Syagrus botryophora

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Syagrus botryophora, Arecaceae

La Syagrus botryophora è originaria della costa orientale del Brasile dove raggiunge i 18 m d’altezza con un diametro di 15-25 cm. Ricca chioma alquanto allungata per il grande numero di foglie addossate fra loro in una crescita veloce. Eleganti e fortemente arcuate, con 80-150 coppie di foglioline lineari acuminate, raggiungono i 2-2,8 m di lunghezza © Giuseppe Mazza

La specie è originaria della costa orientale del Brasile (Bahia, Espirito Santo e Sergipe) dove cresce nella foresta pluviale atlantica su suoli argillosi, dal livello del mare fino a circa 400 m di altitudine.

L’esatta derivazione del termine generico non è nota, l’ipotesi più accreditata è che derivi dal nome “syagrus” dato da Plinio il Vecchio (23/24–79) ad una varietà di palma da datteri; il nome specifico è la combinazione del sostantivo greco “βότρυς” (botrys) = grappolo e del verbo “φορέω” (phoreo) = portare, con probabile riferimento alle infruttescenze compatte.

Nomi comuni: pati queen palm, slender queen palm (inglese); cóco de pati, pati, pati bahiana, pati doce, patioba (Brasile).

La Syagrus botryophora (Mart.) Mart. (1845) è una specie monoica inerme a fusto solitario, eretto, colonnare, leggermente ingrossato alla base, alto fino a 18 m con un diametro di 15-25 cm, di colore grigiastro e segnato dalle cicatrici anulari dell’attaccatura delle foglie cadute. La chioma è piuttosto allungata per il numero di foglie contemporaneamente presenti, la velocità di crescita e i distanti internodi.

Le foglie, su picciolo lungo 40-50 cm, sono pennate, fortemente arcuate, lunghe 2-2,8 m, con 80-150 coppie di foglioline lineari con apice acuminato, regolarmente distribuite e inserite in due piani lungo il rachide rivolti verso l’alto a formare una V, lunghe nella parte mediana 40-70 cm e larghe 2,5-4 cm, di colore verde intenso superiormente, più chiaro inferiormente. La guaina fogliare, lunga 40-60 cm, aperta dal lato opposto al picciolo, presenta margini fibrosi.

Infiorescenze, su un peduncolo lungo 15-30 cm, tra le foglie (interfogliari), lunghe 30-70 cm, inizialmente racchiuse in una brattea legnosa particolarmente spessa, lunga 50-70 cm, con un lungo “becco” all’apice, di colore grigio chiaro e rigata esternamente, inizialmente giallastra che vira al porpora internamente. Ramificazioni di primo ordine con fiori unisessuali di colore bianco crema disposti in triadi (un fiore femminile tra due maschili), tranne nella parte terminale delle rachille (ramificazioni secondarie dell’infiorescenza) dove sono presenti solo fiori maschili solitari o in coppia.

Syagrus botryophora, Arecaceae

La brattea legnosa dell’infiorescenza vira al porpora internamente. I frutti giallastri, ellissoidi, lunghi 3,5-4,5 cm, sono eduli e dai semi si ricava un olio combustibile. Minacciata in natura per il taglio indiscriminato dei fusti usati per le abitazioni rurali, si è affermata recentemente nei giardini per la rapida crescita ed una buona resistenza al freddo © Giuseppe Mazza

Frutti ellissoidi, di 3,5-4,5 cm di lunghezza e 2,5-3 cm di diametro, di colore inizialmente verde, poi verde giallastro a maturità, con endocarpo osseo ovoide, liscio, di colore bruno, di 3-4 cm di lunghezza e 2-2,5 cm di diametro.

Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per 3 giorni, in terriccio drenante mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione di 2-5 mesi.

Una delle palme più eleganti e di veloce crescita, dal momento in cui caratterizza le foglie, ma che stranamente è entrata in coltivazione a scopo ornamentale tardi e molto lentamente.

Preferisce i climi tropicali e subtropicali umidi, ma si adatta a quelli temperato caldi più miti, dove può sopportare eccezionali abbassamenti di temperatura appena inferiori a 0 °C.  Richiede pieno sole o leggera ombreggiature, in particolare nella fase giovanile e non ha particolari esigenze riguardo al suolo, purché drenante e mantenuto pressoché costantemente umido, ma non sopporta i venti intensi che possono abbatterla, quindi non adatta a località soggette a forti tempeste di vento.

I fusti sono utilizzati nelle costruzioni rurali e i frutti sono eduli e apprezzati da alcune popolazioni indigene, dai semi si estrae un olio commestibile di buona qualità.

Per la deforestazione conseguente all’espansione dell’agricoltura e il taglio indiscriminato dei fusti per le costruzioni, le popolazioni naturali sono in continuo declino, per tale motivo la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) come “Near theatened”(quasi minacciata).

Sinonimi: Cocos botryophora Mart. (1826); Calappa botryophora (Mart.) Kuntze (1891); Arecastrum romanzoffianum var. botryophorum (Mart.) Becc. (1916).

 

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