Numenius arquata

Famiglia : Scolopacidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Anche fra le nebbie e in difficili condizioni di visibilità è impossibile non riconoscere un Chiurlo (Numenius arquata).

Anche fra le nebbie e in difficili condizioni di visibilità è impossibile non riconoscere un Chiurlo (Numenius arquata) © Paul Watts

Il Chiurlo è un volatile molto particolare e inconfondibile per due caratteristiche peculiari, la prima è un becco lunghissimo, fortemente arcuato, anomalo nella misura e nella forma ma che ripete fedelmente quello di tre suoi consimili, seppure non appartenenti allo stesso ordine visto che sono classificati tra i Threskiornithidae e cioè l’aufugio Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), il Mignattaio (Plegadis falcinellus) ed il rarissimo Ibis eremita (Geronticus eremita).

La seconda caratteristica è il melodioso verso “chiurlìu chiurlìu” udibile da notevole distanza e che emette in continuazione sia in volo che a terra, per stare in contatto con i suoi simili oppure, in modo esasperato, quando è isolato alla ricerca forsennata di conspecifici.

Un canto assai particolare che nelle lande nordeuropee dove nidifica, è stato indicato insieme a quello delle Strolaghe, come il “sound of the moorland” il “suono delle brughiere”, un melodioso lamento che pervade le silenziose e brulle distese nordiche.

Ci si potrebbe sbagliare per la livrea, ma non per quel profilo arcuato del becco ed il melodioso verso “chiurlìu chiurlìu” che Numenius arquata emette in continuazione sia in volo che a terra.

Ci si potrebbe sbagliare per la livrea, ma non per quel profilo arcuato del becco ed il melodioso verso “chiurlìu chiurlìu” che emette in continuazione sia in volo che a terra © Jeff Phillips

Per la verità dai tre consimili sopracitati, lo si differenzia anche per il colore della livrea, se non per il Mignattaio e parzialmente per l’Eremita che come lui, mostrano un piumaggio scuro, dimesso e poco appariscente.

Per altro un incontro con l’Ibis eremita, praticamente estinto nel mondo occidentale se non per gli esemplari artificialmente reintrodotti, è talmente improbabile da far cadere ogni dubbio.

Tuttavia l’ambiente umido ed uggioso dove vive il Chiurlo maggiore, la persistente foschia nebbiosa che avvolge questi luoghi e la potenziale condivisione dei medesimi territori con questi consimili, può trarre inavvertitamente in errore quando si intravvede solo la strana silhouette di questo volatile e in questo caso il canto diventa determinante. Vedremo invece come altri congeneri, abbiano somiglianze notevolissime con il nostro volatile.

Numenius arquata raggiunge i 60 cm di lunghezza, un peso che in determinati periodi può superare largamente 1 kg con un’apertura alare di 110 cm.

Raggiunge i 60 cm di lunghezza, un peso che in determinati periodi può superare largamente 1 kg con un’apertura alare di 110 cm © Levent Göksoy

Il Chiurlo o Chiurlo maggiore, Numenius arquata (Linnaeus, 1758), appartiene all’ordine dei Charadriiformes ed alla famiglia degli Scolopacidae ed è il più grande limicolo europeo assegnato a questa famiglia.

Tutti i nomi volgari affibbiati, sia nelle regioni italiane che in quelle europee, sono per lo più onomatopeiche oppure legate alla morfologia di questo uccello. Alcune forme dialettali delle regioni settentrionali italiane riprendono naturalmente la forma del becco chiamandolo via via arcàsa, arcàia, arcagia, becasù, pivierù ma anche in Europa, oltre ai nomi comuni ufficiali, gli sono stati appioppati diversi soprannomi quali bec crochu, farièu e whaup.

In inglese è Eurasian Curlew, in francese Courlis cendré, in tedesco Großer Brachvogel, in spagnolo   Zarapito Real e in portoghese Maçarico real.

Numenius arquata vive d’estate in ambienti relativamente freddi, nel nord del paleartico, ma migra spesso a sud durante l’inverno.

