Proteus anguinus

Famiglia : Proteidae


Testo © Dr. Nicolò Pellecchia

 

Il Proteo (Proteus anguinus) è una specie endemica delle grotte allagate del Carso Dinarico dove di nutre di larve d’insetti, molluschi e crostacei

Il Proteo (Proteus anguinus) è una specie endemica delle grotte allagate del Carso Dinarico dove di nutre di larve d’insetti, molluschi e crostacei © Giuseppe Mazza

Il Proteo, Proteus anguinus Laurenti, 1768 è un anfibio caudato appartenente alla famiglia dei Proteidae, presente esclusivamente nelle Alpi Dinariche.

La famiglia Proteidae comprende due generi, Necturus, diffuso in Nord America, e Proteus, diffuso nei Balcani.

Uno dei caratteri distintivi più evidenti di questa famiglia è la pedomorfosi. Gli individui pedomorfici o neotenici presentano caratteristiche adulte, come le gonadi ben sviluppate, ma anche caratteristiche dello stadio giovanile, come le branchie. Altre caratteristiche di queste salamandre sono l’assenza di palpebre e la mancanza di ossa mascellari nella mascella superiore.

Il Proteo è l’unica specie vivente del genere Proteus, che presenta però altre specie nel record fossile.

Il nome del genere Proteus deriva dal nome del dio Greco Pròteo, dalla lingua greca “πρῶτος” (protos) significa primo, così come “πρωτόγονος” (protogonos) significa primordiale o anche nato per primo.

Il termine specifico anguinus significa in latino con sembianze di serpente, con ovvio riferimento al suo aspetto.

Il corpo molto allungato gli permette di sviluppare un maggior numero di recettori sensoriali, per ovviare alla perdita quasi totale della vista

Il corpo molto allungato gli permette di sviluppare un maggior numero di recettori sensoriali, per ovviare alla perdita quasi totale della vista © Giuseppe Mazza

Zoogeografia

L’areale di Proteus anguinus è abbastanza limitato. Si può trovare negli ambienti sotterranei del Carso Dinarico, lungo la costa adriatica, dal Nord-Est dell’Italia e dalla Slovenia meridionale, fino al Montenegro occidentale. Al di fuori del suo areale naturale, il Proteo è stato introdotto all’interno di diverse grotte in Europa, dove si è stabilizzato, costituendo comunità riproduttive. Alcuni esempi sono le grotte di Oliero presso Vicenza, le grotte di Moulis nei Pirenei francesi. In Slovenia meridionale è presente una sottospecie denominata Proteus anguinus parkelj.

Ecologia-Habitat

Il Proteo è una specie stigobia, ovvero che vive in ambiente acquatico cavernicolo, in particolar modo nei sistemi sotterranei che si creano per il carsismo. Predilige acqua calma, ossigenata e ad una temperatura che si aggira tra gli 8 ed i 14 °C. Oltre alle grotte naturali può essere rinvenuto anche in miniere abbandonate. La profondità massima a cui la specie è stata osservata è -300 m. Occasionalmente alcuni individui possono essere rinvenuti in superficie per colpa di inondazioni, che li possono fare avvicinare alle entrate delle grotte o che rendono accessibili alcuni passaggi verso la superficie.

È una specie stigobia, presente cioè solo nei corsi d’acqua delle grotte, ma dopo forti piogge se questi salgono di livello può trovarsi anche a cielo aperto

È una specie stigobia, presente cioè solo nei corsi d’acqua delle grotte, ma dopo forti piogge se questi salgono di livello può trovarsi anche a cielo aperto © Sebastian Voitel

La dieta degli individui adulti è composta da un’ampia diversità di animali, principalmente larve di insetti come tricotteri, efemerotteri, plecotteri e ditteri, ma anche molluschi gasteropodi e crostacei anfipodi. La dieta dei giovani e delle larve è molto diversa, nutrendosi principalmente di batteri, protisti e sostanze organiche.

Morfofisiologia

Proteus anguinus è un urodelo che può raggiungere dimensioni importanti. La lunghezza media totale è di 25 cm ca, ma può crescere fino a 30 cm, ed in alcuni casi anche oltre. Un esempio sono gli individui della sottospecie Proteus anguinus parkelj, che possono crescere anche oltre i 40 cm.

