Ocimum basilicum

Famiglia : Lamiaceae

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Testo © Dr. Barbara Barisani

 

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Di difficile classificazione, a causa della sua polimorfia, il basilico (Ocimum basilicum ) è una specie erbacea originaria dell’Asia tropicale © Giuseppe Mazza

Il genere Ocimum comprende una sessantina di specie aromatiche diffuse nelle regioni tropicali di Asia ed Africa (distribuzione paleotropicale). Alcune sono erbacee annuali o perennanti, altre sono arbusti sempreverdi.

L’ Ocimum basilicum L. (1753), è una pianta erbacea annuale, alta da 20 a 60 cm, originaria delle regioni tropicali dell’Asia.

Introdotto da Greci e Romani nell’area mediterranea a partire dal Medioevo si diffuse nel resto d’Europa © Giuseppe Mazza

Introdotto da Greci e Romani nell’area mediterranea a partire dal Medioevo si diffuse nel resto d’Europa © Giuseppe Mazza

Largamente coltivata, di rado la si ritrova inselvatichita al di fuori degli ambienti di origine. È una specie di difficile classificazione, a causa della sua polimorfia.

Il termine “Ocimum” deriva dalla parola greca “Ωκἰμον” (Okimon), indicante la pianta del basilico.

Il termine specifico “basilicum” deriva dal termine greco “βασιλικόσ” (Basilikos) o dal latino “basilicum” con il significato di “degno di un re”.

Infatti nell’antichità, presso le popolazioni dell’Asia, del Medio Oriente e del Mediterraneo il basilico veniva utilizzato nella produzione di preziosi profumi e nella celebrazione di riti sacri. Anche la sua raccolta prevedeva rituali molto complessi, eseguiti da personaggi considerati “puri” dalla comunità.

La pianta del basilico era presente non tanto nell’alimentazione quanto nelle consuetudini e nelle superstizioni. Veniva utilizzata come antisettico nella cura delle ferite e anche nei processi di imbalsamazione, essendo considerata di buon auspicio nel passaggio al regno dei morti.

Talvolta assunse una connotazione più negativa, diventando un simbolo di sfortuna. Alcune fonti ipotizzano che il termine “basilico” sia da riferirsi a “basilisco”, il mostro mitologico, simile ad un serpente, che poteva uccidere con lo sguardo e con il potente veleno, di cui il basilico era considerato l’antidoto.

Nomi comuni : Basilico (italiano), Albahaca, alhábega, basílico (spagnolo), Basilic (francese), Basil (inglese), Basilienkraut, Basilikum (tedesco), Manjericão (portoghese).

Nei tempi antichi fu introdotto nel bacino del Mediterraneo da Greci e Romani. A partire dal Medioevo si diffuse nel resto dell’Europa, mentre approdò nelle Americhe in parallelo con le esplorazioni del continente.

È comunissimo nell’area Mediterranea, dove è sempre presente negli orti, nei giardini di erbe aromatiche e officinali e sui balconi. Le varietà con foglie di colore porpora vengono utilizzate nelle bordure e nelle aiuole per arricchire di colore il giardino e l’orto.

È utilizzato in cucina come condimento, in particolare nel pesto genovese, di cui è l’ingrediente principale insieme ad aglio, pinoli, olio extra vergine di oliva, sale grosso, formaggi pecorino e parmigiano.

Ecco il fiore, tipico della famiglia delle Labiate, dette oggi Lamiaceae; piante come la salvia, il rosmarino, la menta, il timo, l’origano o la lavanda che non se ne stanno tutto il giorno a far niente, guardando il cielo con la bocca aperta, ma inventano sostanze apprezzate dall’uomo per difendersi dal morso degli erbivori © Giuseppe Mazza

Ecco il fiore, tipico della famiglia delle Labiate, dette oggi Lamiaceae; piante come la salvia, il rosmarino, la menta, il timo, l’origano o la lavanda che non se ne stanno tutto il giorno a far niente, guardando il cielo con la bocca aperta, ma inventano sostanze apprezzate dall’uomo per difendersi dal morso degli erbivori © Giuseppe Mazza

Molto comune è l’uso di aggiungere foglie fresche di basilico per insaporire insalate, salse di pomodoro, zuppe, minestre, oltre a piatti di carni, pesci e frutti di mare.
Il principio attivo è volatile, per cui è conveniente aggiungere le foglie alla pietanza solo a fine cottura.

Il fusto è eretto, ramificato, a sezione quadrangolare.

Così il basilico, che significa “degno di un re”, coltivato da millenni, è entrato nella vita umana, non solo in cucina ma per antichi riti sacri, credenze e virtù medicinali. Vanta oggi numerosi cultivar come questo insolito ‘Purple Ruffles’, con fiori rosa e foglie screziate di porpora dall'aroma piccante © Giuseppe Mazza

Così il basilico, che significa “degno di un re”, coltivato da millenni, è entrato nella vita umana, non solo in cucina ma per antichi riti sacri, credenze e virtù medicinali. Vanta oggi numerosi cultivar come questo insolito ‘Purple Ruffles’, con fiori rosa e foglie screziate di porpora dall'aroma piccante © Giuseppe Mazza

Le foglie sono opposte, picciolate, di forma ovale, ad apice più o meno acuto, lunghe fino a 6 cm. Il colore è verde brillante, il margine è dentato, la superficie è lucida e glabra, di aspetto bolloso. Nelle ore calde o al contatto, emanano il loro intenso e inconfondibile aroma.