Vive d’estate in ambienti relativamente freddi, nel nord del paleartico, ma migra spesso a sud durante l’inverno © Gianfranco Colombo

L’etimologia del binomio scientifico mette in evidenza, come accade spesso, quale sia stata la fantasia degli antichi classificatori. Linneo assegnava questo uccello al genere Scolopax, il medesimo dei beccaccini, tant’è vero che il Chiurlo è tuttora collocato nella famiglia degli Scolopacidae ma Bresson modificò successivamente il genere in Numenius traendo l’origine dal greco “noumenia” binomio formato da “neos”, nuovo, e “mene”, luna, praticamente luna crescente, ad imitazione della forma del becco. Il termine specifico arquata nasce dal latino “arcuatus”, a forma di arco.

Zoogeografia

Numenius arquata occupa durante l’estate, territori piuttosto freschi se non addirittura freddi, visto che vive in gran parte della Siberia, dalla Manciuria alle coste del Baltico, la penisola Scandinava fino a Capo Nord, l’Inghilterra e l’Irlanda, l’Olanda e la Danimarca  e frammentariamente in alcune località dell’Europa continentale, sempre a nord delle Alpi e dei Pirenei e quasi similarmente dei Carpazi.

Numenius arquata è un limicolo e come tale frequenta assiduamente i luoghi umidi, sponde di laghi e fiumi, coste marine e prati allagati.

È un limicolo e come tale frequenta assiduamente i luoghi umidi, sponde di laghi e fiumi, coste marine e prati allagati © Pierandrea Brichetti

L’areale raggiunge nella parte meridionale le sponde del Mar Nero, quelle del Caspio ed i laghi delle repubbliche centrali asiatiche, fino alla Mongolia settentrionale e Manciuria.

L’area di svernamento è invece vastissima. Tutte le coste africane, i grandi laghi e le zone umide sia transahariane che australi, il Madagascar, la penisola arabica, quella indiana e del sudest asiatico e parte dell’Indonesia. Praticamente tutte le coste africane ed asiatiche fino al Giappone fanno parte dei loro areali invernali. Sverna anche nel bacino mediterraneo, in Spagna, in Italia, nella penisola balcanica, in Turchia e sulle coste del Nord Africa.

In alcuni territori quali Irlanda ed Inghilterra, in parte nel nord della Francia e su tutta la costa del mare del nord, il Chiurlo è in parte residente e durante la migrazione le diverse popolazioni si sovrappongono.

Qui Numenius arquata ha acchiappato un gambero, ma si nutre anche di vermi, larve e molluschi affondando il becco nel fango, anche per 15 cm, dove nessun altro limicolo potrebbe arrivare.

Qui ha acchiappato un gambero, ma si nutre anche di vermi, larve e molluschi affondando il becco nel fango, anche per 15 cm, dove nessun altro limicolo potrebbe arrivare © Jesús Sánchez Yagüe

Numenius arquata è una specie politipica con due o tre sottospecie secondo le interpretazioni tassonomiche. Numenius arquata arquata l’olotipo che occupa tutto il continente europeo, Numenius arquata orientalis, che nidifica dall’Europa alla Manciuria attraverso la Siberia e Numenius arquata suschkini, dell’areale asiatico più meridionale, dalle repubbliche centrali fino alla Cina non da tutti condivisa. Il Chiurlo è quindi, per gran parte delle popolazioni, un migratore a lungo raggio mentre in altri casi effettua erratismi senza meta precisa, evitando i climi rigidi dell’inverno del paleartico.

Ecologia-Habitat

Il Chiurlo è un limicolo e come tale frequenta assiduamente i luoghi umidi, sponde di laghi e fiumi, coste marine e prati allagati, ma nel contempo frequenta prati, anche coltivati, fattorie, brughiere e tundre. Per poter sfruttare nei migliori dei modi il suo lungo becco ricurvo, deve trovare terreno fangoso e morbido che gli permetta di penetrare gli oltre 15 cm di questo anomalo attrezzo.

Qui Numenius arquata si stiracchia la palpebra e il becco, che non è rigido come si potrebbe pensare e può frugare ovunque.

