Corypha utan

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La Corypha utan è una palma spettacolare per i grandi giardini dei triopici © Giuseppe Mazza

La Corypha utan è una palma spettacolare per i grandi giardini dei triopici © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Australia (Northern Territory e Queensland), Borneo, Cambogia, Filippine, India, Indonesia, Isole Andamane, Laos, Myanmar, Malaysia, Papua Nuova Guinea, Sulawesi, Sumatra, Thailandia e Vietnam, dove vive nelle savane e foreste monsoniche dal livello del mare a circa 500 m di altitudine.

Il nome generico deriva dal greco “coryphe” = cima, punta, con probabile riferimento alla grande infiorescenza terminale; la derivazione del nome specifico non è stata precisata dall’autore, ma fa comunque riferimento a quello locale, “lontar utan”, riportato da Rumphius (ca. 1627 - 1702) nel suo ‘Herbarium amboinense’.

Nomi comuni: agel palm, buri palm, gebang palm (inglese); buli, buri, silag (Filippine); gebang, gewang, lontar utan (Indonesia); laan pru, lan pru (Thailandia); palapeira, tali (Timor Est).

La Corypha utan Lam. (1786) è una specie solitaria, monoica, monocarpica (fiorisce una sola volta e poi muore), con un fusto alto fino a 25 m e diametro fino a circa 60 cm, di colore grigiastro, coperto, in prossimità della chioma, dai residui dei piccioli disposti a spirale, mentre la parte più vecchia del fusto ne è priva, rimangono solo le tracce in rilievo, distanti tra loro circa 10 cm, della loro attaccatura.

Le foglie sono costapalmate, di colore verde vivo, larghe circa 2-4 m e divise in numerosi segmenti, lunghi al centro fino a 1,6 m, inizialmente rigidi, poi penduli, uniti alla base per circa 2/3, o meno, della lunghezza. I piccioli sono lunghi 2,5-4 m, di colore verde, grigiastri alla base, con i margini armati di robuste spine ricurve lunghe fino a 2,5 cm.

L’infiorescenza, su un corto peduncolo, è terminale, piramidale, molto ramificata, densa, alta 4-8 m e larga alla base 5,6 m portante alcuni milioni di fiori ermafroditi di colore bianco crema. La fioritura avviene quando la pianta ha raggiunto un’età tra 40 e 60 anni, durante i quali la palma ha accumulato nel fusto una grande quantità di amido che si trasforma in zuccheri che servono a produrre l’enorme infiorescenza. I frutti sono globosi di 3 cm di diametro, di colore bruno giallastro, contenenti un solo seme; terminata la maturazione dei frutti, la pianta, come detto, muore. Si riproduce per seme, utilizzando vasi profondi 15-20 cm, che germina in circa 4 mesi.

Specie spettacolare per le dimensioni della chioma, lo è ancor più al momento della fioritura; è adatta a climi tropicali e subtropicali in pieno sole, piante adulte possono sopportare, pur con gravi danni alle foglie, temperature intorno a -2 °C per brevissimo periodo, ma non sopportano i lunghi periodi di temperature relativamente basse che si hanno nei climi temperato caldi di tipo mediterraneo.  Il suo uso come pianta ornamentale è necessariamente molto limitato, ha bisogno infatti di ampi spazi non solo per le sue dimensioni e per poterla apprezzare appieno, ma anche per i problemi connessi al suo “smaltimento” dopo la fioritura.

Localmente molto diffusa, le sue foglie sono utilizzate come coperture e pareti di capanne e ripari di fortuna, le fibre ricavate dai piccioli e dalle foglie servono per confezionare cordami, copricapo, ceste ed altri oggetti di uso comune. L’apice vegetativo (cuore di palma) è a volte consumato come ortaggio, dalla linfa raccolta incidendo la base dell’infiorescenza si ricava zucchero e, fermentata, una bevanda alcolica; in periodi di carestia viene estratto l’amido dal fusto.

Sinonimi: Borassus sylvestris Giseke (1792); Gembanga rotundifolia Blume (1825); Taliera gembanga Blume (1830); Taliera sylvestris Blume (1830); Corypha elata Roxb. (1832); Corypha gebang Mart. (1838); Corypha sylvestris Mart. (1838); Corypha gembanga (Blume) Blume (1839); Taliera elata (Roxb.) Wall (1840); Corypha macropoda Linden ex Kurz (1874); Corypha macrophylla Roster (1904); Livistona vidalii Becc. (1905); Corypha griffithiana Becc. (1921).

 

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