Colpothrinax wrightii

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è endemica di Cuba dove è presente esclusivamente nella provincia di Pinar del Rio e nell’Isola della Gioventù (Isla de la Juventud, già Isla de Pinos), sia nelle foreste di pini ( Pinus tropicalis Morelet 1851) inondate stagionalmente, che nelle savane semiaride, prevalentemente su sabbie bianche e terreni quarziferi, a basse altitudini.

Il nome generico deriva dalla combinazione del sostantivo greco “κόλπος” (cólpos) = seno, grembo, ventre, per il caratteristico rigonfiamento presente intorno alla parte centrale del fusto, e del nome del genere Thrinaxcui queste piante somigliano; la specie è dedicata all’esploratore e raccoglitore botanico americano Charles (Carlos) Wright (1811-1885).

Colpothrinax wrightii in natura. Endemica di Cuba, questa palma ha un caratteristico rigonfiamento nella parte centrale del fusto, riserva d’acqua per i periodi di siccità © Pietro Puccio

Colpothrinax wrightii in natura. Endemica di Cuba, questa palma ha un caratteristico rigonfiamento nella parte centrale del fusto, riserva d’acqua per i periodi di siccità © Pietro Puccio

Nomi comuni: barrel palm, belly palm, bottle palm, Cuban barrel palm, Cuban belly palm, Cuban bottle palm (inglese); barrigona, palma barrigona, palma barrigona de la Vuelta Abajo (Cuba).

La Colpothrinax wrightii Schaedtler (1875) è una specie monoica inerme solitaria, eretta, alta fino a oltre 10 m, con un robusto fusto di 30-40 cm di diametro che negli esemplari adulti presenta, intorno o sotto la parte centrale, un rigonfiamento fino a 80 cm di diametro, e in qualche caso oltre, probabile adattamento della pianta al clima spiccatamente stagionale, come riserva d’acqua per i periodi di secco. Nelle piante giovani la superfici esterna del fusto è rugosa, solcata longitudinalmente e di colore bruno, crescendo lo strato esterno si stacca, in tutto o in parte, rivelando una superficie liscia e di colore grigiastro.

In coltura, come qui accanto all’acqua, il rigonfiamento può mancare. Resiste alla salsedine e a brevi crolli termici a 0 °C, ma figura nella "lista rossa", a rischio per l’espansione agricola e il prelievo di foglie e fusti © Giuseppe Mazza

In coltura, come qui accanto all’acqua, il rigonfiamento può mancare. Resiste alla salsedine e a brevi crolli termici a 0 °C, ma figura nella “lista rossa”, a rischio per l’espansione agricola e il prelievo di foglie e fusti © Giuseppe Mazza

Chioma pressoché sferica con foglie, su un picciolo lungo fino a 1,5 m, costapalmate, cuneiformi, di 1,4-1,6 m di lunghezza, di colore verde scuro superiormente più chiare inferiormente, incise in numerosi segmenti lineari-triangolari piuttosto rigidi, con apice pendente bifido, lunghi al centro fino a 1,1 m e larghi circa 3 cm, uniti alla base per circa un terzo della loro lunghezza. La base fogliare è provvista ai margini di fibre piatte intrecciate di colore bruno chiaro, di 0,6-0,8 cm di larghezza, che avvolgono il fusto nella parte più giovane. Infiorescenze tra le foglie (interfogliari), più corte delle stesse, tomentose, pendenti in frutto, con 4 ordini di ramificazioni e numerose rachille di colore inizialmente giallo, poi arancio rossastro in frutto, lunghe 4-18 cm.

Fiori ermafroditi sessili disposti a spirale, di circa 8 mm di diametro, carnosi, di colore giallo, con 3 carpelli e 6 stami. I frutti sono globosi, di 1,5-2 cm di lunghezza e 1,4-1,8 cm di diametro, di colore inizialmente verde, poi bruno nerastro a maturità, contenenti un solo seme di 0,8-1,2 cm di diametro.

Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per tre giorni, in terriccio sabbioso acido o neutro mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione a partire da circa 1 mese. La crescita iniziale è particolarmente lenta e la mortalità nei primi mesi elevata.

La Colpothrinax wrightii è indubbiamente una delle più caratteristiche e particolari palme cubane, ma poco presente fuori dell’isola, forse per la lenta crescita e per il meno pronunciato rigonfiamento del fusto presente nelle piante coltivate in condizioni climatiche e di suolo diverse da quelle di origine.

Sembra adatta esclusivamente alle zone a clima tropicale e subtropicale, non sopportando temperature prossime a 0 °C, se non eccezionali e di brevissima durata. Richiede pieno sole e terreni drenanti, neutri o acidi, mal sopportando quelli alcalini, può resistere da adulta a lunghi periodi di siccità, ma in coltivazione, trae vantaggio da regolari innaffiature in estate, in assenza di piogge, mentre in inverno andrebbe tenuta piuttosto asciutta. Sopporta moderatamente i venti salmastri, può quindi essere impiegata in giardini prossimi al mare. Le foglie sono abitualmente utilizzate come copertura di abitazioni rurali e per realizzare vari oggetti di uso comune. Il fusto rigonfio è stato impiegato in passato, e in parte continua ad esserlo, per realizzare contenitori di vario genere, anche per acqua, abbeveratoi, alveari, canoe, mobili e nelle costruzioni, soprattutto come elemento portante angolare. I frutti infine sono utilizzati nella alimentazione del bestiame.

A causa della crescente antropizzazione, dell’espansione delle aree agricole, della scarsa rigenerazione e, soprattutto, dell’uso dei fusti sopra menzionato, il numero di individui in natura si è notevolmente ridotto tanto da mettere in pericolo la sua sopravvivenza, per tale motivo la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature) come “vulnerabile” (specie a rischio di estinzione in natura).

Sinonimi: Pritchardia wrightii (Schaedtler) Becc. (1908).

 

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