Qui si stiracchia la palpebra e il becco, che non è rigido come si potrebbe pensare e può frugare ovunque © Gianfranco Colombo

In effetti quando il terreno ha queste caratteristiche, il Chiurlo riesce a raggiungere profondità che nessun altro limicolo riesce a spingersi, riservandosi quella microfauna di cui si nutre, in particolare vermi, crostacei, larve e molluschi.

Al contrario, quando su terreni di consistenza diversa, eccolo nutrirsi in generale di vari insetti, quali cavallette, grilli, larve e crisalidi, usando il becco semplicemente per raccogliere le sue prede.

Nel nord del suo areale, le brughiere e parzialmente le tundre boreali sono il suo habitat preferito e come detto ne è l’abitante caratteristico ed abituale. Non ama foreste dense e terreni fortemente alberati ma spazi piuttosto aperti dove poter liberamente scorrazzare e pascolare e nel contempo osservare attentamente gli spazi circostanti.

Non ama neppure terreni aridi, lande disseccate né tantomeno temperature elevate ma al contrario ama climi umidi, piovosi e ventosi evitando accuratamente il forte gelo e la neve.

Appunto per questo motivo durante la stagione fredda ed in particolare per le popolazioni residenti od erratiche del nostro continente, sceglie località non soggette a forti escursioni termiche e che non siano sottoposte a forti gelate che renderebbero impossibile il suo sostentamento. E’ in questo periodo che più di ogni altro momento della sua vita, il Chiurlo frequenta spiagge e lidi marittimi che gli garantiscono le minime condizioni di sopravvivenza.

Morfologia

Numenius arquata è un limicolo di singolari dimensioni e come detto, è il più grande scolopacide del paleartico. Raggiunge i 60 cm di lunghezza, un peso che in determinati periodi può superare largamente i 1000 g con un’apertura alare di 110 cm.

Ha un becco lungo, sottile e fortemente ricurvo verso il basso, di colore verde carnicino, un becco che con l’età diventa sempre più robusto ed allungato. Nella femmina, leggermente più grande del maschio, può raggiungere i 18 cm quando adulta e la sua maggior lunghezza è uno dei caratteri che rendono possibile la distinzione fra i sessi.

Nei giovani il becco è inizialmente poco curvato e più corto di alcuni centimetri ma in breve tempo raggiunge le giuste misure. La livrea di questo uccello non ha nulla di significativo.

Il nido di Numenius arquata è un piccolo avvallamento del terreno, foderato con poco materiale ed a volte con qualche piuma, dove vengono in genere deposte 4 uova.

Il nido è un piccolo avvallamento del terreno, foderato con poco materiale ed a volte con qualche piuma, dove vengono in genere deposte 4 uova © Hero Moorlag

Un piumaggio totalmente marrone, da uccello criptico come le femmine di molti anatidi,  con sfumature più chiare e sparse su tutta la copertura alare, un petto screziato del medesimo colore con macchie e punteggiature che gradatamente scendendo dal collo si affievoliscono sul petto sino a divenire sui fianchi, disegni a punta di freccia e scomparire sul basso ventre che risulta biancastro e generalmente sprovvisto di  macchiatura.

Quando in volo mostra un evidentissimo groppone bianco. Occhi neri e zampe lunghe e robuste di colore grigio azzurrognolo. I giovani sono alquanto simili agli adulti.

E’ un uccello molto attento e sospettoso ed al minimo accenno di pericolo si intimorisce fuggendo rapidamente, accompagnato dal suo abituale lamento.

Un genitore col piccolo. La cova dura circa un mese ma talora partecipa anche il maschio.

Un genitore col piccolo. La cova dura circa un mese ma talora partecipa anche il maschio © Jim Greenfield

Durante la nidificazione è poco sociale anche con i suoi simili e preferisce la solitudine di coppia anche se sui luoghi di alimentazione si possono formare momentaneamente piccoli assembramenti. Al contrario durante la migrazione o lo stazionamento nei quartieri invernali, si possono formare stormi di diverse centinaia di esemplari che poi si dissolvono al momento della nidificazione.

Oltre al Chiurlo maggiore, nel paleartico sono presenti altre due congeneri alquanto simili che possono trarre in inganno anche esperti naturalisti quando osservati isolatamente.

