Cebus aequatorialis

Famiglia : Cebidae


Testo © Dr. Ilario Bailot

 

Il Cebo dalla fronte bianca ecuadoriano (Cebus aequatorialis) vive nelle umide foreste dell’Ecuador occidentale e del Perù Nord-Occidentale.

Il Cebo dalla fronte bianca ecuadoriano (Cebus aequatorialis) vive nelle foreste dell’Ecuador occidentale e del Perù nord-occidentale © Ilario Bailot

Il Cebo dalla fronte bianca ecuadoriano o Cappuccino ecuadoriano (Cebus aequatorialis J. A. Allen, 1914), è una delle 25 specie di primati a più elevato rischio di scomparsa sul pianeta tanto da esser collocata nella Red List dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN 2015) in categoria CR (Critically Endangered) ovvero in estremo pericolo di estinzione negli ambienti naturali, il livello che anticipa l’estinzione completa in natura.

Comprendere le cause che hanno condotto nel baratro questa specie è fondamentale poiché in pochi decenni hanno determinato una riduzione di almeno l’80% della popolazione originaria di Cebus aequatorialis. Il Cebo dalla fronte bianca ecuadoriano è innanzitutto un endemismo delle pianure occidentali dell’Ecuador e del Nord-Ovest del Perù, una specie quindi che già in natura ha un areale relativamente limitato e per giunta in luoghi oggetto di una pesante attività di deforestazione che ha portato ad una riduzione del 99% del territorio occupato originariamente da questi animali.

Attivo durante il giorno si muove agilmente fra i rami in gruppi di 5-20 individui guidati da un maschio dominante.

Attivo durante il giorno si muove agilmente fra i rami in gruppi di 5-20 individui guidati da un maschio dominante © Ilario Bailot

La radicale trasformazione del territorio ha determinato la perdita di habitat primari provocando una frammentazione e conseguente isolamento delle popolazioni, peraltro costantemente minacciate, dalla caccia di frodo per la carne, attività di avvelenamento da parte dei coltivatori locali, perché considerate specie nocive, oltre che da epidemie da patogeni estranei alle aree in cui vivono ed infine dalla cattura illegale quale animale da detenere in cattività.

Il genere Cebus, dal greco “kêbos” ovvero scimmia, la traslitterazione di una parola usata da Aristotele per identificare alcune scimmie africane con lunghe code e ripresa solo nel 1777, in pieno Illuminismo, da Johann C. P. Erxleben professore di zoologia all’università di Georg August di Gottinga per identificare alcuni primati neotropicali. Cebus e Sapajus, sono i due generi che costituiscono la famiglia Cebidae mentre la sottofamiglia Cebinae, annovera esclusivamente tutte le specie del genere Cebus, note genericamente come “Cebi senza ciuffo” o “gracili”, ampiamente distribuiti in tutta l’America Centrale e meridionale e caratterizzati da una corporatura slanciata ed arti più lunghi rispetto ai cugini del genere Sapayus.

Talora divide il suo areale con altre specie di Cebus o con scimmie urlatrici come questa Alouatta palliata.

Talora divide il suo areale con altre specie di Cebus o con scimmie urlatrici come questa Alouatta palliata © Juliana Salcedo

Cebus aequatorialis, un tempo considerato sottospecie del Cebo dalla fronte bianca (Cebus albifrons ssp. aequatorialis JA Allen 1914), è stato elevato al rango di specie a seguito del lavoro di Katharine M. Jack e Fernando A. Campos nel 2012, basandosi sul concetto di specie filogenetica supportato dai lavori di indagine genetica di Jean P. Boubli e del suo staff del 2012, di Manuel Ruiz-Garcia tra il 2010 ed il 2018, basati sull’isolamento geografico da altre popolazioni di Cebus albifrons e quelli cranio-morfologici di L. Albuja nel 2018.

