Coccinella septempunctata

Famiglia : Coccinellidae


Texte © Dr Didier Drugmand

 

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Traduzione in italiano di Gianfranco Colombo

 

Coccinella septempunctata, Coccinella dai sette punti, Coccinella comune, Coccinellidae

Le larve della Coccinella dai sette punti o Coccinella comune (Coccinella septempunctata) possono divorare, secondo il periodo dell’anno e l’ambiente, 100-2000 afidi al giorno, mentre gli adulti si “accontentano” di 100-200 vittime © Giuseppe Mazza

La Coccinella dai sette punti o Coccinella comune (Coccinella septempunctata Linnaeus, 1758) è un coleottero appartenente alla famiglia dei Coccinellidae ed alla sottofamiglia dei Coccinellinae, entrambe classificate dall’entomologo francese Pierre-André Latreille nel 1807.

Il nome del genere Coccinella è un adattamento del nome latino “coccinella” a sua volta derivato dal tardo latino “coccinus” (un aggettivo che significa scarlatto), diminutivo di “coccus” = bacca rossa, con riferimento al color rosso delle elitre di molti taxa di coccinelle. Quanto al nome della specie septempunctata, è composto dai termini latiniseptem” = “sette” epunctata” = punteggiata, per i sette punti neri sulle due elitre.

Le coccinelle sono conosciute in Francia con diversi nomignoli come Animale di Dio, Animale del buon Dio, Animale di Maria, Animale di  San Giovanni, Animale della Vergine o Vacca di Dio. Negli altri paesi sono talora considerate come porta fortuna o hanno anche qui dei nomi con attinenza religiosa, come Gallinella della Madonna in Italia; Scarabeo di Maria o Vitellino del Signore in Germania (Marienkäfer o Himmelskuchlichen); Bestiola o Uccello della Vergine in Inghilterra (Ladybug o Ladybird).

Zoogeografia

Il genere Coccinella  include numerosissime specie ben diffuse nelle regioni paleartiche e neartiche e generi similari sono presenti nelle regioni neotropicali ed afrotropicali. La più recente lista sistematica ufficiale, indica 24 specie e sottospecie, ripartite in 3 sottogeneri (Chelonitis, Coccinella e Spilota), tutti largamente diffusi in Europa.

La famiglia delle Coccinellidae è apparsa nell’era Secondaria (Mesozoico). Una delle linee si sarebbe evoluta da un ceppo di specie primitive d’origine angariana (attuale Siberia orientale) giungendo fino alla Coccinella septempunctata. Le popolazioni attuali di questa specie occupano largamente tutta la regione paleartica, tranne il Sahara, raggiungendo verso Nord la tundra, l’India, il Bangladesh e la Cina fino a Shanghai. Tuttavia la specie sembra mancare da un’area che si estende nella Siberia, dalla tundra verso sud, fino lago Baikal e la regione di Okhotsk, in modo così netto che le popolazioni della Kamchatka, di Sakhalin, del sud della Cina e del Giappone si trovano isolate dalle altre.

Ecologia-Habitat

La coccinella comune è euritopica, cioè in grado di sopportare diverse situazioni climatiche ed ambientali e s’incontra dal livello del mare alla cima d’alte montagne, dalla tundra all’Asia tropicale. La si trova nelle foreste, nei boschi, nei prati, nei campi, nei frutteti, nei deserti ad eccezione del Sahara al di fuori delle oasi. La specie sembra preferire le regioni collinari e di montagna.

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Un accoppiamento. Le dimensioni della Coccinella septempunctata variano da 5 ad 8 mm, mentre la livrea è notevolmente stabile con macchie nere su fondo arancio o rosso. Più o meno grandi, queste sono 3 per ogni elitra più la macchia scutellaria comune. Il tasso di fecondità è molto variabile e dipende principalmente dall’abbondanza di cibo © Matt Cole

In Gran Bretagna, i primi stadi sono stati osservati su più di 250 piante indigene, senza contare le infestanti e le diverse piante coltivate. Tra le sue piante preferite citiamo principalmente le ortiche, i cardi, i cagli, le centauree, le grandi apiacee, le vecce, i senecioni ed altri chenopodi.

