Cryosophila guagara

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria del Costa Rica (Puntarenas e San José) e Panama (Chiriquí) dove cresce nel sottobosco delle foreste pluviali dal livello del mare fino a circa 500 m di altitudine.

Il nome del genere è la combinazione del sostantivo greco “κρύος” (cryos) = gelo, freddo e “φίλος” (philos) = amico, forse con riferimento alla specie tipo, la Cryosophila nana (Kunth) Blume ex Salomon (1887), che vive in Messico fino a circa 1700 m di altitudine; il nome della specie è quello locale più frequentemente utilizzato.

La Cryosophila guagara è una palma che cresce nel sottobosco delle foreste pluviali del Costa Rica e Panama. Fusti alti anche 10 m con 7-13 cm di diametro. Infiorescenze ed apici vegetativi commestibili © Giuseppe Mazza

La Cryosophila guagara è una palma che cresce nel sottobosco delle foreste pluviali del Costa Rica e Panama. Fusti alti anche 10 m con 7-13 cm di diametro. Infiorescenze ed apici vegetativi commestibili © Giuseppe Mazza

Nomi comuni: escoba, guáguara, palma de escoba, súrtua, súrtuba, thuxko, túskicha (Costa Rica); guáguara, huragá (Panama).

La Cryosophila guagara P.H.Allen (1953) è una specie monoica a fusto solitario, raramente cespitoso, eretto, fino a circa 10 m di altezza e 7-13 cm di diametro, bruno grigiastro, ricoperto da radici avventizie ramificate spinose, lunghe 6-10 cm, rivolte verso il basso, che alla base radicano formando una sorta di cono di sostegno.

Le foglie, su un picciolo inerme lungo fino a 1,8 m, sono costapalmate, pressoché circolari, di circa 1,6 m di diametro, profondamente divise in segmenti cuneiformi, a loro volta incisi in segmenti meno profondi, in numero variabile, lineari-triangolari con apice acuminato, di colore verde scuro superiormente, bianco argenteo inferiormente.

Infiorescenze ramificate tra le foglie (interfogliari), lunghe 0,6-1 m, pendenti, con ramificazioni generalmente di secondo ordine, con le primarie racchiuse ciascuna da una brattea semidecidua concava di colore giallo paglierino. Fiori ermafroditi protogini (la parte femminile del fiore matura prima di quella maschile, ciò evita l’autoimpollinazione) disposti a spirale a stretto contatto, subsessili, globosi, di 3-4 mm di diametro, di colore bianco. I frutti sono globosi, di 1,6-2 cm di diametro, di colore bianco, cerosi, contenenti un solo seme pressoché sferico.

Si propaga per seme, preventivamente tenuto in acqua per due giorni, posto in terriccio drenante e aerato mantenuto umido alla temperatura di 24-28 °C, con tempi di germinazione a partire da 3 mesi.

Specie poco nota al di fuori delle zone di origine nonostante le indubbie caratteristiche ornamentali per i fusti sottili spinosi e il netto contrasto tra la pagina superiore della foglia di colore verde scuro e la inferiore bianco argenteo. Coltivabile nelle regioni a clima tropicale e subtropicale umido in posizione parzialmente ombreggiata, in particolare nella fase giovanile di crescita, e suoli ben drenanti, ricchi di sostanza organica e mantenuti costantemente umidi, anche se da adulta riesce a sopportare brevi periodi di secco.

Le foglie sono impiegate come copertura di abitazioni rurali e per fabbricare scope e altri oggetti artigianali, gli apici vegetativi (“cuori di palma”) vengono localmente consumati, uso che comporta la morte della pianta, come pure le infiorescenze; i frutti sono utilizzati nell’alimentazione animale.

 

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