Zoogeografia

L’areale di distribuzione della specie come suggerito dal suo nome, riguarda le aree boscose dell’Ecuador occidentale e del Perù Nord-Occidentale con un gradiente altitudinale che va da 0 a 2420 m slm.

Cebus aequatorialis passa buona parte della giornata alla ricerca di cibo. Questo mastica le foglie di Phytelephas macrocarpa, una palma della foresta pluviale, localmente nota come Tagua, che cresce fino a 1200 m d’altitudine.

Cebus aequatorialis passa buona parte della giornata alla ricerca di cibo. Questo mastica le foglie di Phytelephas macrocarpa, una palma della foresta pluviale, localmente nota come Tagua, che cresce fino a 1200 m d’altitudine © Ilario Bailot

Il suo limite settentrionale, secondo gli ultimi rilevamenti, sembra si sia spostato poco più a Nord del Rio Guayllabamba-Esmeraldas mentre quello meridionale pare corrisponda con il Parque Nacional Cerros de Amotape in Perù.

I siti più conosciuti si trovano non lontano dalla costa sull’Oceano Pacifico ma alcuni nuovi siti sono stati identificati ai piedi delle Ande ecuadoriane nella Provincia de Cotopaxi.

Tuttavia ad un territorio relativamente esteso, corrisponde un habitat oramai irrimediabilmente frammentato con scarse possibilità di connessione tra le residue piccole popolazioni, e questo rappresenta una delle maggiori minacce alla sostenibilità della specie e rendendo conseguentemente difficili le stime effettuate dai pochi piani di censimento avviati per questa specie in Ecuador; mentre per il Perù sono estremamente scarse le notizie relative alla specie.

Habitat ed Ecologia

I Cebi dalla fronte bianca ecuadoriani vivono nelle foreste tropicali e subtropicali presenti nelle ecoregioni di Tumbes-Chocò a occidente delle Ande.

Si tratta in realtà di un’ampia varietà di ambienti: le foreste secche ecuadoriane, le foreste umide primarie e secondarie preferenzialmente vicino ai corsi d’acqua, la foresta pluviale indisturbata di Chocò, la foresta premontana oltre alle foreste di mangrovie, dove viene visto come diretto concorrente alla caccia ai granchi da parte delle popolazioni locali, particolarità peraltro documentata solo in periodi di “magra alimentare”. Alle volte è furtivo visitatore di frutteti e piantagioni di cacao, banane e mais e per questo regolarmente perseguitato dalla popolazione locale, avvelenato e cacciato.

Lo studio di Katharine M. Jack e Fernando A. Campos del 2013, mostra come l’ambiente naturale per la specie sia essenziale, suggerendo come le condizioni ambientali per sostenere queste scimmie cappuccine includano una copertura arborea superiore al 25%, stagionalità con temperatura mite, precipitazioni piovose annuali inferiori a 2000 mm e bassa densità di popolazione umana.

Con un regime alimentare piuttosto ampio, Cebus aequatorialis è considerata una specie “generalista”, spaziando dai frutti maturi, noci e semi alle foglie di varie essenze arboree in particolare.

In alcuni studi condotti nella foresta di Cerro blanco in Ecuador, è stato osservato un pannello alimentare costituito da foglie di varie specie di Bromeliaceae, frutti di Vitex gigantica, e appartenenti ai generi Spondias, Eugenia, Ficus e Cecropia.

Poi si accorge che il gruppo ha trovato più in alto fra i rami della canopea dei frutti gustosi.

Poi si accorge che il gruppo ha trovato più in alto, fra i rami della canopea, dei frutti gustosi © Ilario Bailot

In Ecuador, secondo un recente studio di L. Albuja del 2018, sono state individuate più di trenta specie di piante far parte della sua dieta, la quale viene normalmente integrata con artropodi vari tra cui anche imenotteri, uova e piccoli vertebrati arboricoli.

Il ruolo di questi primati, per i sistemi ecologici in cui vivono, è in primis la dispersione involontaria dei semi attraverso gli escrementi, contribuendo in modo sostanziale alla propagazione e germogliazione di nuovi alberi e di conseguenza alla rigenerazione dell’ecosistema.

