Schefflera actinophylla

Famiglia : Araliaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Schefflera actinophylla © Giuseppe MazzaLa Schefflera actinophylla (Endl.) Harms (1894) è originaria dell’Australia (Queensland e Territorio del Nord) e Papua Nuova Guinea, dove cresce nelle foreste pluviali a volte come epifita.

Il genere è dedicato al botanico tedesco Jacob Christoph Scheffler († 1742); il nome specifico è la combinazione dei termini greci “aktis, aktinos” = raggio e “phyllon” = foglia con chiaro riferimento alla forma della foglia.

Nomi comuni: “Australia cabbage-tree”, “australian umbrella tree”, “octopus tree”, “Queensland umbrella tree”, “umbrella plant”, “umbrella tree” (inglese); “arbre ombrelle”, “arbre pieuvre” (francese); “árvore-guarda-chuva”, “árvore-polvo”, “cheflera” (portoghese); “árbol pulpo” (spagnolo); “schefflere” (tedesco).

Albero sempreverde alto fino a circa 12 m con lunghi rami che si dipartono generalmente dal basso, con un andamento pressoché verticale, che terminano con una corona di foglie di colore verde intenso lucido sostenute da piccioli lunghi fino a 60 cm; le foglie sono palmato-composte con 6-14 foglioline oblungo-obovate lunghe 10-30 cm e larghe 8-12 cm.

Le infiorescenze sono terminali a pannocchia con peduncoli, in parte pressoché orizzontali, di colore porpora scuro, lunghi 40-80 cm, che si irradiano dall’asse centrale e su cui sono distribuiti grappoli compatti di circa 2 cm di diametro di fiori scarlatti, ognuno di circa 6-8 mm di diametro. I frutti sono globosi di circa 8 mm di diametro di colore porpora tendente al nero a maturazione e contengono un solo seme. Si riproduce facilmente per seme, talea e margotta.

Specie di grande valore ornamentale, sia per il fogliame che per le appariscenti infiorescenze che sovrastano la chioma, ampiamente coltivata nelle zone a clima tropicale e subtropicale ed a volte anche in quelle temperato calde, sopportando temperature fino a -3/-4°C per breve periodo. Predilige una esposizione in pieno sole e suoli profondi, drenanti, mantenuti umidi, ma si adatta a posizioni parzialmente ombrose, anche se in questo caso raramente fiorisce, ed a varie situazioni di suolo. La sua diffusione non è però priva di svantaggi, la specie ha un apparato radicale molto aggressivo, deve essere quindi piantata lontano da muri, recinzioni, condotti fognari, ecc.

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Infiorescenza di Schefflera actinophylla © Giuseppe Mazza

E problema più importante, si dissemina facilmente tramite varie specie di uccelli che si nutrono dei suoi frutti, tanto da essere considerata in molte aree infestante e venirne sconsigliata la coltivazione, essendo capace di colonizzare in breve tempo ed in maniera esclusiva ampie zone.

Come pianta in vaso è altrettanto diffusa per la decorazione di interni per la facilità di coltivazione, adattandosi a varie condizioni di luce, da ombra al sole diretto, anche se una elevata luminosità contribuisce ad evitare la prematura caduta delle foglie più basse, e per la crescita piuttosto lenta che permette di contenerne le dimensioni per lungo tempo.

Le temperature è bene si mantengano superiori ai 14°C, ottimali intorno a 20-24°C.

Le innaffiature devono essere regolari in estate, diradate in inverno, lasciando asciugare parzialmente il terriccio tra le innaffiature, e l’umidità ambientale piuttosto elevata, incrementata eventualmente con nebulizzazioni in presenza di aria secca ed alte temperature, utilizzando acqua a temperatura ambiente e non calcarea per evitare antiestetiche macchie sulle foglie.

Le foglie e le altre parti della pianta contengono sostanze tossiche, in particolare ossalato di calcio, che possono provocare dermatiti per contatto e reazioni se masticate ed ingerite.

Sinonimi: Brassaia actinophylla Endl. (1839); Aralia longipes W.Bull (1883); Brassaia singaporensis Ridl. (1917).

 

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