Erythrocebus patas

Famiglia : Cercopithecidae


Testo © Dr. Giulia Ciarcelluti socio API

 

Erythrocebus patas

Erythrocebus patas maschio. Adotta la postura bipede in circostanze d’allarme o se porta qualcosa nelle mani © Bruno Conjeaud

Erythrocebus patas (Schreber, 1775), è una scimmia del Vecchio Mondo volgarmente nota come Eritrocebo.

Appartiene ai Cercopithecidae, la più grande famiglia dei primati; quella dell’Amadriadie (Papio hamadryas), del Langur duca (Pygathrix nemaeus) o del Mandrillo (Mandrillus sphinx), ricca di 24 generi e quasi 140 specie.

Con Erythrocebus poliophaeus, è una delle due specie del genere Erythrocebus, dal greco antico “ἐρυθρός” (eruthrós), rosso e “κῆβος” ‎(kêbos), scimmia, e quindi scimmia rossa.

Il termine generico patas nasce, attraverso il francese, da “uolof”, voce di lingua Wolof, una popolazione dell’Africa Occidentale.

Zoogeografia

L’areale dell’Eritrocebo è costituito da una larga fascia dell’Africa centrale limitata a nord dal Sahara e a sud dalle foreste equatoriali, comprese le aree semiaride dell’Africa Occidentale e dell’Africa Orientale.

Morfofisiologia

Il tratto peculiare della morfologia di E. patas è la coda, non prensile come le scimmie del Nuovo Mondo, ma che può raggiungere, da sola, i 75 cm di lunghezza.

Si nota, soprattutto nelle dimensioni, un chiaro  dimorfismo sessuale.

I maschi hanno una lunghezza media, coda a parte, di circa 73 cm e pesano 10-12 kg, mentre la taglia delle femmine si aggira mediamente sui 49 cm con un peso di 5-6,5 kg.

I maschi adulti hanno inoltre i canini più lunghi e a volte anche il pelo è più luminoso; si nota uno scroto di colore blu acceso, che potrebbe avere un ruolo nella competizione per l’accesso alle femmine, ma non ha correlazione con l’età o stato di salute. Durante la gravidanza, le femmine cambiano infine, marcatamente, il colore del pelo sul viso.

Gli individui adulti presentano un corpo snello dal pelo rosso fulvo, con ventre bianco-grigio. La faccia è nera, con naso bianco o grigio o nero e le guance bianche o grigie.

Erythrocebus patas

Scimmia catarrina del Vecchio Mondo, ha narici strette, molto vicine tra loro e rivolte verso il basso. Il volto è un accostamento di toni chiari e scuri © Wade Tregaskis

Le narici sono strette, molto vicine tra loro e rivolte verso il basso. Il genere Erythrocebus appartiene infatti al parvordine dei Catarrhini, quello delle scimmie dal naso all’ingiù, dal greco antico “κατά” (katá), verso il basso, e “ρινος” (rhinós), naso.

Gli arti lunghi, anch’essi di colore bianco-grigio, sono nati per la locomozione in quadrupedia e fanno di questa scimmia il più grande corridore tra i primati, in grado di raggiungere la velocità di 55 km/h.

Erythrocebus patas

Come indica il nome Erythrocebus, il colore dominante del mantello è il rosso fulvo. La coda, particolarmente lunga, può raggiungere i 75 cm © Mark Piazzi

Le mani e i piedi di questi primati sono prensili, con pollici opponibili. Occasionalmente Erythrocebus patas può assumere anche una postura bipede. Questo generalmente avviene  in circostanze d’allarme, per meglio osservare il movimento dei predatori, ed è in grado d’avanzare eretto, senza problemi, se porta qualcosa nelle mani.

La vita media dell’Eritrocebo in natura è di circa 20 anni, mentre in cattività può raggiungere i 24.

Erythrocebus patas

Specie africana prevalentemente terrestre, predilige gli spazi ampi e aperti dove vive in gruppi sociali di 20-70 individui © Michael Treacher

Ecologia-Habitat

E. patas occupa un habitat variegato. Lo troviamo in zone semidesertiche, nella savana, nelle praterie e nelle foreste con erba alta. Essendo per lo più una specie terrestre, predilige gli spazi ampi e aperti. I luoghi dove dorme sono quasi sempre coperti da grandi alberi. In genere ogni scimmia ha il suo, eccetto le madri che dormono con i piccoli.

In natura, ha un ampio home range di circa 23-52 km², secondo la consistenza del gruppo e la disponibilità di cibo corsi d’acqua, indispensabili nella stagione secca.

Erythrocebus patas

Gli Eritrocebi comunicano con la postura del corpo e le espressioni facciali. Le vocalizzazioni di contatto sono poco frequenti. ma in caso di pericolo queste scimmie possiedono un grido d’allarme diverso per ogni predatore e non è raro trovare delle vedette che osservano la savana dall’alto dei termitai © Luz D. Montero Espuela

L’Eritrocebo è un onnivoro, che basa principalmente la sua dieta su insetti, frutti, foglie, radici, semi e uova di uccelli.