Morfofisiologia

Cebus aequatorialis è un primate di medie dimensioni che presenta una simmetria bilaterale nel suo corpo quasi perfetta.

Il solo corpo ha una lunghezza di 35-50 cm con una coda che va dai 39,5 cm ai 50 cm, il che rende il loro aspetto piuttosto snello, con code anche più lunghe dei loro corpi. La coda lunga garantisce maggiore stabilità, forza, controllo del movimento e come per le altre scimmie del Sud-Centro America, è prensile, il che significa che possono afferrare i rami, sostenendo addirittura il loro peso durante la ricerca del cibo tra gli alberi, proprio come fosse un quinto arto. I maschi sono solitamente più pesanti delle femmine (3,4 kg contro i 2,9 kg). La massa è concentrata soprattutto sugli arti in modo da rendere più agevole il muoversi abilmente tra gli alberi alla ricerca di cibo.

Quanto alla longevità, non si possiedono al momento dati certi, tuttavia il genere Cebus in natura è piuttosto longevo arrivando anche a 40 anni mentre in cattività possono raggiungere i 45 anni o più.

La pelliccia che ricopre il corpo nella sua quasi totalità, è fitta ma non spessa, presenta una colorazione generale della parte anteriore di color beige/khaki pallido che tende a scurirsi nelle aree prossime al ventre rispetto al petto. Le parti posteriori sono di un marrone pallido di ampia variabilità da individuo a individuo e che tende a diventar color cannella con una linea di pelo più scura che corre lungo la schiena. La faccia e le mani tendono ad un grigio-marrone mentre i piedi sono marrone chiaro. La coda nei maschi, può presentarsi con la punta molto chiara rispetto al resto del corpo.

Etologia-Biologia riproduttiva

Questa, come altre scimmie cappuccine, è una specie attiva nelle ore diurne, che dedica buona parte della sua giornata alla ricerca del cibo, sfruttando tutti gli strati della foresta, dalla volta alla lettiera, ove non solo si reca per recuperare frutti caduti ma anche per cercare invertebrati nascosti, rovistando e manipolando fogliame e rami caduti dalla volta, con sorprendente abilità, caparbietà di azione e facendo uso anche di strumenti, ciò grazie alla loro capacità cerebrale.

Sono scimmie lunghe anche 35-50 cm con una coda prensile della stessa taglia usata spesso come un quinto braccio.

Sono scimmie lunghe anche 35-50 cm con una coda prensile della stessa taglia usata spesso come un quinto braccio © Ilario Bailot

Le analisi biometriche hanno dimostrato come la massa encefalica si presenta nettamente più grande rispetto a quanto ci si potrebbe attendere dal loro peso corporeo.

Oltre alla ricerca del cibo il tempo viene impiegato a rafforzare i legami sociali, poiché questa è una specie che svolge vita di gruppo, anche se raramente, sono stati osservati individui solitari.

I gruppi, formati da più femmine e più maschi, sono costituiti da 5-20 membri al fine di garantire la sicurezza e soddisfare le diverse esigenze sociali da essere così intense, da rendere difficoltosa la vita in solitaria.

Queste scimmie possono anche congiungersi con gruppi di altre specie come le scimmie ragno o le scimmie urlatrici oppure unirsi in certe situazioni ad altre del genere Cebus, nei casi in cui vi sia una sovrapposizione di aree di distribuzione. Sembrerebbe da recenti ricerche, che un tempo le dimensioni dei gruppi fossero maggiori e che si siano progressivamente ridotte a seguito della scarsità di risorse naturali a disposizione.

Lo svolgere della vita di gruppo è molto attivo ed oltre ad attività di foraggiamento, tutti dedicano molto del loro tempo all’interazione tra individui attraverso il grooming (spidocchiarsi), cha aiuta a rinsaldare i rapporti sociali, sebbene solitamente il maschio e la femmina dominanti ricevono il grooming, senza eseguirlo agli altri membri del clan. Solitamente le femmine adulte tendono ad essere leggermente più numerose dei maschi adulti, e le femmine immature rispetto alle femmine mature conservano in media un rapporto elevato con una media di circa 1,5.