Il Proteo presenta un corpo snello ed allungato, con coda appiattita e corta, piccoli arti, di cui le zampe anteriori presentano 3 dita, mentre le posteriori solo 2. La testa ha una forma allungata, con muso arrotondato e occhi poco sviluppati, coperti di epidermide. La pelle è traslucida, e permette di osservare i contorni degli organi interni nella parte ventrale del corpo, rendendo più semplice la determinazione del sesso negli adulti. Il colore così bianco un tempo aveva indotto a pensare ad un caso di albinismo. Da studi recenti però si è notato che i giovani, se esposti alla luce, sviluppano delle macchie più scure, dimostrando quindi la presenza di melanina, e confutando così l’ipotesi dell’albinismo.

Specie pedomorfica obbligata, ha perso totalmente la capacità di metamorfosare e mantiene quindi sui lati vistose branchie composte da 3 ciuffi

Specie pedomorfica obbligata, ha perso totalmente la capacità di metamorfosare e mantiene quindi sui lati vistose branchie composte da 3 ciuffi © Sebastian Voitel

Questa specie è pedomorfica obbligata, per cui ha perso totalmente la capacità di metamorfosare, a differenza di altre specie, come Ichtyosaura alpestris, che sono pedomorfiche facoltative e che quindi, in base alle condizioni ambientali, possono o meno metamorfosare. Il Proteo presenta infatti delle branchie esterne ben evidenti, formate da tre ciuffi di colore rosa su ambedue i lati della testa.

La respirazione avviene principalmente tramite le branchie e l’epidermide, ma in condizioni di scarsa ossigenazione utilizza anche i polmoni. Nonostante sia incapace di utilizzare la vista in modo efficace, il Proteo ha sviluppato una serie di adattamenti sensoriali alla vita stigobia. La forma del corpo e della testa molto allungate non è casuale, ma serve proprio per trasportare un maggior numero di recettori sensoriali. Questi recettori lo aiutano sia nella captazione delle prede, come i chemiorecettori, meccanorecettori ed elettrorecettori, sia in altre funzioni vitali come la percezione della luce, fotorecettori o l’orientamento nello spazio, senso geomagnetico.

La sottospecie Proteus anguinus parkelj presenta caratteristiche morfologiche diverse. Oltre le dimensioni maggiori, presenta una pigmentazione della pelle più scura, tanto che viene detta sottospecie “nera” o Proteo nero, una testa più corta e occhi funzionali. Tra tutte le specie di anfibi pare che il Proteo sia quella più longeva. La durata media della vita di un individuo è di 68,5 anni, mentre la durata massima prevista è di oltre un secolo. Probabilmente questa longevità è data dal metabolismo di questo animale, che può essere estremamente lento.

La pelle, traslucida, permette di osservarne gli organi, qui anche le uova. Il Proteo può vivere 100 anni ma figura già come “vulnerabile” nella Lista rossa

La pelle, traslucida, permette di osservarne gli organi, qui anche le uova. Il Proteo può vivere 100 anni ma figura già come “vulnerabile” nella Lista rossa © Thierry Balint

Etologia-Biologia riproduttiva

Proteus anguinus è una specie ovipara. Il suo periodo riproduttivo va da gennaio a giugno.

I maschi stabiliscono un proprio territorio, che viene furiosamente protetto dagli altri maschi competitori. Quando la femmina entra nel territorio del maschio può iniziare il corteggiamento. Per primo il maschio muove la coda verso la testa della femmina, e in seguito strofina con il muso la cloaca. A questo punto anche la femmina tocca con il muso la cloaca del maschio, per poi seguirlo in una breve passeggiata di una decina di centimetri, al termine della quale il maschio rilascia una spermatofora, che verrà raccolta dalla femmina tramite la cloaca.

A distanza di 2-3 giorni la femmina inizia la deposizione delle uova, che può durare per circa 25 giorni. In media vengono deposte 35 uova, con un massimo di 70, e vengono collocate sotto le rocce. Il diametro delle uova alla deposizione è di 4-5 mm e può arrivare fino a 8-9 mm. Lo sviluppo delle uova avviene nell’arco di 182 giorni a temperatura di 8 °C, 140 giorni a 10 °C, 123 giorni a 11 °C e 86 giorni a 15 °C. La schiusa avviene dopo 10-15 giorni, mentre la metamorfosi avviene entro 1-2 mesi. La maturità sessuale si raggiunge tra i 10 ed i 14 anni per i maschi e tra i 15 e i 18 anni per le femmine. Lo sviluppo delle larve è fortemente dipendente dalla temperatura, e a 10 °C ci vorranno altri 14 anni per raggiungere la maturità sessuale.

 

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