Crithmum maritimum

Famiglia : Apiaceae

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Testo © Prof. Giorgio Venturini

 

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Unica specie appartenente al genere Crithmum, il Crithmum maritimum cresce fra gli scogli in riva al mare dove forma cuscini cespugliosi di oltre 50 cm. Le foglie sono carnose e commestibili, ricche di vitamina C e virtù medicinali © Mazza

Unica specie appartenente al genere Crithmum, il Finocchio di mare (Crithmum maritimum, Linneo 1753) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Apiaceae.

Il nome generico Crithmum deriva al Greco κριθη (krithe) = orzo, per la forma dei semi simili a quelli dell’orzo, mentre lo specifico maritimum = marittimo in latino fa riferimento al suo habitat. κρηθμος e κρηθμον (krethmos e krethmon) sono i nomi greci con cui veniva indicata la pianta.

In italiano è detto finocchio di mare, per l’habitat, la forma e il sapore, e anche erba di San Pietro, forse perchè San Pietro è il patrono dei pescatori e la pianta è di ambiente marino.

Il nome inglese del finocchio di mare, “samphire” o “rock samphire”, in realtà attribuito anche ad altre piante costiere, deriva dal termine del ‘500 “sampere”, cioè “St. Pierre”. A questa pianta è dedicato il Samphire Hoe Country Park, un parco inglese presso Dover, creato con la terra estratta durante gli scavi del Tunnel della Manica. I diversi nomi dialettali italiani sono in genere varianti dei termini finocchio marino, San Pietro, spaccasassi, critamo e, in Toscana e Liguria, Bacicci, probabilmente in ricordo del termine latino “Batide”. Plinio usava infatti il termine “batis” per il Crithmum; baticula, bacicchia e nomi simili sono di uso tardo romano e medioevale, soprattutto in Provenza, da cui probabilmente la diffusione in Liguria.

Il Crithmum maritimum è originario delle regioni Mediterranee. Diffuso lungo le coste del Mediterraneo e di parte del Mar Nero, lo troviamo anche sulle coste Atlantiche di Francia, Spagna, Inghilterra e Irlanda fino alle Canarie. La presenza in Nord America è di origine antropica.

Cresce preferenzialmente sulle falesie sulle scogliere, sui moli e sulle spiagge ghiaiose. Pianta alofila, è una delle poche specie capaci di sopravvivere in ambienti regolarmente esposti agli spruzzi delle onde marine o in terreni impregnati di sale marino. Questa pianta caratterizza la tipica associazione vegetale costiera detta appunto Critmeto. Lo troviamo raramente lontano dal mare, ma sporadicamente su vecchie muraglie e su ghiaie anche nell’entroterra. La raccolta indiscriminata ha provocato la rarefazione della specie in molte regioni costiere altamente antropizzate.

Incurante della siccità e della salsedine fiorisce in piena estate fra luglio e settembre © Giuseppe Mazza

Incurante della siccità e della salsedine fiorisce in piena estate fra luglio e settembre © Giuseppe Mazza

Oltre che alla salinità il Crithmum maritimum è molto resistente alla siccità ed è una delle poche piante mediterranee che fiorisce in piena estate.

Questa sua resistenza è dovuta sia al fatto che la radice penetra molto in profondità nel suolo sino a raggiungere terreni umidi, sia alle peculiari caratteristiche delle foglie. Le foglie molto carnose trattengono infatti una elevata quantità d’acqua e sono rivestite da una cuticola cerosa che previene sia l’eccessiva evaporazione che la sottrazione di acqua per osmosi, dovuta alle caratteristiche igroscopiche del sale marino. La cuticola previene inoltre la penetrazione del sale marino. La presenza di foglie carnose e rivestite da una cuticola cerosa è propria anche delle piante dei climi desertici.

Pianta rizomatosa, con fusti robusti e ramificati a zig-zag, scanalati, spesso legnosi alla base, il finocchio di mare riesce, in ambienti adatti, a formare cuscini cespugliosi di oltre 50 cm di diametro.

Le foglie sono basali, cerose, composte, bi-tripennatosette costituite da foglioline lanceolate appuntite di 1-2 cm, carnose, simili a quelle di una pianta grassa, di colore verde-glauco, con un lungo picciolo che ha alla base una guaina che avvolge il fusto. La forma generale delle foglie ricorda quella delle corna del cervo.

