Plodia interpunctella

Famiglia : Pyralidae


Testo © Prof. Santi Longo

 

Plodia interpunctella

Plodia interpunctella, qui su del riso, è una farfallina che infesta le abitazioni e i depositi alimentari di tutto il mondo © Giuseppe Mazza

La Tignola fasciata delle derrate, descritta da Hübner come Tinea interpunctella nel 1813, è stata trasferita, nel 1845, al genere Plodia istituito da Guenée, che lo ha dedicato a Plodia, personaggio citato da Erodoto Alicarnasso come la più bella delle spartane.

L’appellativo specifico interpunctella, utilizzato da Hübner, fa riferimento ai puntini scuri presenti alla base delle ali anteriori.

Il Lepidottero afferisce alla famiglia Pyralidae, che include numerose specie, ampiamente diffuse, denominate sinantropiche poiché vivono a contatto con l’uomo e le cui larve infestano materiali organici di natura vegetale e animale, nonché varie derrate alimentari nei magazzini o nelle abitazioni.

Comportamento simile hanno altre specie della medesima famiglia, afferenti ai generi Cadra ed Ephestia che, allo stadio larvale infestano i medesimi substrati ma i cui adulti, a differenza della Tignola fasciata delle derrate, hanno ali prive di disegni e dai colori poco appariscenti.

Zoogeografia

Ritenuta di origine tropicale, Plodia interpunctella è responsabile della quasi totalità delle infestazioni di derrate provocate da lepidotteri a livello mondiale.

Ecologia-Habitat

È un un insetto molto frequente nelle abitazioni, nei depositi di granaglie, nei silos e negli imballaggi di alimenti con i quali vengono trasferiti in ambienti anche molto distanti, in tempi relativamente brevi e compatibili con le esigenze vitali della specie.

Morfofisiologia

L’adulto ha il corpo lungo circa dieci millimetri di colore grigiastro. Il capo è bruno rossastro; l’apertura alare varia da quindici a venti millimetri. Le ali sono munite di frange marginali di piccoli peli; la parte prossimale delle anteriori è di colore giallo mentre la rimanente parte è bruno-rossastra, con riflessi rameici e con due o tre caratteristiche fasce brune. Le ali posteriori sono bianco-grigiastre con sottile bordatura scura lungo il margine.

Le uova, di colore bianco grigiastro, hanno forma ovale, sono lunghe circa mezzo millimetro e pertanto poco visibili senza l’ausilio di una lente d’ingrandimento.

Plodia interpunctella

Femmina vergine con l’addome sollevato che rilascia il feromone sessuale di richiamo per i maschi. Questi in cambio emettono delle sostanze afrodisiache che inducono le femmine all’accoppiamento © Santi Longo

Vengono deposte sui substrati alimentari singolarmente o in gruppi costituiti da dieci a trenta elementi.

Le larve sono dotate di zampe toraciche e di mammelloni ambulacrali, detti pseudozampe, nell’addome.

Vengono appellate waxworms (vermi di cera) per la somiglianza con quelle della Tarma della cera (Galleria mellonella), che vengono allevate e impiegate nell’industria mangimistica.

La larva neonata misura circa 1 mm con il corpo biancastro, nelle età successive il colore varia dal giallastro al beige, più o meno scuro, in relazione al tipo di alimento assunto.

La larva matura ha il corpo cilindrico, lungo da 1 a 3 cm, di colore paglierino più o meno intenso. Il capo, e la parte terminale del corpo (placca anale) sono brunastri.

Le pseudozampe consentono di coprire distanze relativamente lunghe alla ricerca di un sito adatto, sui muri o nei capi d’abbigliamento, dove trasformarsi in pupa.

Le potenti mandibole dell’appartato boccale masticatore consentono alla larva di forare anche involucri di plastica; mentre, le mascelle e il labbro inferiore, parzialmente fusi, formano, insieme alla parte distale dei palpi, la filiera, struttura dalla quale fuoriescono i fili di seta prodotti dalle ghiandole salivari specializzate.

Altri minuti caratteri morfologici, sono la presenza di un caratteristico ispessimento, a forma di mezzaluna, alla base delle setole che si trovano attorno alle aperture respiratorie (stigmi) dal primo al settimo segmento dell’addome.

