Orthosiphon aristatus

Famiglia : Lamiaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

L'Orthosiphon aristatus è un'erbacea perenne del sud est asiatico. Vistose infiorescenze e virtù medicinali © Mazza

La specie è originaria dell’Assam, Australia (Queensland), Bangladesh, Borneo, Cambogia, Cina (Anhui, Chongqing, Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Henan, Hong Kong, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Kin-Men, Macao, Ma-tsu-Pai-chúan, Shanghai, Sichuan, Yunnan e Zhejiang), Filippine, Giava, India, Isole Nicobare, Laos, Malaysia Peninsulare, Myanmar, Nuova Guinea, Piccole Isole della Sonda, Singapore, Sri Lanka, Sumatra, Thailandia e Vietnam, dove cresce nella macchia tropicale, nelle radure e ai bordi delle foreste umide e lungo le rive dei corsi d’acqua, a basse e medie altitudini.

Il nome generico deriva dalla combinazione dei termini greci “όρθός” (orthos) = dritto e “σιφων” (sifon) = tubo, con riferimento al tubo della corolla; il nome specifico è il termine latino “aristatus” = dotato di arista (resta della spiga) con riferimento alla forma dell’infiorescenza.

Nomi comuni: cat’s moustache, cat’s whiskers, Java-tea, whiskerplant (inglese); mao xu cao (cinese); moustache de chat, thé de Java (francese); mulisu-kuchin (giapponese); remuk jung (giavanese); tè di Giava (italiano); kumis kuching (malese); Javateepflanze, katzenbart (tedesco); yaa nuat maeo (thailandese); rau meo, cay bong bac (vietnamita).

L’ Orthosiphon aristatus (Blume) Miq. (1858) è una specie erbacea perenne sempreverde, alta 0,3-1,2 m, con fusti ascendenti ramificati a sezione quadrangolare di colore bruno rossastro. Le foglie, su un picciolo lungo 0,5-4 cm, sono semplici, opposte, decussate, da romboidali a ovate con base cuneata, apice appuntito e margini dentati, lunghe 4-9 cm e larghe 2-5 cm, di colore verde intenso lucido.

Infiorescenze in racemi terminali lunghi 10-25 cm portanti fiori ermafroditi disposti in verticilli con calice campanulato, lungo 0,3-0,5 cm, corolla tubolare bilabiata con labbro superiore ricurvo a quattro lobi e labro inferiore orizzontale e concavo, lunga 1-2,5 cm, di colore bianco o lilla pallido, e 4 stami ricurvi lunghi 4-6 cm; i fiori, ricchi di nettare, attirano api e farfalle che ne sono i principali impollinatori. Il frutto è una capsula contenente 4 semi oblunghi, compressi, rugosi, di colore bruno rossiccio, di 1,5 mm di lunghezza.

Si riproduce per seme, utilizzando un terriccio organico mantenuto umido alla temperatura di 22-24 °C, e facilmente per talea di punta, anche in acqua, e per margotta. Specie di veloce crescita e facile coltivazione dalla ornamentale fioritura che si protrae dalla primavera all’autunno, di gradevole effetto in massa, come copri suolo o per bordure informali e miste, utilizzabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido e marginalmente temperato caldo, in posizione riparata, dove può resistere ad abbassamenti di temperatura di qualche grado sotto 0 °C per breve periodo.

Richiede pieno sole o al più luce solare filtrata e suoli ben drenati ricchi di sostanza organica, da leggermente acidi a leggermente alcalini, mantenuti pressoché costantemente umidi, ma senza ristagni, non gradendo lunghi periodi di siccità; sopporta bene le potature per un portamento più compatto e stimolare la fioritura. Dove il clima non consente la coltivazione in permanenza all’aperto può essere trattata come annuale, con fioritura da metà estate all’autunno, o coltivata in vaso per poter essere riparata nei mesi più freddi in luogo particolarmente luminoso, come dietro una finestra esposta a sud, in terriccio organico con regolari innaffiature, lasciando solo parzialmente asciugare il substrato prima di ridare acqua, e concimazioni con prodotti bilanciati idrosolubili dalla primavera all’autunno.

Il decotto di foglie ed estremità dello stelo essiccate è da tempi remoti impiegato nella medicina popolare in tutto il sud est asiatico, principalmente come diuretico e antibatterico del tratto urinario, in particolare a Giava è tradizionalmente utilizzato anche nel trattamento della ipertensione arteriosa e del diabete.

Gli studi scientifici condotti fino in tempi recenti (2013) non hanno ancora trovato l’esatta correlazione tra i principi attivi contenuti e gli effetti terapeutici attribuiti, si ipotizza un effetto sinergico, e comunque i dati sia sulla reale efficacia che sulla sua sicurezza sono ancora insufficienti, pertanto l’uso prolungato dovrebbe essere evitato, in ogni caso l’uso è controindicato per le persone con insufficienza cardiaca e renale. Studi di laboratorio hanno comunque evidenziato la presenza di flavonoidi, triterpeni e un glucoside (ortosifonina) di interesse farmacologico.

Sinonimi: Trichostema spirale Lour. (1790); Clerodendrum spicatum Thunb. (1825); Ocimum aristatum Blume (1826); Ocimum grandiflorum Blume (1826); Orthosiphon stamineus Benth. (1830); Orthosiphon grandiflorus Bold. (1916); Orthosiphon spiralis (Lour.) Merr. (1925); Clerodendranthus stamineus (Benth.) Kudô (1929); Orthosiphon velteri Doan (1936); Orthosiphon spicatus (Thunb.) Backer, Bakh.f. & Steenis (1950); Orthosiphon tagawae Murata (1970); Clerodendranthus spicatus (Thunb.) C.Y.Wu (1974).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle LAMIACEAE cliccare qui.