Gobiodon okinawae

Famiglia : Gobiidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Gobiodon okinawae non supera i 3,5 cm.

Presente nelle acque tropicali del Pacifico occidentale, Gobiodon okinawae non supera i 3,5 cm. Privo di squame è protetto da un muco velenoso © Giuseppe Mazza

Lo spavaldo Ghiozzo di Okinawa o Ghiozzo giallo (Gobiodon okinawae Sawada, Arai & Abe, 1972) è fra i pesci più piccoli del mondo.

Tassonomicamente appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Gobiiformes ed alla sterminata famiglia dei Gobiidae, presente principalmente nei mari tropicali e temperati, ma anche nelle acque dolci e salmastre, con circa 250 generi e 2000 specie: la più grande famiglia del mondo ittico.

Il nome del genere Gobiodon deriva dal greco “gobius”, il nome che i Romani davano ai ghiozzi, e da “odus”, dente, per la dentatura vistosa rispetto alla taglia, mentre il termine specifico okinawae, in latino “di Okinawa”, fa riferimento ad un isola dell’Arcipelago delle Ryukyu a sud del Giappone da dove proveniva l’esemplare descritto dall’autore.

Gobiodon okinawae si nutre di zooplancton.

La livrea, più carica nei maschi, è gialla con le guance pallide, talora leggermente rosate. Vive in gruppetti sulle madrepore afferrando lo zooplancton di passaggio © Giuseppe Mazza

Zoogeografia

Vive nelle acque tropicali del Pacifico Occidentale. A titolo indicativo lo troviamo, a partire dalle Isole Cocos, in Australia, Indonesia, Nuova Guinea, Isole Solomon, Palau, Filippine, Taiwan e come abbiamo detto nella parte meridionale del Giappone. Ad Est raggiunge le isole di Marshall e verso Sud la Grande Barriera Corallina.

Ecologia-Habitat

Vive nelle formazioni madreporiche, in acque basse, fino a 15 m di profondità. Come il Ghiozzo striato Gobiodon histrio ama metter su casa fra i rami corallini del genere Acropora ed è protetto da un muco velenoso, amaro al gusto dei predatori.

I maschi possono trasformarsi in femmine e viceversa.

I maschi possono trasformarsi in femmine e viceversa. Queste, dopo aver ripulito un angolo per nido, possono deporre anche mille uova, sorvegliate per 5 giorni dal maschio © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Alto e piatto, non supera i 3,5 cm di lunghezza. La prima pinna dorsale reca 7 raggi spinosi e la seconda 10-11 molli; l’anale 1 raggio spinoso e 9 inermi; le pettorali e la caudale sono arrotondate e le ventrali fuse a mo’ di ventosa per fissarsi saldamente alle madrepore ed alle rocce senza correre il rischio d’essere portato via dalle correnti. La bocca mostra, come per il ghiozzo striato, dei vistosi denti conici, anche se l’alimentazione è sostanzialmente planctonica.

La livrea, più carica nei maschi, è gialla con le guance pallide, talora leggermente rosate, e questo lo distingue dal Gobiodon citrinus, molto simile, ma con piccole strisce bluastre.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Schiusa uova di Gobiodon okinawae.

Qui la schiusa. Le larve metamorfosano dopo circa un mese di vita planctonica. Non è una specie a rischio © Jon McClintock

Il ghiozzo di Okinawa non è un cacciatore ma un opportunista. Attende sull’uscio di casa che il cibo gli passi davanti e inghiotte la preda. Ostracodi, chetognati, pteropodi e larve di tunicati sono in genere il suo piatto forte. Come il ghiozzo striato è ermafrodita: il sesso si definisce con l’età e può cambiare nei due sensi secondo le circostanze. Se per esempio si mettono in un piccolo acquario due femmine, la più grande diventerà maschio, e se si capita su due maschi il più piccolo si trasformerà in femmina.

In natura, dopo aver ben ripulito col consorte il ramo di madrepora scelto per nido, la femmina lo decora su ogni lato con anche un migliaio di uova, subito fecondate dal maschio che monta la guardia per 5 giorni, fino alla schiusa. Le larve metamorfosano dopo circa un mese di vita ed a 40 giorni dalla nascita cominciano a colorarsi di giallo con una speranza di vita di 2-3 anni.

Come il Ghiozzo striato (Gobiodon histrio), Gobiodon okinawae non ha nemici ed un indice di vulnerabilità alla pesca bassissimo, attualmente 10 su una scala di 100, con popolazioni che possono raddoppiare in meno di 15 mesi.

 

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