Si è potuto vedere che la maggior parte dei gruppi sono costituiti da femmine adulte con un leader maschio dominante ed un numero di maschi solitamente più giovani che non mostrano comportamenti aggressivi eccetto quando maschi di gruppi diversi si incontrano nel territorio di foraggiamento.

Da un punto di vista comunicativo non sono stati condotti studi approfonditi, pare comunque seguano i meccanismi di altre specie di Cebus, cioè richiami vocali, movenze ed espressioni corporali, come usare gli arti per indicare cose o sollevare le sopracciglia per esprimere un stato emotivo, mostrare i denti in segno di minaccia o urlarsi addosso per esprimere disagio. Tipici sono i forti richiami per segnalare la loro posizione ad altri membri del gruppo, così come dei deboli ed intermittenti squittii quando svolgono un’attività che conferisce loro uno stato di benessere, come il nutrirsi, oppure una sorta di fusa durante le attività di grooming oltre che una sorta di curioso “balbettio eccitato”.

Inoltre come riscontrabile in certe situazioni nella specie umana, possono saltare e spezzare rami quando sono fortemente eccitati, ad esempio quando hanno sopraffatto un gruppo rivale e sono certi di trovarsi in zona sicura.

Si tengono in contatto con richiami vocali ma anche con gesti o sollevando le sopracciglia, talora con uno sguardo dissuasivo come in questo caso.

Si tengono in contatto con richiami vocali ma anche con gesti o sollevando le sopracciglia, talora con uno sguardo dissuasivo come in questo caso © Ilario Bailot

I cebi dalla fronte bianca ecuadoriani, sono una specie elusiva non facile da incontrare e tantomeno da avvicinare da parte dell’uomo, ciò comporta una forte difficoltà nell’effettuare un programma di monitoraggio.

Quanto alla biologia riproduttiva della specie, non si possiedono molte informazioni. Le femmine raggiungono la maturità sessuale tra i 4 ed i 7 anni di età mentre i maschi sono un po’ più tardi di circa un anno; tuttavia il raggiungimento di tale fase non garantisce una gravidanza di successo; per tale ragione si considera raggiunta la dimensione corporea adatta a garantire il successo riproduttivo intorno ai 15 anni.

Pare probabile dalle osservazioni svolte, che i maschi adulti dominanti tendano ad accoppiarsi con più femmine attraverso un rituale che al momento non si conosce ma, anche se si ritiene osservando specie affini, che si svolga attraverso l’inseguimento da parte delle femmine dei maschi attraverso dinamiche che vanno poi ad innescare l’interesse all’accoppiamento dei medesimi. Trascorso il periodo di gravidanza, di cui non si hanno informazioni certe, nasce un solo cucciolo il cui svezzamento dura diverse settimane.

Questo si nutre di frutta ma è una specie dal regime alimentare molto vario. Quando recupera i frutti caduti rovista infatti la lettiera alla ricerca di invertebrati nascosti.

Qui si nutre di frutta ma è una specie dal regime alimentare molto vario. Quando recupera i frutti caduti rovista infatti nella lettiera alla ricerca di invertebrati nascosti © Olivia Crowe

Questo è un periodo in cui il piccolo rimane la maggior parte del tempo aggrappato a sua madre, lasciando la presa solo occasionalmente per esplorare l’ambiente circostante. Il cucciolo riceve le cure materne per circa un anno, trascorso il quale entra nella fase giovanile ove verrà accudito dal gruppo nel suo insieme in modo da disimpegnare la madre affinché possa nuovamente entrare in estro nella prossima stagione degli amori. In realtà nei clan di questi primati si sviluppa un comportamento alloparentale detto “allomothering”, ove maschi e femmine del gruppo collaborano uniti alla cura dei piccoli ed i giovani di età inferiore ai due anni, vengono accuditi ed allattati dalle femmine dominanti del clan.