Certi autori la segnalano ugualmente su degli arbusti come ginestre e ginestroni ed anche su alberi quali i pini ed i salici. Ama ugualmente i campi di cereali, colza, cotone, bietole, patate, piselli e cavoli. Sembra preferire gli habitat soleggiati ed evita i biotopi troppo umidi e chiusi.

Morfofisiologia

Se la taglia può variare da 5 ad 8 mm, la sua livrea è al contrario alquanto stabile. Le macchie nere, più o meno grandi su fondo arancione o rosso, sono quasi sempre sette (al massimo 11), tre su ciascuna elitra più una macchia scutellare sulle due elitre.

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Le femmine della prima generazione annuale depongono 700-1400 uova, spesso in luoghi protetti come su questa foglia arrotolata di una pianta infestata d’afidi, mentre quelle della seconda generazione si fermano a 400-1000 uova © Giuseppe Mazza

Corpo da ovale a circolare, con testa nera segnata da un paio di macchie bianche sulla fronte e le guance con palpi neri e antenne da rossastre a gialle. Pronoto nero con una macchia quadrangolare biancastra al livello degli angoli anteriori laterali. Elitre rosse, ocracee o arancioni.

I 7 punti sono a volte fusi fra loro in fasce o in linee oblique ed eccezionalmente le elitre possono essere nere con o senza macchie rosse; vicino allo scutello e lungo la sutura anteriore delle elitre, vi è una grande macchia nera comune. Il tegumento è coperto da una densa punteggiatura, fine ed uniforme. Epipleure 10 volte più stretto della larghezza del corpo. La faccia ventrale e le zampe sono nere mentre i mesoepimeri e talvolta anche i metaepimeri sono bianchi.

Larve campodeiformi, molto attive, dotate di tubercoli dorsali. Colore generale grigio-ardesia, testa e zampe in gran parte nere, una macchia da biancastra a giallastra negli angoli del pronoto, 4 paia di macchie anch’esse da biancastre a giallastre sui tubercoli laterali situati sulla parte anteriore e centrale dell’addome.

Ninfa di forma globosa, nuda, ad eccezione dell’estremità dell’addome che porta i residui dell’exuvia dell’ultimo stadio larvale. Colorazione sovente di colore aranciato con delle macule nerastre sulla maggior parte dei segmenti.

Etologia e Biologia riproduttiva

In questa specie, certe condizioni trofiche e climatiche possono condurre a picchi demografici. Accade che un’estate calda, seguita da un inverno mite, provochi la comparsa di enormi popolazioni primaverili di afidi e quindi di una disponibilità alimentare per le larve della coccinella: sono annate da coccinelle!

Tuttavia la predazione e talvolta la siccità estiva riducono il numero di prede e creano una carenza di cibo, provocando una migrazione massiccia di coccinelle, portate da correnti calde a distanze considerevoli. Questi convogli di milioni di individui finiscono sulle coste annegando in massa e possono in queste condizioni punzecchiare leggermente la pelle dei bagnanti.

Esplosioni demografiche di queste entità sono state segnalate sulle coste dell’Europa occidentale nel 1952, nel 1976, nel 1990 e nel 1996. Al contrario, le popolazioni di coccinella dai sette punti possono rarefarsi dopo inverni particolarmente rigidi, che provocano massicce mortalità negli adulti: alcune popolazioni impiegano diversi anni per ricostituirsi.

La Coccinella comune è particolarmente vorace e si nutre di una cinquantina di specie di esapodi appartenenti a diversi ordini e differenti famiglie. Essenzialmente afidofaga, divora anche altri Omotteri quali psille, cicadelle, aleurodi o cocciniglie ma anche tripidi (Tisanotteri), crisopi (Neurotteri) e diverse altre specie di insetti (come piccoli ditteri, farfalle e coleotteri). Certe predano specie di acaridi (Acari).