Etologia-Biologia Riproduttiva

E. patas vive in gruppi sociali che contano 20-70 individui circa. Sono raggruppamenti poliginici, formati da numerose femmine, che sono i membri permanenti del gruppo.

Erythrocebus patas

Snello com’è e grazie ai suoi lunghi arti, Erythrocebus patas è rapidissimo nella fuga. Può toccare i 55 km/h, vantando così il record della velocità nel mondo dei primati © Philippe Boissel

Per gran parte dell’anno, quando le femmine non sono ricettive, in questi gruppi è presente un solo maschio adulto e il gruppo è abbastanza stabile.

Gli altri maschi formano a loro volta dei gruppi composti esclusivamente da maschi.

La gerarchia sociale è femminile e varia nelle popolazioni osservate secondo la distribuzione delle risorse alimentari.

Erythrocebus patas

Gli Eritrocebi passano la notte sugli alberi. Ogni scimmia ha il suo, eccetto le madri che dormono con i piccoli © Giuseppe Mazza

Dove le quantità di cibo si trovano concentrate, come per esempio i frutteti, ci sono maggiori tassi di conflitto intergruppo e allo stesso tempo gerarchie e leadership ben definite all’interno dei singoli gruppi, mentre quando la fonte di cibo sono gli insetti, generalmente sparpagliati, gli incontri tra i gruppi e i conseguenti scontri sono meno probabili. Grazie ai conflitti tra femmine è stato possibile stabilire la presenza della capacità di riconoscimento tra parenti per via materna.

Dopo un conflitto, spesso le femmine giungono a una riconciliazione, che avviene sedendo vicine o con sessioni di pulizia del pelo (grooming). Si è osservato tale comportamento anche fra individui senza legami di parentela, ma tra i parenti è più frequente.

Erythrocebus patas

I branchi occupano un territorio di 23-52 km², con almeno un corso d’acqua per la stagione secca. Si nutrono per lo più d’insetti, frutti, foglie, radici, semi e uova di uccelli © Giuseppe Mazza

Le femmine raggiungono la maturità sessuale a 3 anni, i maschi a 4-5 anni. L’accoppiamento è stagionale, e ha luogo in genere nella stagione delle piogge.

Durante il periodo riproduttivo è stato osservato che maschi adulti extra-gruppo possono unirsi temporaneamente ai gruppi poliginici in cerca di partner sessuali. Alla fine della stagione riproduttiva, il maschio residente ristabilisce la composizione originaria del gruppo, scacciando tutti gli altri maschi.

Erythrocebus patas

Durante la gravidanza, le femmine cambiano marcatamente il colore del pelo sul viso. Alla nascita i piccoli sono neri © Corinne Puch

Occasionalmente, alcuni maschi adulti sottomessi sono tollerati dal maschio residente e rimangono nel gruppo per un certo periodo di tempo.

I giovani maschi lasciano il gruppo natale intorno ai 4 anni, quando raggiungono la maturità sessuale, per unirsi a un gruppo costituito da soli maschi adulti o, più raramente, condurre un’esistenza solitaria fin quando tenteranno d’unirsi a gruppi poliginici durante la stagione riproduttiva.

Lo scopo di gruppi formati da soli individui maschi potrebbe essere quello proteggere giovani e infermi dai predatori ed altre minacce.

La competizione per la riproduzione è intensa, considerando il diverso successo riproduttivo tra maschi residenti e maschi extra-gruppo.

Il maschio aspetta che sia la femmina ad approcciarlo per accoppiarsi, e può avere prole da più di una femmina. Può avvenire anche un accoppiamento di tipo poliandrogenico, promiscuo, in cui si accoppiano maschi e femmine in maniera promiscua.

Il periodo di riproduzione pare variare in base alla posizione geografica.

In alcune popolazioni, il periodo riproduttivo va da giugno a settembre, ed i piccoli nascono tra novembre e gennaio.

Le femmine possono figliare ogni anno, con brevi intervalli tra due nascite successive. E. patas presenta infatti uno degli intervalli più corti tra una nascita e l’altra tra le varie specie di Cercopitecidi: un anno circa.

Il periodo di gestazione è in genere di 170 giorni, sebbene sia difficile conoscerlo con precisione a causa dell’assenza di segnali esterni che indichino l’estro. Le femmine mettono al mondo un solo individuo per ciascuna gravidanza.

Per le femmine, il primo concepimento avviene intorno ai 2/3 anni, a 3 anni il primo parto. I maschi, invece, diventano padri a circa 5 anni, dopo un intervallo più o meno lungo dalla maturità sessuale, perché non riescono ad inserirsi subito in un gruppo poliginico, date le dinamiche sociali della specie.

Erythrocebus patas

Solo verso i 3 mesi emerge il tipico pelo rossiccio. Questo scopre un rametto © Pere Soler

E. patas trova più facilmente il cibo nella stagione secca e questo potrebbe spiegare la stagionalità del suo ciclo riproduttivo. In cattività, infatti, questa stagionalità non si verifica.

Le femmine si prendono cura dei piccoli maschi finché non si mostrano indipendenti. La prole di sesso femminile, invece, rimane nel gruppo d’origine, con le madri, per tutta la vita.