Stato delle popolazioni, conservazione e minacce

Cebus aequatorialis è incluso nell’Appendice II CITES ed è illegale cacciarla o commerciarla sia in Ecuador che in Perù, tuttavia il bracconaggio a fini alimentari o commerciali e l’avvelenamento perché ritenuta nociva ai coltivi, sono problematiche reali e di difficile contrasto in tali regioni.

Foglie, fiori e germogli sono comunque, come per le scimmie urlatrici e in genere i primati che vivono sugli alberi, il piatto forte della loro dieta.

Foglie, fiori e germogli sono comunque, come per le scimmie urlatrici e in genere i primati che vivono sugli alberi, il piatto forte della loro dieta © Andreas Kay

Il territorio ecuadoriano dalla metà degli anni ’70 è stato oggetto di realizzazione di strade di penetrazione finalizzate ad attività estrattivo-minerarie ed all’ottenimento di legname pregiato portando negli ’80, ad una colonizzazione di stampo agricolo estensivo proiettata a monocolture e pascolo dei bovini, conducendo le aree ad una incontrollata quanto scellerata deforestazione.

La perdita delle foreste a causa delle attività di disboscamento praticate in modo sistemico quanto indiscriminato in tutte le pianure occidentali dell’Ecuador, dalla costa oceanica sino ai piedi delle Ande, ha determinato l’irrimediabile scomparsa degli habitat più preziosi in biodiversità e di difficile ricostituzione, come la foresta primaria o nel migliore dei casi, la loro frammentazione così come quella delle popolazioni di animali in cui essi vivevano.

Le poche e ridotte popolazioni sopravvissute, come nel caso del Cebus aequatorialis, sono sopraffatte dall’isolamento e dal conseguente scarso o addirittura nullo rinnovo genetico nelle ultime tre generazioni (48 anni) e per giunta le ultime porzioni di foresta rimaste integre, continuano ad essere sottoposte a deforestazione e degrado incalzate da attività agricole e minerarie.

Un giovane maschio. Cebus aequatorialis è una specie a forte rischio di estinzione per la deforestazione, la caccia di frodo per la carne o la cattura illegale per la vita in cattività, gli avvelenamenti da parte degli agricoltori che vedono minacciati i raccolti, e soprattutto la frammentazione delle popolazioni sul territorio.

Un giovane maschio. Cebus aequatorialis è una specie a forte rischio di estinzione per la deforestazione, la caccia di frodo per la carne o la cattura illegale per la vita in cattività, gli avvelenamenti da parte degli agricoltori che vedono minacciati i raccolti, e soprattutto la frammentazione delle popolazioni sul territorio © Juliana Salcedo

Alcuni rari gruppi isolati rimangono in poche aree protette ma bisogna anche fare i conti con quella che è una limitata capacità di carico totale delle aree medesime, che già poco estese, non possono contenere oltre un certo numero di individui.

Cebus aequatorialis rappresenta un caso emblematico, dove la priorità è la protezione dell’habitat rimasto ed anche se la maggior parte delle aree in cui si trova la specie sono aree protette, è più che mai necessaria un’ulteriore salvaguardia e buona gestione delle risorse terrestri ed idriche al fine di limitare un’ulteriore frammentazione a causa di attività umane e dalla realizzazione di infrastrutture che distruggono, separano e modificano irrimediabilmente l’ambiente.

I progetti indirizzati all’acquisizione e la messa a protezione di nuove aree naturali o naturalizzabili, attraverso un processo di ricostruzione della diversità e dell’abbondanza della fauna selvatica, rappresentano oramai un indirizzo fondamentale e soprattutto, in regioni spesso soggette ad instabilità politica, l’iniziativa privata diventa quanto mai un valore aggiunto in supporto alle già deboli istituzioni pubbliche.

 

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