I fiori, presenti da luglio a settembre, sono piccoli, di 2-4 mm, con petali arrotondati bianchi o giallastri o più raramente rosei, portati in ombrelle a 10-30 raggi, a loro volta suddivise in ombrellette circondate da brattee. La radice rizomatosa è carnosa e robusta, con andamento strisciante e può allungarsi fino a 5 metri.

Quando, dopo 2-3 anni di vita, la pianta fiorisce, la radice principale si riduce fino a scomparire e da una rosetta basale emergono nuovi fusti fioriferi che a loro volta producono radici. Si verifica quindi in questo caso una moltiplicazione vegetativa. Questa proprietà viene anche sfruttata nella coltivazione del finocchio di mare, dove la moltiplicazione si esegue per divisione dei cespi.

I frutti, ovali, sono costituiti da due acheni e sono solcati da 10 costole longitudinali. A maturazione, alla fine dell’estate, assumono un colore porpora. La pianta è ermafrodita e la impollinazione essenzialmente entomogama.

Tutta la pianta è intensamente aromatica con un odore misto al finocchio e alla menta, di sapore amarognolo e leggermente piccante. Il finocchio di mare viene utilizzato fin dall’antichità a scopo medicinale e come apprezzata pianta alimentare.

I fiori di 2-4 mm, con petali arrotondati bianchi o giallastri o più raramente rosei, sono portati da ombrelle con 10-30 raggi, a loro volta suddivise in ombrellette circondate da brattee © G. Mazza

I fiori di 2-4 mm, con petali arrotondati bianchi o giallastri o più raramente rosei, sono portati da ombrelle con 10-30 raggi, a loro volta suddivise in ombrellette circondate da brattee © G. Mazza

La raccolta del Crithmum era molto diffusa nei secoli scorsi e Shakeasperare nel Re Lear (atto IV scena VI) parla dei pericoli cui i raccoglitori si esponevano arrampicandosi sulle rupi scoscese “A metà strada cade colui che raccoglie l’erba di San Pietro, lavoro terribile!”

Il Botanico inglese della prima metà dell’800, W.A. Bromfield riferisce che i proprietari esigevano una pesante imposta per permettere la raccolta del finocchio di mare nelle loro terre e lo sfruttamento commerciale nel passato aveva tali dimensioni da provocare una grave rarefazione della pianta in alcune regioni. Nell’800 le piante raccolte venivano portate ai mercati di Londra in botti di acqua di mare.

Oggi la pianta è protetta in alcune regioni, ad esempio in Inghilterra dove la raccolta è vietata, e per l’uso alimentare o erboristico si ricorre alla coltivazione in orti.

Il sapore piccante, leggermente salato ed un profumo molto simile a quello del finocchio ne fanno apprezzare ancora oggi le foglie carnose, tanto in insalate quanto in salse aromatiche, cotte nel burro come guarnizione a piatti di carne, fritte oppure conservate sotto aceto. Tra le numerose ricette reperibili, alcune risalenti alla fine del ‘500, si riportano come esempi: insalate miste, vellutata, risotto, zuppe, torte rustiche di verdure, sformati, sottaceti, salse per condimenti.

La pianta è ricca di vitamina C e questo la rende in realtà un ottimo antiscorbutico. E noto che in passato sulle coste del Mediterraneo i marinai portavano a bordo scorte di finocchio di mare fresco o conservato sotto aceto, come un alimento gradevole e capace di prevenire lo scorbuto.

Plinio cita la funzione contro la gotta e di lassativo, Dioscoride ricorda che “le radici, i semi e le foglie, cotte con vino e bevute, sono utilizzate per la ritenzione urinaria, l’itterizia e provocano il mestruo”.
Veniva anche utilizzato contro i morsi dei serpenti.

Anche la medicina popolare moderna e l’erboristeria attribuiscono al Crithmum diverse proprietà terapeutiche; viene usato come vermifugo e per migliorare la funzionalità del fegato o per l’insufficienza urinaria, come eupeptico, coleretico e galattogogo, come depurativo e contro il meteorismo.

Per l’uso medicinale si ricorre sia alle foglie fresche che al succo o a tinture peparate in alcol o in vino o a decotti e olii essenziali.

Come la maggior parte delle Apiacee anche il Crithmum contiene diversi olii essenziali, tra i quali ricordiamo l’eugenolo, il timolo, il carvacrolo e il critmene, isolato per la prima volta proprio dal Crithmum.

Sinonimi: Crithmum canariense Cav.

 

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