Melitaea diamina

Famiglia : Nymphalidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Melitaea diamina, Nymphalidae, Fritillaria nera

Fra l’erba, ad ali chiuse, la Melitaea diamina passa molto spesso inosservata © Gianfranco Colombo

La Diamina o più genericamente la Fritillaria nera (Melitaea diamina Lang, 1789), appartiene all’ordine dei Lepidoptera e alla famiglia dei Nymphalidae.

Come già detto in questa famiglia, ritenuta la più consistente fra quelle che raggruppano i lepidotteri diurni, vengono abitualmente incluse più di 6.000 specie di farfalle sparse in tutto il mondo. Anche questa farfalla è da includere tra le fritillarie più variabili, in particolare nel disegno delle ali anteriori, nella tonalità di colore e nelle dimensioni.

È fra le più piccole delle Melitaea dei nostri prati e spesso raggiunge misure talmente ridotte da confonderla con le più piccole del genere Clossiana o con le congeneri Melitaea varia e Melitaea aurelia.

Tuttavia per le sfumature molto scure che coprono a volte quasi totalmente i disegni e le venature delle ali, questa farfalla risulta abitualmente di facile identificazione.

È una farfalla comune ove localizzata ma il suo areale è alquanto ridotto se confrontato con le altre fritillarie.

L’etimologia del nome scientifico della Melitaea diamina è, come tutti i nomi dati dai primi naturalisti, incerto e soggetto a diverse interpretazioni, in particolare per la prima parte del binomio che evoca il miele, come spiegato per la Melitaea cinxia.

L’etimo della specie diamina si presume derivi da una composizione di due termini greci: Dia è un altro nome di Ebe, figlia di Zeus ed Era ed il suo nome significa “la celeste” “la divina”. Mina era un’antica moneta greca.

I nomi volgari europei sono: in nglese False-Heath Fritillary (per distinguerla dalla Melitaea athalia che spesso presenta anch’essa forme alquanto scure), in tedesco Sumpfwiesen Scheckenfalter, in francese Mélitée noirâtre o Damier noir, in spagnolo Doncella oscura ed in olandese Woudparelmoervlinder.

Zoogeografia

La Melitaea diamina ha un areale più ristretto delle sue congeneri, preferendo ambienti più umidi e spesso frequentando anche torbiere ma nel contempo ama praterie e pendii con preferenza per le valli alpine fresche e boscose, intervallate da ampi prati fioriti. È una farfalla che vive a quote mediamente elevate disdegnando pertanto luoghi estremamente caldi e secchi. È presente su tutte le catene montuose dell’Europa continentale con alcune colonie isolate nella Norvegia, Svezia e Finlandia. Risulta infatti mancante nelle aree mediterranee costiere, insulari e peninsulari, in Gran Bretagna e larga parte dell’Europa occidentale. Manca in Africa ma vive lungo la fascia temperata fresca dell’Asia fino al Giappone. Raggiunge anche i 3.000 m con quota ideale fra 300 e 1500 m sul livello del mare.

Morfofisiologia

La Melitaea diamina è una farfalla di piccole dimensioni raggiungendo al massimo i 42 mm di apertura alare ma mediamente supera a malapena i 30 mm. La femmina risulta abitualmente più grossa e più chiara.

Si sovrappone territorialmente a tutte le fritillarie similari, per cui rimane sempre la difficoltà di una corretta determinazione quando in presenza di più specie e con colorazione attenuate, pur rimanendo in ogni modo la farfalla più scura tra tutte e questa caratteristica, quando ben evidente, dà la possibilità di classificarla senza problemi.

Melitaea diamina, Nymphalidae, Fritillaria nera

Anche se può raggiungere i 42 mm d’apertura alare mediamente supera a malapena i 30 mm © Gianfranco Colombo

La colorazione di base è il tipico arancione brunastro di tutte le fritillarie, con venature e righe nerastre che incrociandosi danno forma a piccoli quadrati di diversa misura. Nel caso della diamina, abitualmente questi disegni coprono completamente intere aree delle ali occultando totalmente il colore di base e rendendo la farfalla praticamente scura e di un uniforme colore marrone scuro. Se nell’ala anteriore alcune sfaccettature del colore arancione di base rimangono sempre visibili, nell’ala posteriore spesso spariscono nella loro totalità, lasciando l’ala completamente scura ed attraversata solo una piccolissima striscia discale di piccole lunette, da cui traspare il colore di base.

Il netto contrasto tra la parte preminente scura e le poche lunette arancione, è una caratteristica unica di questa farfalla. In esemplari ove queste peculiarità non sono così evidenti, risulta necessaria una lettura scrupolosa della faccia inferiore delle ali.

Da notare comunque che la Melitaea diamina anche nelle forme scure, mostra nelle aree submarginali della faccia superiore delle ali e per tutta la loro lunghezza, lunette bianche ben evidenti.

In ogni modo la chiave di lettura per le fritillarie e la certezza di una corretta identificazione può avvenire solo interpretando i disegni posti sul verso dell’ala posteriore. La diamina mostra in questa area una striscia submarginale gialla con una serie di piccole macchie biancastre contornate di nero e, nell’area discale, una chiarissima fila di lunette bianche ben incorniciate da righe nere.

Melitaea diamina, Nymphalidae, Fritillaria nera

Il colore, molto variabile, è più scuro delle altre fritillarie con cui spesso convive fra i 300 e 1500 m d’altitudine sul livello del mare © Giuseppe Mazza

Sul verso dell’ala anteriore, totalmente soffusa di colore aranciato, si trovano alcune macchie nere ben evidenti che partendo dalla costa attraversano, interrompendosi, l’area discale. Antenne ben sviluppate e robuste tratteggiate di bianco e nero, con vertice appiattito e giallastro. Come tutte le fritillarie vola nei periodi più caldi dell’anno, con inizio da maggio fino all’inizio di ottobre. Anche se di ridotte dimensioni, è una farfalla facilmente avvistabile in quanto trascorre molto tempo in volo, passando di fiore in fiore ed anche facile da avvicinare e da osservare quando in alimentazione.

Etologia-Biologia riproduttiva

La Melitaea diamina è bivoltina (ha due generazioni all’anno) ed ha un periodo di volo che va da maggio a settembre.
Le femmine depongono le loro uova direttamente sul rovescio delle foglie delle piante ospiti dove i bruchi costruiscono un nido setoso nel quale si radunano durante i primi stadi di vita. Quando adulti si allontanano per terminare la crescita ed impuparsi in luoghi separati. La seconda generazione trascorre abitualmente l’inverno nello stato di piccola larva ed occasionalmente già allo stato di crisalide. Il bruco adulto è lungo circa 2,5 cm, è nerastro con macchie aranciate che si intervallano sull’intera lunghezza del corpo su file parallele.

Piante ospiti: Melampyrum, Valeriana, Plantago, Veronica e Poligonium.

Sinonimi

Melitaea dictynna Esper, 1779; Melitaea vernetensis Rondou, 1902; Melitaea codinai De Sagarra, 1932.

 

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