I fiori sono bilabiati, bianchi o appena rosati, numerosi, lunghi 10-12 mm, raccolti in spighe verticillate. Ogni verticillo ha alla base una coppia di foglioline trasformate in brattee. Ogni fiore presenta un calice formato da un labbro superiore intero e uno inferiore suddiviso in 4 piccoli denti.

La corolla presenta un labbro superiore diviso in 4 lobi e un labbro inferiore intero. I frutti sono 4 acheni di colore scuro. La radice è a fittone.

La fioritura avviene tra maggio e settembre.

La medicina tradizionale attribuisce al principio attivo del basilico, un olio essenziale che è l’insieme di molti costituenti, diverse azioni: tonica, digestiva, antispasmodica, antisettica intestinale, emmenagoga, diuretica.

L’infuso di foglie secche, assunto dopo i pasti, è di sollievo in caso di mal di testa, ansia e insonnia. Sciacqui e gargarismi leniscono le infiammazioni alla bocca o alla gola e profumano l’alito. Le foglie fresche nelle insalate attenuano nausea e crampi allo stomaco. Si ricorda in ogni caso che l’uso interno delle piante officinali va prescritto e seguito da un medico o da un esperto della materia.

Le foglie di basilico vengono usate anche nella produzione di liquori digestivi e di prodotti cosmetici. Un sacchetto di foglie fresche di basilico nell’acqua del bagno ha un effetto deodorante e tonificante. L’olio essenziale del basilico sembra efficace come repellente contro gli insetti.

Il basilico si coltiva per semina in semenzaio o in cassone freddo, con successivo trapianto in vaso o in piena terra.

Le piantine vanno sistemate a distanza di 25-30 cm le une dalle altre.

Si può anche moltiplicare per talea, prelevando le sommità e facendole radicare in acqua. Si consiglia di utilizzare un terreno leggero, sciolto, di scegliere una posizione ben soleggiata e di effettuare frequenti irrigazioni. Il basilico è sensibile al freddo e non sopporta temperature inferiori ai 10 °C.

Il ‘Columnaris’, rigido e cespuglioso, raggiunge i 60 cm d’altezza. Data la sua origine il basilico soffre il freddo e quando le minime scendono sotto i 10 °C la pianta muore © Giuseppe Mazza

Il ‘Columnaris’, rigido e cespuglioso, raggiunge i 60 cm d’altezza. Data la sua origine il basilico soffre il freddo e quando le minime scendono sotto i 10 °C la pianta muore © Giuseppe Mazza

Al momento della raccolta si tagliano le foglie più grandi e le sommità. Le foglie raccolte prima della fioritura hanno un aroma più intenso.

La cimatura delle sommità favorisce lo sviluppo dei getti laterali. Le foglie e le sommità fiorite si possono fare essiccare all’ombra e conservare in barattoli di vetro o di porcellana, tuttavia durante questo trattamento gran parte dell’aroma va perduto.

Talee a parte, si può aggirare l’ostacolo grazie ai semi, che qui vediamo a diversi stadi di maturazione © Giuseppe Mazza

Talee a parte, si può aggirare l’ostacolo grazie ai semi, che qui vediamo a diversi stadi di maturazione © Giuseppe Mazza

Si possono conservare le foglie fresche in un barattolo di vetro, coperte di olio e con l’aggiunta di sale.

Il basilico può essere colpito da malattie causate da funghi parassiti (Botrytis cinerea, e Fusarium oxysporum) che portano al marciume delle foglie.

Si conoscono decine di cultivar e varietà di basilico, differenti per la morfologia e per l’aroma più o meno intenso. La diversa combinazione dei costituenti dell’olio essenziale dona all’aroma del basilico note di gelsomino, liquirizia, canfora, cannella, limone, menta, chiodi di garofano. Ricordiamo qui alcuni cultivar:

Ocimum basilicum ‘Columnaris’ – Piccolo arbusto che si sviluppa formando un cespuglio più alto che largo, da cui il nome.

Ocimum basilicum ‘Cinnamon’ – Pianta annuale o perennante con portamento eretto, produce fiori di colore rosa intenso. Le foglie, verdi con sfumature rosso porpora, hanno profumo di cannella e garofano.

Ocimum basilicum ‘Genovese’ – È il tipo più diffuso in Italia, utilizzato in Liguria nella preparazione del pesto. Pianta annuale o perennante con portamento eretto. Le foglie, di colore verde scuro con venature purpuree, profumano di gelsomino, limone e liquirizia.

Ocimum basilicum ‘Minimum’ – Detto anche “basilico greco”, è un piccolo arbusto che non supera 30 cm di altezza e 30 cm di diametro, adatto anche a climi più freddi. I fiori sono bianchi. Le foglie sono piccole e allungate, con profumo intenso, più dolce e meno pungente delle varietà a foglie larghe.

Ocimum basilicum ‘Purple Ruffles’ – Detto anche “basilico messicano”, è una pianta erbacea o perennante con portamento arbustivo. I fiori sono di colore rosa intenso. Le foglie, molto decorative, sono ovali, lucide, di colore porpora, con i margini frastagliati. Hanno aroma piccante.

Sinonimi : Ocimum basilicum var. album (L.) Benth.; Ocimum basilicum var. anisatum Benth.; Ocimum basilicum var. densiflorum Benth.; Ocimum basilicum var. difforme Benth.; Ocimum basilicum var. glabratum Benth.; Ocimum basilicum var. majus Benth.; Ocimum basilicum var. pilosum (Willd.) Benth.; Ocimum basilicum var. purpurascens Benth.; Ocimum basilicum var. thyrsiflorum (L.) Benth.

 

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