Famiglia : Acanthuridae.

Testo © Giuseppe Mazza

Per sembrare più grande lo Zebrasoma velifer distende come vele la pinna dorsale e l'anale © Giuseppe Mazza
Il nome del genere “zebrasoma”, viene da “zebra”= zebra, il ben noto equino africano, e dal greco “soma” = corpo; si tratta dunque di un animale “dal corpo zebrato” per le bande insolitamente verticali in un pesce chirurgo.
Il nome della specie “velifer” viene dal latino “velum”= vela e “fero” = portare; si tratta quindi di un pesce “che porta la vela”, per le pinne dorsali ed anali che possono distendersi, a mo’ di vele, come nell’affine Zebrasoma desjardinii.
Zoogeografia
È presente nelle acque tropicali dell’ Oceano Indiano, più o meno negli stessi ambienti del Zebrasoma desjardinii, e in più lo troviamo nel Pacifico, dall’Indonesia alle Hawaii ed alle isole Tuamoto. Come limite settentrionale ha il Giappone, ed a sud la Nuova Caledonia e l’Isola di Pasqua. Pare sia presente anche in Florida per l’incauta liberazione d’animali d’acquario.
Ecologia-Habitat
Vive nelle formazioni madreporiche o dove ci sono rocce ricche d’alghe, esplorando il fondo in acque basse, anche torbide, fino a un massimo di 30 m di profondità.

Partendo dall'occhio, vi sono sei caratteristiche bande verticali con disegni e punteggiature all'interno © G. Mazza
Può raggiungere i 40 cm, ma la taglia normale è di 30 cm circa.
Il corpo è piatto, più o meno ovale o tondeggiante a pinne distese. La dorsale ha 4-5 raggi spinosi e 29-33 molli; l’anale 3 raggi spinosi e 23-26 molli; le ventrali sono di taglia molto modesta; le pettorali contano 23-26 raggi inermi; la caudale è troncata.
Il peduncolo caudale reca la lama tagliente tipica dei pesci chirurgo, evidenziata su entrambi i lati da una vistosa macchia blu. Un avvertimento per gli importuni, anche se non è velenosa.
La bocca ha denti relativamente più grandi degli altri Zebrasoma, perché è un pesce che si nutre d’alghe frondose.
Il corpo mostra 6 larghe bande verticali.
La prima, più scura, attraversa l’occhio ed è costellata da numerosi puntini bianchi, presenti anche nella parte anteriore del muso. La seconda, accanto ai puntini che si colorano di giallo-arancio, sfuma su toni più chiari e mostra già dei tratti verticali giallo-arancio che rimpiazzano o seguono l’allineamento dei punti. Le altre 4 bande verticali contengono solo linee di questo colore, più o meno biforcate o interrotte, su un fondo scuro marrone o grigio bluastro.
La pinna caudale inizia bianca ma diventa subito arancio, per terminare con un bordino blu. Anche le pinne a vela recano numerose strisce giallo-arancio.

Gli adulti, che possono raggiungere i 40 cm, si nutrono d'alghe laminari. Non è una specie in pericolo © G. Mazza
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il pesce chirurgo a vela vive solitario o in coppia.
Nuota tutto il giorno alla ricerca delle alghe di cui si nutre, e quando si sente minacciato, come il Zebrasoma desjardinii, distende la pinna dorsale e l’anale per sembrare grande il doppio. Un modo per impressionare i piccoli avversari o guadagnar tempo e fuggire.
Si riproduce con uova pelagiche.
I giovani hanno una livrea semplificata a bande verticali gialle e nere.
Ha un indice di vulnerabilità di 37 su 100, ma le popolazioni possono raddoppiare in fretta, in 1,4-4,4 anni.
Sinonimi
Acanthurus velifer Bloch, 1795; Zebrasoma veliferum Bloch, 1795.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.