Naso lituratus

Famiglia : Acanthuridae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

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Il variopinto pesce unicorno arancione (Naso lituratus ) è un rapprentante atipico del genere Naso per la mancanza del corno frontale © Giuseppe Mazza

Il Pesce unicorno arancione (Naso lituratus Forster, 1801) appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes, alla famiglia degli Acanthuridae, i pesci chirurgo, così detti per la lama tagliente che recano sul peduncolo caudale, che contano 6 generi ed oltre 80 specie, ed alla sottofamiglia dei Nasinae, i pesci unicorno, con il solo genere, Naso, ed una ventina di specie.

Il nome generico Naso deriva dal latino “nasus” = naso, con riferimento alla caratteristica protuberanza frontale dei Nasinae, talora simile a un naso.

Il nome specifico lituratus, viene dal latino “lituro” = cancellare, e quindi “cancellato” con probabile riferimento alle evanescenti strisce verticali scure, appena accennate su lati, che sembrano quasi cancellate.

Zoogeografia

Il colore di fondo è molto variabile. Le strisce verticali scure sui lati sono spesso evanescenti, donde il nome specifico

Il colore di fondo è molto variabile. Le strisce verticali scure sui lati sono spesso evanescenti, donde il nome specifico "lituratus", dal latino “lituro” che significa cancellare © Giuseppe Mazza

Il pesce unicorno arancione ha una distribuzione vastissima. Un tempo si parlava della sua presenza nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico, ma oggi le popolazioni dell’Oceano Indiano sono state collocate in una specie affine, il Naso elegans (Rüppell 1829).

A titolo indicativo, partendo verso Est dalle Isole Cocos, zona di frontiera dove il Naso lituratus convive e si ibrida col Naso elegans, lo troviamo all’Isola di Natale, in Vietnam, Malesia, Indonesia, Filippine, Taiwan, Cina, Isole Ryukyu, Giappone e Corea. Più a Sud è presente a Palau, in Papua Nuova Guinea, Australia, Micronesia, Isole Wake, Isole Marshall, Isole Figi, Nuova Caledonia, Vanuatu, Arcipelago della Tonga, Niue, Isole di Cook, Isole Hawaii, Isole Caroline, Tahiti, Polinesia Francese, Samoa, Isole Marchesi, Isole Pitcairn ed all’isola Clipperton, estremo limite ormai prossimo all’America Centrale.

Ecologia-Habitat

Il pesce unicorno arancione volteggia fra le formazioni madreporiche e gli scogli a 5-30 m di profondità, dove crescono le alghe di cui si nutre, ma può anche scendere fin verso i 90 m.

La pinna caudale presenta, nella zona traslucida, una caratteristica fascia verticale arancione-giallastra che manca invece nell’analogo Naso elegans © Giuseppe Mazza

La pinna caudale presenta, nella zona traslucida, una caratteristica fascia verticale arancione-giallastra che manca invece nell’analogo Naso elegans © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Alcuni esemplari superano i 45 cm, anche se in genere la taglia è più modesta.

Il corpo ovale e appiattito corrisponde al copione della famiglia, ma è un Nasinae atipico per la mancanza del corno frontale. Inoltre il peduncolo caudale non reca la lama retrattile caratteristica dei pesci chirurgo ma una coppia di solide spine taglienti su entrambi i lati.

L’unica grande pinna dorsale conta 6 raggi spinosi e 28-31 molli; l’anale, simmetrica, 2 spine e 29-31 raggi inermi; le pettorali, con 17-18 raggi molli, sono più o meno romboidali arrotondate all’apice e le ventrali appuntite mostrano una spina e 3 raggi inermi. La pinna caudale è lunata con eleganti lobi filamentosi nei maschi adulti che crescono a dismisura con l’età.

Il colore di fondo è molto variabile, secondo le regioni e l’habitat, e può cambiare istantaneamente secondo l’umore del pesce. In genere è grigio, talora con tratti verdastri, tendente al marrone o al blu.

La bocca è arancione, contornata da una zona scura, bordata di giallo, che si allarga verso gli occhi. La pinna dorsale è marrone-scuro tendente al nero, con la parte superiore biancastra ed un minuscolo contorno azzurro presente anche nell’anale che, invece, è principalmente arancione. La pinna caudale si presenta nell’insieme scura, con la zona posteriore traslucida preceduta da una caratteristica fascia verticale arancione-giallastra.

La mutevole livrea giovanile è marrone verdastra con una grande zona bianca sul capo, un’altra più piccola fra l’occhio e le labbra e macchie bianche sparse sui fianchi.

Le doppie lame taglianti del peduncolo caudale sono separate fra loro da una striscia bianca ed enfatizzate da due zone giallo-arancio presenti in tutti gli adulti. Ben visibili anche da lontano per il movimento ondeggiante della coda ricordano ai potenziali aggressori che è meglio cercare altre prede perché qui, su ogni lato, vi sono due bisturi affilati.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Gran nuotatore, con movenze che ricordano a tratti gli Sgombridi, il Naso lituratus vive solitario o in gruppi numerosi, talora frammisto ad altri acanturidi. Si nutre d’ogni sorta d’alghe, specialmente quelle brune appartenenti ai generi Dictyota, Sargassum e Lobophora, ma anche di zooplancton e piccoli invertebrati, come confermato dagli alimenti sostitutivi che accetta, seppur con riluttanza, oltre ai vegetali, nella vita d’acquario.

I grandi esemplari sono pescati per l'ottima carne, sebbene a rischio ciguatera, i giovani per il mercato acquariologico. Specie non ancora in pericolo ma da sorvegliare © Giuseppe Mazza

I grandi esemplari sono pescati per l'ottima carne, sebbene a rischio ciguatera, i giovani per il mercato acquariologico. Specie non ancora in pericolo ma da sorvegliare © Giuseppe Mazza

La riproduzione può avvenire in ogni periodo dell’anno in coppia o in gruppo e lungo la barriera corallina australiana, sono state osservate grandi aggregazioni in merito. Le uova, fecondate sul fondo o in mare aperto, vengono affidate alle correnti.

D’indole pacifica Naso lituratus è spesso ospite dei grandi acquari pubblici, i soli in grado d’assicuragli, data l’alimentazione e la taglia, una vita decente. Gli sfortunati esemplari che capitano negli acquari domestici muoiono infatti per lo più di fame. Oltre che dagli acquariofili, il pesce unicorno arancione è minacciato dalla pesca, perché la sua carne è ottima, sebbene a rischio di ciguatera, un grave avvelenamento causato da alghe tossiche che in certe località o stagioni possono diventare il suo piatto forte. La resilienza della specie è discreta, bastano infatti 1,4-4,4 anni per rifare le popolazioni decimate dagli eventi, ma il degrado dei reef e la pesca la rendono moderatamente vulnerabile con indice 34 su una scala di 100.

Sinonimi

Acanthurus lituratus Forster, 1801; Callicanthus lituratus Forster, 1801; Aspisurus carolinarum Quoy & Gaimard, 1825; Prionurus eoume Lesson, 1831; Monoceros garretti Seale, 1901.

 

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