Siganus unimaculatus

Famiglia : Siganidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

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Considerato ancora oggi da certi ittiologi solo una variante geografica del Siganus vulpinus, il Siganus unimaculatus è presente, solitario o in coppia, nelle formazioni madreporiche dell'Oceano Pacifico occidentale © Giuseppe Mazza

Il Pesce volpe con la macchia (Siganus unimaculatus Evermann & Seale, 1907) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Siganidae che conta un solo genere, Siganus, e 29 specie.

Si tratta dei così detti pesci coniglio, noti anche come pesci volpe, per il profilo del capo con labbra sporgenti e piccoli denti ad incastro per recidere i vegetali delle praterie sommerse.

Pesci per lo più marini ma anche d’acqua salmastra che superano di rado i 40 cm e rivestono talora un ruolo importante nell’alimentazione umana.

L’etimologia del genere Siganus trae origine dal termine arabo “sidjan”, nome raccolto da Forsskål in un suo viaggio verso Oriente e da lui assegnato al Siganus rivulatus Forsskål & Niebuhr, 1775.

Il nome specifico unimaculatus, vuol dire semplicemente in latino “con una sola macchia”.

Zoogeografia

Il Siganus unimaculatus è di casa nelle acque tropicali del Pacifico Occidentale. Lo troviamo in Australia, alle Filippine, alle isole di Ryukyu e Ogasawara ed in Giappone.

Caratteristica la macchia scura che simula un occhio verso la coda. Tendenzialmente circolare, varia per forma da individuo a individuo con eventuali sfumature accanto © Giuseppe Mazza

Caratteristica la macchia scura che simula un occhio verso la coda. Tendenzialmente circolare, varia per forma da individuo a individuo con eventuali sfumature accanto © Giuseppe Mazza

Ecologia-Habitat

È una specie marina legata alle formazioni madreporiche. Vive sul bordo esterno dei reef, non oltre i 30 m di profondità, e nelle lagune.

Caratteristica la macchia scura che simula un occhio verso la coda. Tendenzialmente circolare, varia per forma da individuo a individuo con eventuali sfumature accanto © Giuseppe Mazza

Caratteristica la macchia scura che simula un occhio verso la coda. Tendenzialmente circolare, varia per forma da individuo a individuo con eventuali sfumature accanto © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Non supera i 20 cm di lunghezza. Corpo ovale, appiattito sui lati e muso allungato. Macchia a parte, è praticamente identico al Siganus vulpinus, tant’è che alcuni lo considerano solo una variante geografica.

La pinna dorsale reca, come per il Siganus vulpinus ed altri Siganidae, 13 raggi spinosi e 10 inermi, l’anale 7 spinosi e 9 raggi inermi. Le grandi pettorali, traslucide col bordino nero in alto, mostrano 16-17 raggi molli e le ventrali 2 raggi spinosi e 3 inermi. La pinna caudale è più o meno forcata. I raggi spinosi sono anche qui intrisi di un potente muco velenoso, per fortuna termolabile, che provoca ferite dolorose.

La parte anteriore, isolata mimetica- mente quasi con un taglio netto dal resto del corpo, vive di contrasti. Sul fondo bianco spiccano due zone nere ben definite che passano da parte a parte il pesce mascherando gli occhi, la bocca e l’area limitrofa all’opercolo, fino alle pinne pettorali e le ventrali. Il resto è di un bel giallo carico salvo la vistosa macchia nera in direzione della coda che simula un finto occhio, come spesso accade nei variopinti pesci delle barriere coralline. Questa macchia, caratteristica della specie, varia come le impronte digitali umane, da individuo a individuo: può trattarsi di un cerchio quasi simmetrico o di una forma irregolare, con uno stacco netto sul giallo o con sfumature scure accanto.

La dieta è prevalentemente vegetariana, senza tralasciare lo zooplacton ed i piccoli invertebrati bentonici © G. Mazza

La dieta è prevalentemente vegetariana, senza tralasciare lo zooplacton ed i piccoli invertebrati bentonici © G. Mazza

Etologia-Biologia Riproduttiva

Il Pesce volpe con la macchia ha una dieta principalmente vegetariana: bruca le alghe filamentose alla base delle vecchie madrepore e visita le praterie sommerse. Si nutre di plancton e quando capita dei piccoli invertebrati.

Le uova vengono abbandonate alle correnti. I neonati si riuniscono in branchi pelagici e crescendo si dirigono al reef per rifugiarsi spesso sotto i “coralli tavola” del genere Acropora. Gli adulti nuotano solitari o in coppia.

Non è una specie in pericolo.

La resilienza è in effetti ottima: bastano anche meno di 15 mesi per raddoppiare le popolazioni decimate dagli eventi.

L’indice di vulnerabilità è molto basso, segnando appena 18 su una scala di 100.

Sinonimi

Lo unimaculatus Evermann & Seale, 1907.

 

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