e suoli ben drenati, preferibilmente sabbiosi, con ampia disponibilità di acqua. I frutti, dalla polpa giallastra, succosa e dal sapore leggermente acidulo, sono ampiamente consumati dalle popolazioni locali tal quali o utilizzati per ricavarne bevande rinfrescanti e fermentate. I fusti sono usati come pali per le recinzioni, nelle coperture, insieme alle foglie, di ripari permanenti o di fortuna e per fabbricare cesti; per la loro resistenza meccanica, flessibilità e aspetto potrebbero essere vantaggiosamente impiegati, privati delle spine e lucidati, anche per realizzare arredi e oggetti artigianali.

Sinonimi: Palma zagueneti Aubl. (1775); Bactris ovata Stokes (1812); Bactris chaetorhachis Mart. (1844); Bactris demerarana L.H.Bailey (1949); Bactris minax Miq. (1851); Augustinea major (Jacq.) H.Karst. (1857); Augustinea balanoidea Oerst. (1859); Augustinea ovata Oerst. (1859); Bactris cruegeriana Griseb. (1864); Pyrenoglyphis balanoidea (Oerst.) H.Karst. (1869); Pyrenoglyphis major (Jacq.) H.Karst. (1869); Pyrenoglyphis ovata (Oerst.) H.Karst. (1869); Bactris balanoidea (Oerst.) H.Wendl. (1878); Bactris ovata (Oerst.) H.Wendl. (1878); Bactris megalocarpa Trail ex Thurn (1882); Bactris ottostaffeana Barb. Rodr. (1907); Bactris ottostapfiana Barb.Rodr. (1907); Bactris augustinea L.H.Bailey (1933); Bactris superior L.H.Bailey (1933); Pyrenoglyphis chaetorhachis (Mart.) Burret (1934); Pyrenoglyphis ottostapfiana (Barb.Rodr.) Burret (1934); Pyrenoglyphis superior (L.H.Bailey) Burret (1934); Bactris albonotata L.H.Bailey (1947); Bactris beata L.H.Bailey (1947); Bactris broadwayi L.H.Bailey (1947); Bactris cateri L.H.Bailey (1947); Bactris ellipsoidalis L.H.Bailey (1947); Bactris obovoidea L.H.Bailey (1947); Bactris planifolia L.H.Bailey (1947); Bactris swabeyi L.H.Bailey (1947); Pyrenoglyphis cruegeriana (Griseb.) H.Karst. (1969); Bactris major var. megalocarpa (Trail ex Thurn) A.J.Hend. (1995).

 

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