Cyperus alternifolius

Famiglia : Cyperaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Il Cyperus alternifolius è molto apprezzato per la decorazione d'interni © G. Mazza

La specie è originaria dell’Africa (Angola, Burundi, Eritrea, Etiopia, Kenia, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Reunion, Ruanda, Somalia, Sudafrica, Sudan, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe) e della Penisola Arabica (Arabia Saudita e Yemen) dove cresce in zone paludose sia in pianura che a medie altitudini.

Il nome generico deriva dal greco “kypeiros”, usato da Teocrito e Teofrasto; il nome specifico è la combinazione dei termini latini “alternus, a, um” = alterno e “folium” = foglia, con ovvio significato.

Nomi comuni: flat sedge, umbrella sedge, umbrella grass, umbrella plant (inglese); parasol chinois (francese); erba ombrello, falso papiro (italiano); palmeira umbela, papiro-anão, planta-umbela, sombrinha-chinêsa (portoghese); navajuela, paragüita chino, paragüitas, paraigüets (spagnolo); zyperngras (tedesco).

Il Cyperus alternifolius L. (1767) è una erbacea perenne monocotiledone, cespitosa, con rizomi orizzontali corti e spessi e radici fibrose; presenta steli (culmi) eretti, lunghi 0,5-1,8 m, a sezione pressoché triangolare, lisci o leggermente rugosi, di colore verde intenso, con foglie basali alterne ridotte a guaine prive di lamina di colore bruno rossastro. Infiorescenze composte (antele) all’apice dello stelo, alte 3-10 cm, con gruppi di spighette di fiori bisessuali di colore bianco verdastro portate da peduncoli più lunghi dell’asse da cui si dipartono.

Le infiorescenze sono sottese da circa 20 brattee verdi simili a foglie, piatte, lunghe fino a 30 cm e larghe 1,5 cm, con margini piuttosto taglienti, pressoché orizzontali, tranne quelle apicali che possono essere filiformi e più o meno pendenti.

I frutti sono acheni (frutti secchi che non si aprono a maturazione contenenti un solo seme con parete sottile, coriacea, non saldata al seme) ellissoidi, leggermente trigoni, circa 1 x 0,5 mm, di colore bruno. Si riproduce per seme, da porre in superficie in substrato mantenuto umido ad una temperatura di 18-20°C, per divisione e per porzione apicale dello stelo in acqua.

È la specie più coltivata del genere, adatta a climi tropicali, subtropicali e temperato caldi, può infatti resistere solo a qualche grado sotto 0°C per breve periodo, perdendo eventualmente la parte aerea e ricrescendo dai rizomi in primavera, l’intera pianta muore a temperature di -6, -8°C. All’aperto, dove il clima lo consente, può essere utilizzata in pieno sole o ombra parziale come gruppo isolato, in massa o per bordure, avendo cura di mantenere il suolo umido, anche se piante ben radicate possono sopportare brevi periodi di siccità; ma la sua collocazione ideale è immersa in stagni, specchi d’acqua, fino a una profondità di 10-15 cm, o ai loro margini.

Di rapida crescita, forma grossi cespi che è bene rinnovare periodicamente perché tende a espandersi radialmente lasciando una zona al centro con i residui delle vecchie vegetazioni. Molto apprezzata anche in vaso per la decorazione di interni, in posizione molto luminosa, utilizzando un substrato con aggiunta di sabbia o altri inerti per evitare che diventi troppo compatto e impedisca l’ossigenazione delle radici; il substrato va mantenuto costantemente umido o il vaso posto in un contenitore con dell’acqua in permanenza sul fondo, con temperature che è bene non scendano sotto 10°C. Durante il periodo vegetativo è utile l’apporto mensile di nutrienti tramite concimi liquidi ricchi in azoto, a metà dose di quella consigliata sulla confezione.

Per la riproduzione tramite talea si taglia l’apice dello stelo a circa 10 cm dalla corona di brattee, ridotte a una lunghezza di alcuni centimetri, e si pone capovolto in un contenitore pieno d’acqua in modo che le brattee siano appena sommerse, ad una temperatura intorno a 20°C; dai nodi nasceranno una o più piante che una volta provviste di radici potranno essere trattate come le piante adulte.

Sono state selezionate varietà di dimensioni ridotte come ‘Nana’ e ‘Gracilis’, adatte anche per terrari, e con brattee variegate. È soggetta ad attacchi di parassiti, in particolare acari e cocciniglie, deve pertanto essere periodicamente controllata per poter intervenire prontamente.

Sinonimi: Cyperus involucratus Rottb. (1772); Cyperus racemosus Poir. (1806); Eucyperus alternifolius (L.) Rikli (1895).

 

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