Quando nascono, i piccoli sono completamente neri e solo verso i 3 mesi circa inizia a emergere il tipico pelo rossiccio.

Per i primi 4-5 mesi i piccoli ricevono molte cure e grooming (pulizia del pelo), e dai 12 mesi sono capaci di alimentarsi e spostarsi autonomamente.

In cattività, fino ai 4 mesi, maschi e femmine ricevono le stesse quantità di grooming e attenzione da parte della madre. Poi, per le femmine questi livelli aumentano considerevolmente.

Questo mostra il forte legame matrilineare tra le femmine adulte.

Dai 5 mesi, i rapporti con la madre si fanno più sporadici, limitandosi quasi solo alla notte, quando le madri provvedono a nutrire i piccoli.

Lo svezzamento definitivo avviene quando la madre dà alla luce un nuovo piccolo, intorno all’anno di età.

Tutte le femmine sono coinvolte nella cura e nella gestione dei piccoli del gruppo, non solo dei propri figli (allomothering).

Il beneficio di tale condotta potrebbe essere correlato alla gerarchia sociale, in base a chi fa e a chi riceve allomothering, potendo inoltre creare e i legami sociali e la coesione del gruppo.

In cattività, è stato osservato come le piccole ricevano più attenzione dalle femmine adulte che non appartengono alla propria famiglia di sangue.

In uno studio a lungo termine, si è visto che la mortalità infantile al primo anno di età è del 20%.

La pulizia del pelo è un’attività che ricopre un ruolo molto importante nell’organizzazione sociale di E. patas.

Erythrocebus patas

Un giovane fra i rami. È coccolato da tutte le femmine del gruppo. A 8 mesi inizia giocare, ma lo svezzamento definitivo avviene solo quando la madre dà alla luce un nuovo piccolo, intorno all’anno di età © Sue Milks

Tale attività può indicare la gerarchia all’interno di un gruppo, così come la qualità del legame tra gli individui coinvolti. Una posizione sociale elevata nella gerarchia si riflette in una maggiore frequenza di grooming ricevuto.

Il comportamento di gioco emerge intorno agli 8 mesi.

L’essere una specie sociale fa di E. patas un primate dalle sviluppate capacità comunicative: la postura del corpo e le espressioni facciali sono elementi comunicativi importanti.

Le vocalizzazioni di contatto (contact calling) sono poco frequenti. La preferenza di un tipo di comunicazione visiva gli consente di evitare interazioni agonistiche tra gruppi. Questo può essere anche il risultato dell’occupazione di un habitat molto aperto che facilita il contatto visivo.

I segnali di allarme sono le vocalizzazioni più frequenti: questi hanno lo scopo di avvisare gli altri individui di un pericolo e sono predatore-specifiche.

Altri tipi di vocalizzazioni sono quelle usate in contesto di cure materne: le madri usano il “moo”, mentre i piccoli usano il “want” per richiedere cure e attenzioni di parenti, non parenti, o di qualsiasi individuo possa fornire attenzione e cura.

Nella savana sub-sahariana dell’Africa E. patas viene predato da leoni, iene, licaoni, serpenti, rapaci e, a volte, babbuini. Viene anche cacciato da esseri umani, venduto come animale da compagnia, o utilizzato nella ricerca.

Le strategie anti-predatorie che l’Eritrocebo attua durante il giorno contro i predatori naturali si basano sul mimetismo, la vigilanza e la velocità di fuga.

Di frequente E. patas fa incursione nelle coltivazioni, rubando banane, grano, arachidi e datteri. Le incursioni sono motivo di uccisione per rappresaglia e rappresentano un punto di conflitto destinato a peggiorare nel tempo con l’espansione territoriale degli umani.

In accordo con quanto riportato dalla Lista Rossa della Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), E. patas è tuttavia una specie a basso rischio di estinzione.

Erythrocebus patas

Vi è un netto dimorfismo sessuale. I maschi sono molto più grandi delle femmine, con canini più lunghi. Ogni branco ha il suo re, ma la gerarchia sociale è femminile e verso i 4 anni i giovani maschi vengono scacciati. Formano allora dei gruppi maschili, con la speranza d’integrarsi a un nuovo branco nel periodo riproduttivo © Mark Piazzi

Sinonimi

E. albigenus (Elliot, 1909); E. albo-fasciatus (Kerr, 1792); E. albosignatus (Matschie, 1912); E. baumstarki (Matschie, 1905); E. circumcinctus (Reichenbach, 1863); E. formosus (Elliot, 1909); E. kerstingi (Matschie, 1906); E. langheldi (Matschie, 1905); E. nigro-fasciatus (Kerr, 1792); E. poliomystax (Matschie, 1912); E. poliophaeus (Heuglin, 1877); E. pyrrhonotus (Hemprich and Ehrenberg, 1829); E. rubra (Gmelin, 1788); E. rufa (Wagner, 1839); E. sannio (Thomas, 1906); E. villiersi (Dekeyser, 1950); E. whitei (Hollister, 1910); E. zechi (Matschie, 1905).

 

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