Il Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus)  che come dice il nome è sensibilmente più minuto del maggiore e differisce per delle striature nerastre sul capo.

Subito dopo la nascita i piccoli di Numenius arquata lasciano il nido e si disperdono nei dintorni.

Subito dopo la nascita i piccoli di Numenius arquata lasciano il nido e si disperdono nei dintorni © Sonia Johnson

Vi è poi il Chiurlottello (Numenius tenuirostris) molto simile a quest’ultimo ma praticamente introvabile, visto che l’ultima volta che è stato avvistato risale ad una ventina di anni orsono e incontrarlo significherebbe farlo risorgere e dare una conferma sulla sua attuale e dubitata esistenza.

Vi sono poi altre specie tipiche dell’Estremo Oriente e del Nord America con morfologia pressochè simile al nostro Chiurlo tra le quali, il rarissimo Chiurlo eskimese (Numenius borealis), ormai segnalato come al limite dell’estinzione.

Gli altri sono il Chiurlo nano (Numenius minutus), il Chiurlo setoloso (Numenius tahitiensis), il Chiurlo beccolungo (Numenius americanus) e il Chiurlo orientale (Numenius madagascariensis) chiamato erroneamente del Madagascar ma presente solo in Australia e dintorni. Questi ultimi due con becchi eccezionalmente fuori misura che si allungano tra i 21 ed i 23 cm di lunghezza!

Sono già autosufficienti nell’alimentazione ma vengono accuditi per lungo tempo dai genitori finché non abili al volo.

Sono già autosufficienti nell’alimentazione ma vengono accuditi per lungo tempo dai genitori finché non abili al volo © Tim Coleman

Etologia e Biologia riproduttiva

Il nido di Numenius arquata è un piccolo avvallamento del terreno foderato con poco materiale ed a volte con qualche piuma. Il maschio scava una serie di piccole depressioni sul terreno, sempre in luogo asciutto e generalmente a ridosso di ciuffi d’erba o di erica che li ripara parzialmente da un lato, lasciando la scelta alla femmina che provvede a terminare la costruzione apportandovi del materiale.

Le uova sono grosse ed accentuatamente ovali, di colore olivaceo con macchiettature nerastre e rossastre, tali da renderle alquanto mimetizzate con l’ambiente circostante. Vengono deposte mediamente 4 uova che vengono covate per circa un mese, generalmente dalla femmina ma anche da parte del maschio che in certi casi si prende equamente carico del compito.

La schiusa è sincrona e subito dopo la nascita i piccoli lasciano il nido e si disperdono nei dintorni curati da entrambi i genitori. I piccoli sono già autosufficienti nell’alimentazione ma vengono accuditi per lungo tempo dagli adulti finché non abili al volo.

Il Chiurlo è talora un migratore notturno a lungo raggio, fino al Madagascar, mentre in altri casi si sposta e si ritrova senza una meta precisa.

Il Chiurlo è talora un migratore notturno a lungo raggio, fino al Madagascar, mentre in altri casi si sposta e si ritrova senza una meta precisa © Gianfranco Colombo

La maturità viene raggiunta al secondo anno e si pensa che il Chiurlo abbia una vita media che può superare i dieci anni.

La carne di questo uccello è sempre stata apprezzata sin al medioevo e tuttora è oggetto di caccia per un abituale consumo. Si legge che in Inghilterra la carne di Chiurlo fosse oggetto di grande mercato e che fino a al secondo conflitto mondiale si potesse facilmente acquistare da qualsiasi macellaio. Oggi però in varie località le popolazioni sono in declino e figura come “Near Threatened” nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

Ritornando al lamentoso canto del Chiurlo ed all’ispirazione che un suono così soave ha lasciato sin da tempi remoti, va ricordato quanto immortalato in un antico poema inglese del X secolo che rammentava quanto romantico e piacevole fosse il sentire questo canto: “Avverto maggior felicità nel sentire il canto del Chiurlo …. che dalle risate degli uomini”.

Sinonimi

Scolopax arquata Linneo 1758.

 

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