La crisalide è lunga circa 1 cm, di colore bruno-rossastro, con carena dorsale, di norma è protetta da un bianco bozzolo sericeo più o meno fitto.

Plodia interpunctella

Questo avviene anche poco dopo la nascita, e in dieci giorni una femmina ben nutrita può deporre, a più riprese, circa 400 uova © Elliot Lowe

Etologia-Biologia Riproduttiva

Nei climi tropicali e all’interno di ambienti condizionati, gli adulti della Tignola fasciata delle derrate sono attivi nel corso dell’intero anno; mentre, nelle regioni a clima temperato, gli adulti sfarfallano a partire dalla fine di febbraio.

Le femmine attraggono i maschi emettendo in determinati momenti della giornata degli attrattivi (feromoni sessuali).

Tali molecole odorose, disperse nell’aria, vengono captate dai maschi, anche a notevole distanza, attraverso apposite strutture denominate sensilli olfattivi situati nelle antenne. Lo stimolo olfattivo iniziale viene “tradotto” in stimolo motorio che induce il maschio a volare verso la fonte di emissione, per accoppiarsi, seguendo le tracce odorose (scie, filetti o “plumes”).

Plodia interpunctella

Larve su Arachide. I semi appaiono ormai trasformati in escrementi © Santi Longo

I feromoni sessuali sono spesso costituiti da miscele (blends o bouquet) di sostanze in diversi rapporti, a seconda della specie, ciascuna delle quali trasmette un determinato messaggio.

Il primo feromone è stato individuato ed estratto in Germania da Butenandt alla fine degli anni ‘50 da un numero elevatissimo di femmine del Baco da seta (Bombyx mori). Tale sostanza dotata di un elevatissimo potere attrattivo nei confronti dei maschi venne denominata “bombicolo”. Studi successivi hanno evidenziato la complessità delle miscele feromoniche emesse da varie specie e la ricchezza del linguaggio chimico degli insetti.

Dopo l’accoppiamento, che può avvenire anche nello stesso giorno dello sfarfallamento, e la fecondazione le femmine della Tignola fasciata delle derrate depongono, nell’arco di una decina di giorni, fino a 400 uova; il loro numero varia in relazione alla qualità e quantità di alimento assunto allo stato larvale.

Il ciclo di sviluppo si completa in un arco di tempo estremamente variabile da circa un mese fino a quasi un anno.

Se le temperature si mantengono costantemente intorno ai 30 °C, una generazione da uovo ad adulto, si svolge in poco più di un mese.

Le uova, negli ambienti in cui le temperature sono superiori a 10 °C, completano lo sviluppo embrionale in un periodo che va da quattro a quattordici giorni.

A 20 °C schiudono dopo una settimana, mentre a 30 °C dopo quattro giorni.

La larva neonata attacca subito il substrato e si costruisce un ricovero con i fili sericei da essa secreti che infittirà nel corso delle cinque o sei età larvali che attraversa per completare lo sviluppo. Negli ultimi due dei cinque stadi larvali, integrano la loro dieta, essenzialmente a base di amidi, con sostanze grasse. A temperature intorno ai 25 °C, le larve completano lo sviluppo in due o tre mesi.

A maturità abbandonano il substrato infestato e incrisalidano all’interno di bozzoli fusiformi aperti anteriormente.

La notevole quantità di fili sericei prodotti dalle larve, con i quali ricoprono la superficie delle derrate infestate, ostacola la dispersione del calore e provoca l’innalzamento della temperatura e del grado di umidità. Nei magazzini molto infestati, possono creare inconvenienti alle coclee delle macchine di sollevamento.

Plodia interpunctella

Nulla arresta le solide mandibole delle larve. Questa ha perforato persino l’involucro di plastica di gianduiotto © Santi Longo

Le larve vivono negli strati superficiali delle derrate e pertanto divenute mature, cercano un posto riparato per incrisalidarsi nelle crepe o nelle fessure delle pareti. Le larve mature, in relazione al fotoperiodo e alla densità di popolazione, possono andare incontro a diapausa facoltativa, e preparano un ricovero sericeo più fitto entro il quale, costruiranno il bozzolo che proteggerà la crisalide.

