Quesnelia quesneliana

Famiglia : Bromeliaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Quesnelia quesneliana, Bromeliaceae

La Quesnelia quesneliana è originaria del Brasile sudorientale dove cresce come epifita, ma anche al suolo, con rosette di 0,6-1 m di diametro © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Brasile sudorientale (Espírito Santo, Minas Gerais e Rio de Janeiro) dove cresce nella fascia costiera (restinga) a basse altitudini.

Genere e specie furono dedicati a M. Quesnel, console francese a Cayenne, capoluogo della Guyana francese, collezionista di piante.

La Quesnelia quesneliana (Brongn.) L.B.Sm. (1952) è una specie erbacea sempreverde, acaule, monocarpica, epifita, rupicola o terrestre, costituita da una rosetta compatta di foglie, di 0,6-1 m di diametro, che formano una cavità centrale in cui si raccoglie acqua piovana. Foglie ascendenti oblungo-lanceolate con margini provvisti di corte spine brune e apice ottuso con una lunga spina, lunghe 50-70 cm e larghe 5-6 cm, coriacee, di colore verde con microscopiche scaglie grigie e bande trasversali più marcate inferiormente.

Scapo floreale al centro della rosetta, eretto, robusto, lungo 40-50 cm, ricoperto interamente da brattee acuminate lievemente spinose verso l’apice, di colore verde soffuso di rosa brunastro. L’infiorescenza è una spiga compatta, di 14-18 cm di lunghezza e 5-7 cm di diametro, costituita da brattee imbricate lineari con apice ottuso, lunghe 4 cm e larghe 1,5 cm, di colore da rosa carico a rosso con margini lievemente ondulati ricoperti da microscopiche scaglie bianche, che racchiudono interamente i fiori.

Quesnelia quesneliana, Bromeliaceae

La vistosa infiorescenza dura circa 2 mesi e meriterebbe una maggiore diffusione orticola © Giuseppe Mazza

Calice costituito da 3 sepali asimmetrici di colore rosa pallido, lunghi 1,5-2 cm e larghi 0,5 cm, uniti alla base per circa metà della loro lunghezza, corolla con 3 petali liberi oblunghi con apice ottuso, di 2,5-3 cm di lunghezza e 0,5 cm di larghezza, di colore bianco alla base, blu-lavanda all’apice, 6 stami disposti in due serie di 3, interni alla corolla, e ovario infero.

Il frutto è una bacca contenente numerosi semi circondati da una sostanza gelatinosa.

Dopo la fioritura la pianta smette di crescere, ma rimane vitale per lungo tempo, prima di seccare completamente, durante il quale contribuisce al nutrimento delle nuove piante prodotte alla base.

Si riproduce per seme, ripulito dalla sostanza gelatinosa di cui è ricoperto, posto superficialmente su terriccio organico drenante e aerato mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, micropropagazione, divisione e tramite le nuove piante prodotte alla base che possono essere staccate quando hanno raggiunto una dimensione pari almeno ad un terzo di quella della pianta madre.

Specie di facile coltivazione che meriterebbe una maggiore diffusione, sia come pianta da giardino che da vaso, per la vistosa infiorescenza della durata di circa due mesi.

Utilizzabile all’aperto nelle zone tropicali, subtropicali e marginalmente temperato calde, dove può sopportare temperature fino a circa -3 °C per tempi brevi, in pieno sole, per una vegetazione più compatta, o leggera ombra.

Cresce sia su substrati ricchi di sostanza organica, pressoché costantemente umidi, che su suoli sabbiosi piuttosto poveri, dove può sopportare periodi di secco, avendo cura di mantenere al centro della rosetta acqua non calcarea o piovana da rinnovare frequentemente.

In vaso, per la decorazione di interni luminosi, vanno utilizzati substrati porosi e drenanti, che possono essere costituiti da terriccio vegetale con aggiunta di sabbia silicea grossolana per un 30-40 %. Riguardo le condizioni ambientali, per una crescita ottimale le minime invernali dovrebbero mantenersi superiori a 16 °C e l’umidità tra 65 e 80 %, se questa è inferiore si può ricorrere a nebulizzazioni al mattino con acqua a temperatura ambiente non calcarea per evitare di macchiare le foglie. In alternativa alle nebulizzazioni, si può porre il vaso su un largo sottovaso riempito da argilla espansa o pietrisco, con uno strato d’acqua non a diretto contatto col fondo del vaso.

In estate le innaffiature devono essere frequenti, ma senza ristagni, piuttosto diradate in inverno, in modo da permettere al substrato di asciugarsi in superficie. In estate va mantenuta costantemente l’acqua al centro della rosetta, in inverno, in presenza di basse temperature, è preferibile lasciarla pressoché asciutta per evitare possibili marciumi.

Sinonimi: Billbergia quesneliana Brongn. (1841); Quesnelia rufa Gaudich. (1842); Billbergia roseomarginata K.Koch (1867); Lievena princeps Regel (1879; Billbergia rubromarginata Carrière (1880); Billbergia skinneri Carrière (1880); Quesnelia roseomarginata Carrière (1880); Billbergia rufa (Gaudich.) N.E.Br. (1882); Quesnelia rufa É.Morren (1882); Quesnelia cayennensis Baker (1889).

 

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