Chrysocyon brachyurus

Famiglia : Canidae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

Chrysocyon brachyurus, Crisocione, Lupo dalla criniera, Lupo dalla gualdrappa, Canidae

Per certi versi il Chrysocyon brachyurus sembra una volpe, ma è il più alto canide selvatico © Giuseppe Mazza

Il Crisocione, detto anche Lupo dalla criniera o Lupo dalla gualdrappa (Chrysocyon brachyurus Illiger, 1817) è uno strano canide “spilungone” appartenente all’ordine dei Carnivori (Carnivora) e alla famiglia dei Canidi (Canidae). Appartiene, come unica specie, al genere Chrysocyon (Smith, 1839) ed alla specie Chrysocyon brachyurus.

Il nome del genere “Chrysocyon” deriva dal greco “χρυσός” (crysos) = oro e “κύων” (kyon) = cane e significa letteralmente “cane dorato”

Il nome della specie “brachyurus “ deriva dal grco “βραχύς” (brachys) = corto e “οὐρά” (ura) = coda in referimento alla coda, non lunga, di questo animale.

Zoogeografia

Il Crisocione è il più grande canide del Sud America. È diffuso nel Brasile centrale e sudorientale, fino a occupare parte del Paraguay, della Bolivia orientale e dell’Argentina settentrionale.

Ecologia-Habitat

Il suo habitat tipico è costituito dalle savane aperte e dalle praterie, anche se parzialmente coperte a cespugli e alberi sparsi. In Paraguay vive anche ai margini delle foreste e vicino a paludi e fiumi.

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Specie arcaica, discende da un antenato dei lupi estinto nel Pleistocene © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Il Crisocione ha una forma alta, spigolosa, slanciata e sembra, a causa delle lunghe zampe (è il più alto canide selvatico) e delle movenze, quasi dotato di trampoli.

Ha una lunghezza di circa 100-125 cm, un’altezza al garrese di 85-107 cm e un peso sui 18-34 kg. Il Crisocione ha un mantello morbido e fluttuante con peli piuttosto lunghi, di colore rossiccio-giallastro-bruno più dorati ai lati, con porzioni nere localizzate alle zampe (porzioni medio-distali), al mento, in una macchia scura appuntita presente alla base del collo (sotto il sottogola bianco) e in una linea centrale del dorso.

Il pelo lungo, rado e nero, presente sul dorso (soprattutto nella zona del garrese), è molto evidente tanto da aver fatto guadagnare alla specie anche il nome di “Lupo dalla criniera”.

La criniera e i lunghi peli, lungo tutta la parte dorsale del corpo fino alla coda inclusa, possono essere vistosamente sollevati segnalando lo stato d’animo dell’animale. Sollevando il pelo, l’animale, appare più grande; ciò torna utile se si sente minacciato. La coda è abbastanza corta, lunga 25-45 cm circa, e termina con un ciuffo bianco.

Bianca è un’ampia macchia del sottogola (una sorta di ampia bavetta-pettorina). I denti sono in numero regolare, secondo il modello dei canidi, ma mostrano un adattamento particolare dei molari che risultano essere poco affilati e piuttosto allargati indicanti un adattamento ad una dieta ad integrazione vegetariana.

Ha orecchie molto grandi, internamente rivestite da peluria biancastra, e muso lungo, sfumato di scuro e affilato. Ha occhi non molto grandi con iride bruna e aspetto cisposo. L’aspetto della testa, abbinato al mantello prevalentemente fulvo, lo fanno assomigliare a una sorta di grande e alta Volpe (Vulpes vulpes).

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Nella corsa procede a grandi balzi, portando avanti le zampe posteriori © Giuseppe Mazza

In effetti, il Crisocione, sia dal punto di vista comportamentale che fisiologico è più vicino alle volpi (anche se appartiene ad un genere completamente diverso) che non al Lupo (Canis lupus). Recenti studi di genetica dimostrano che il Crisocione non è strettamente imparentato con gli altri canidi viventi; rappresenterebbe una specie sopravvissuta, arcaica, di grandi mammiferi sudamericani estinti del Pleistocene.

Etologia-Biologia riproduttiva

Gli adattamenti così particolari del Crisocione all’ambiente aperto della savana in cui vive, ne fanno una specie con pochi nemici e relativamente indisturbata nella ben isolata nicchia ecologica nella quale vive.

I crisocioni vivono talvolta a coppie, soprattutto durante l’allevamento della prole, altre volte in modo isolato.

Perlustrano, il territorio nel quale vivono, alla ricerca di prede generalmente di piccole e medie dimensioni; le lunghe zampe sono necessarie per consentirgli di muoversi agilmente tra l’erba molto alta del suo habitat.

Nella maggioranza dei casi, le prede sono costituite da conigli, cavie selvatiche e altri piccoli mammiferi, lucertole, uccelli, uova, artropodi, pesci.