In relazione alla temperatura ambientale, la fase pupale, dura da una a tre settimane; a 20 °C si completa quindici-venti giorni, mentre, a 30 °C in appena sette-otto giorni.

In condizioni climatiche e trofiche ottimali, la Tignola compie, di norma, sei-sette generazioni annuali. In ambienti a clima continentale solo una o due, mentre in quelli a clima mediterraneo ne svolge da tre a quattro, con sfarfallamenti da maggio a settembre e presenza di adulti quasi nel corso dell’intero anno.

Plodia interpunctella

Crescono anche sui frutti secchi. Qui hanno per esempio infestate le vistose Bacche di Goji, solanacee commestibili d’origine asiatica © Gilles San Martin

La Tignola fasciata delle derrate può infestare numerosi substrati; le polifaghe larve si nutrono di vari prodotti vegetali e animali conservati: cariossidi di cereali, semi, farine e derivati, frutta secca (arachidi, noci, mandorle, pistacchi), carne e pesci secchi, insetti morti, erbai, dolciumi, cioccolato e cacao.

Negli ambienti tropicali sviluppa anche all’aperto a spese di frutti zuccherini maturi pendenti, disseccati, o mummificati, nonché di piccoli artropodi morti. Nei climi temperati le larve superano i periodi freddi in diapausa e allungano la durata dello stadio di crisalide.

I principali fattori che ostacolano lo sviluppo della specie sono le temperature inferiori a 8 °C e le basse percentuali di umidità relativa (% UR). Le carenze alimentari inducono fenomeni di sterilità negli adulti e di cannibalismo nelle larve. Inoltre, numerose specie di insetti e acari parassiti causano elevate mortalità.

Plodia interpunctella

Larva matura su grano alla ricerca di un luogo dove impuparsi. In poche settimane l’intero contenuto di un silos può divenire immangiabile © Giuseppe Mazza

La femmina dell’Imenottero parassita Venturia canescens, infigge le proprie uova all’interno delle uova della Tignola e la larva del parassita ne consuma il contenuto per completare il suo sviluppo.

Nei silos e nei depositi di derrate, un ruolo importante svolgono alcune malattie provocate da batteri entomopatogeni e da virus che causano infezioni, denominate granulosi. Le larve colpite sono poco mobili e vengono divorate da quelle sane che si infettano e, se la densità di popolazione è elevata, si verificano le epidemie denominate epizoozie.

Nei depositi e nelle abitazioni la presenza della Tignola può essere individuata e monitorata tramite la cattura dei maschi, effettuata con apposite trappole disponibili in commercio, che sono innescate con una miscela di sostanze attrattive di sintesi, simili ai feromoni sessuali, prodotti dalle femmine.

Plodia interpunctella

La crisalide è protetta da un bozzolo sericeo. La durata della fase pupale varia, secondo la temperatura, da una a tre settimane © Ricardo Augusto Gomes da Costa

Sinonimi

Numerosi sono i sinonimi con i quali la specie è stata descritta da vari autori: Ephestia glycinivora Matsumura, 1917; Ephestia interpunctella Hübner; Plodia castaneella (Reutti, 1898); Plodia glycinivora (Matsumura, 1917); Plodia interpunctalis (Hübner, 1825); Plodia latercula (Hampson, 1901); Plodia zeae (Fitch, 1856); Tinea castaneella Reutti, 1898; Tinea interpunctalis Hübner, 1825; Tinea interpunctella Hübner, [1813]; Tinea zeae Fitch, 1856; Unadilla latercula Hampson, 1901.

Altrettanto numerosi sono i nomi comuni con i quali la Tignola fasciata delle derrate è stata indicata nei vari Paesi, in relazione al substrato infestato o alla sua origine; il numero maggiore è quello in lingua inglese: Indian lotus, Indian mallow, Indian meal, Indian meal Moth, Indian millet, Indian mulberry e Indian Mutiny; in francese è appellata Pyrale des fruits sec; e in spagnolo Palomilla indiana de las farinas.

 

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