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Si contano 4 stadi larvali ed uno prepupale, durante il quale la larva non si nutre © Claude Galand

Diversi autori indicano il consumo, più o meno abbondante, di polline e nettare. Si nota che alcune specie di afidi sono nocivi per la coccinella, provocando una riduzione della fecondità e mortalità nella trasformazione della larva in adulto.

Appena trovata una preda la larva inizia a succhiarne l’addome (operazione che richiede 30 secondi), iniettando poi per 5 o 7 volte un succo gastrico (ad intervalli di 5-10 secondi), per assorbire i tessuti disciolti e mastica poi le parti dure. Non divora totalmente la preda anche se è affamata. L’adulto si comporta nello stesso modo, accontentandosi di succhiare le prede quando sono numerose, un’operazione che richiede 50-65 secondi.

La fecondità è variabile e dipende soprattutto dall’alimentazione. Le femmine di prima generazione depongono da 700 a 1.400 uova, mentre quelle di seconda generazione da 400 a 1.000 uova (eccezionalmente di più).

Le uova vengono deposte sulle foglie in piccoli gruppi ed in prossimità delle future prede. Si distinguono quattro stadi larvali ed uno prepupale, durante il quale la larva non si nutre ma cerca l’angolo adatto per la sua ninfosi: questo stadio dura circa un giorno. Le larve e la ninfa si trovano soprattutto sulle piante erbacee.

L’involo verso l’ibernazione inizia in Europa nel mese d’agosto. La diapausa si svolge in piccoli gruppo nascosti nell’humus, sotto le pietre, ai piedi degli alberi, in piccoli anfratti sul bordo dei boschi … Un adulto può ibernare per due inverni consecutivi.

Le popolazioni europee sono costituite essenzialmente da esemplari monovoltini con una ridotta percentuali di plurivoltini. In Europa occidentale, le forme monovoltine hanno una deposizione primaverile molto prolungata nel tempo. Se le prede a disposizione sono abbondanti, può comparire una seconda generazione ma, in generale, la diapausa dura senza interruzione dalla fine dell’estate alla primavera successiva.

La soglia minima d’attività è a circa 13 °C. La durata del ciclo completo dipende dal numero delle prede e dalla temperatura. Varia dai 15 giorni con alte temperature (da 25 a 29 °C) a 40 ed anche 55 giorni quanto la temperatura è intorno ai 18 °C.

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Nei primi tempi dopo la nascita, le coccinelle non hanno le macchie nere e le elitre sono uniformemente gialle © Claude Galand

Lotta biologica e curiosità

La Coccinella dai 7 punti, consuma secondo il periodo dell’anno ed il biotopo in cui è collocata, da 100 a quasi 2000 afidi al giorno, anche se un adulto si “accontenta” di 100-200 individui.

Questa voracità è utilizzata nella lotta biologica, in particolare contro gli afidi. In numerosi paesi queste coccinelle sono allevate in massa e rilasciate, sotto forma di uova o giovani larve, nei campi e specialmente nei giardini. 80 larve sono sufficienti per “ripulire” 10 m² di colture orticole e 20 larve bastano a un rosaio.

Le coccinelle adulte hanno pochi predatori e si pensa che ciò sia dovuto al rosso delle elitre (colore aposomatico) e all’autosanguinamento: una specie d’emorragia riflessa che avviene appena l’insetto si sente aggredito. Questo si manifesta con l’essudazione dissuasiva di un “sangue” che il più delle volte gocciola dalle articolazioni degli arti, carico d’alcaloidi tossici (come l’ossido di ammina e la precoccinnellina).

Una coccinella in pericolo può fingersi morta (fenomeno di tanatosi). Tra i suoi rari predatori citiamo la Mantide religiosa, certe specie di cimici, qualche uccello e micro-mammiferi.

Sinonimi

Coccinella divaricata Olivier, 1808; Coccinella confusa Wiederman, 1823; Coccinella brucki Mulsant, 1866.

 

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