Tra gli alimenti di origine vegetale, il Crisocione in natura, si nutre di frutta, bacche, tuberi, dei frutti di una palma (Copernicia australis) e dei frutti del pomodoro selvatico (Solanum lycocarpum). Il pomodoro selvatico, chiamato anche “frutto del lupo”, ha proprietà curative per il Crisocione (contrasterebbe problematiche renali) ; la pianta viene attivamente disseminata grazie agli escrementi sparsi nell’ambiente dall’animale stesso. Secondo alcuni studi, i vegetali possono arrivare a costituire fino a quasi il 50% della dieta.

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Al passo, come le giraffe, solleva contemporaneamente le due zampe dello stesso lato © Giuseppe Mazza

La tecnica di caccia del Crisocione, non vivendo in branchi, è ben diversa dai lunghi inseguimenti dei lupi e dei licaoni, ma neppure assomiglia totalmente alle caute ricerche della volpe: il crisocione si muove lentamente tra le alte erbe della prateria e, non appena vede una potenziale preda, la afferra con uno scatto (balzi improvvisi), la scuote fortemente per tramortirla e la inghiotte velocemente dopo aver dato pochi morsi.

Ha abitudini prevalentemente crepu- scolari notturne.

Il Crisocione si muove con un’andatura molto caratteristica. Quando è al passo, solleva contemporaneamente le due zampe dello stesso lato, spostando il peso sulle altre due appoggiate.

Ne deriva un passo ondeggiante che si trasmette al corpo e che ricorda, in piccolo, l’andatura delle giraffe (Giraffa camelopardalis).

Quando invece è al galoppo, sa essere, per brevi tratti molto veloce.

Nella corsa le zampe posteriori vengono portate davanti alle anteriori consentendo l’esecuzione di grandi balzi. Poiché le sue zampe posteriori sono più forti e più lunghe di quelle anteriori, il Crisocione, è anche in grado di superare, con un unico salto, ostacoli notevoli.

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Tende agguati a piccoli animali, specialmente conigli, ma i vegetali possono costituire il 50% della dieta © G. Mazza

Non è in grado, tuttavia, di correre per lunghi periodi. Poiché la sua tecnica di caccia non si basa sull’inseguimento della preda ma sullo scovarla, sorprenderla e catturarla con balzi e poiché non ha nemici naturali tali da preoccuparlo, non si è sviluppata in questa specie una grande resistenza alla corsa.

Per questo motivo il Crisocione potrebbe essere facile vittima di cacciatori a cavallo, che lo inseguissero nell’ambito di grandi spazi aperti nelle praterie. Il Crisocione non attacca l’uomo, ed anche se è molto timido, alle volte non sembra esserne particolarmente impaurito.

In un incontro casuale, tra animale e uomo, non avvengono generalmente fughe precipitose quanto comportamenti dove l’intruso viene tenuto a distanza e ignorato.

Il Crisocione ha un odore pungente e non gradevole molto caratteristico; all’ interno di uno zoo, ad esempio, è molto facile percepire quando ci si sta avvicinando al reparto dov’è ospitato. È principalmente l’urina, utilizzata per marcare il territorio, ad avere l’odore caratteristico della specie. Le coppie possono difendere territori di alcune decine di km attraversate da sentieri creati dagli animali stessi. Al di fuori del periodo riproduttivo più esemplari possono ritrovarsi negli stessi luoghi di caccia se questi offrono la presenza di molte prede. La gestazione dura poco più di due mesi (65-68 giorni) e la cucciolata è generalmente costituita da 2-6 cuccioli.

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Anche se i denti rispecchiano lo schema dei canidi, i molari sono poco affilati, larghi e piatti © Giuseppe Mazza

I cuccioli, da piccoli, presentano una pelliccia nerastra uniforme. I piccoli vengono accuditi dai genitori per circa un anno. In cattività, i crisocioni, pur mantenendo un atteggiamento distaccato e guardingo arrivano ad accettare bocconi prelibati dalle mani di chi li accudisce. Questa specie, purtroppo, un grande nemico ce l’ha : ” l’uomo” ; è infatti oggetto di caccia organizzata e spietata perché ritenuto responsabile di razzie nei confronti degli animali domestici.

Le eventuali prede domestiche del Crisocione sono costituite da esemplari di pollame. La specie è chiaramente e drammaticamente in declino numerico. Ma non basta promulgare leggi di protezione, inefficaci sul piano pratico, più importante risultano essere opere di informazione e sensibilizzazione delle persone locali in particolar modo per dimostrare la reale ridicola incidenza del Crisocione sul patrimonio zootecnico, per dimostrare la sua non pericolosità e la mitezza di comportamento e per sottolineare la sua utilità nel contenere le popolazioni di roditori.

È importante, quindi, che campagne di informazione e prevenzione vengano sempre più realizzate. La specie è abbastanza presente nelle strutture zoologiche, che hanno sempre ambito annoverare questo strano animale tra le proprie collezioni. Questi esemplari ambasciatori della propria specie nel mondo, vengono ora allevati in cattività con discreto successo. Il Crisocione può avere una longevità di 13-16 anni.

Sinonimi

Canis brachyurus, Canis campestris, Canis isodactylus, Canis jubatus, Vulpes cancrosa.