Copernicia prunifera

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Bella, ma anche utile. Dalle foglie della Copernicia prunifera si estrae una cera pregiata © Giuseppe Mazza © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Brasile nordorientale (stati di Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Piauí e Sergipe) dove cresce prevalentemente lungo i fiumi o ai margini di specchi d’acqua su suoli spesso salini e soggetti a ristagno d’acqua, in climi caratterizzati da spiccata stagionalità.

Il genere Copernicia è dedicato all’astronomo polacco Mikołaj Kopernik (in latino Nicolaus Coper- nicus; 1473-1543); il nome specifico è la combinazione del termine latino “pruina” = brina e del verbo “fero” = portare, con riferimento allo strato ceroso biancastro che riveste la lamina fogliare.

Nomi comuni: caranda palm, caranday palm, carnauba palm, carnauba wax-palm, wax palm (inglese); caranda, palmier à cire (francese); arvore-da-vida, carnaíba, carnaíva, carnaùba, carnauva, carandaùba, carnaubeira (porto- ghese-Brasile); carandai, carnauba (spagnolo); fächerpalme, karnaubapalme, wachspalme (tedesco).

La Copernicia prunifera (Mill.) H.E.Moore (1963) è una specie monoica a fusto singolo, alto fino a 15 m e con diametro di 25 cm, grigio, ricoperto spesso dai residui delle basi fogliari disposte a spirale e curiosamente concentrate più nella parte bassa del tronco che in quella prossima alla chioma.

Le foglie sono palmate, pressoché circolari di 1,5 m di diametro, con segmenti rigidi uniti alla base per metà della lunghezza, di colore da verde giallastro a verde bluastro, e ricoperte da uno strato ceroso più spesso nella parte inferiore; i piccioli, lunghi circa 0,8 m, sono muniti di robuste spine ricurve ai margini. Le infiorescenze, lunghe circa 2 m, nascono tra le foglie e si estendono poco al di fuori della chioma, sono ramificate e portano fiori ermafroditi di colore giallastro. I frutti sono ovoidi, lunghi circa 2,6 cm, nerastri a maturità, contenenti un solo seme. Si riproduce per seme, che germina in 1-3 mesi, utilizzando contenitori alti 15-20 cm; la sua crescita è relativamente lenta.

È una specie con un valore ornamentale non ancora interamente sfruttato, è coltivabile, in pieno sole, nelle zone a clima tropicale, subtropicale e, marginalmente, temperato caldo, resiste infatti a temperature fino a -3 °C sia pure per breve periodo. Si adatta a vari tipi di suolo, anche pesanti e poco drenanti e può sopportare sia periodi di umidità stagnante che di secco. La palma riveste ancora una notevole importanza economica per le popolazioni locali per la produzione della cera ricavata dalle foglie dopo averle fatte seccare al sole; malgrado l’alto prezzo del prodotto e la concorrenza di quelli di sintesi, esistono ancora molte aziende dedite alla sua raccolta, sia per il mercato locale, che per l’esportazione.

La raccolta viene effettuata nella stagione secca quando la sua secrezione è più abbondante, è infatti un sistema di protezione naturale contro la perdita eccessiva di acqua per traspirazione. La cera ricavata è tra le più pregiate, ha un punto di fusione elevato (tra 80 e 87 °C) che le conferisce particolare durezza, la più elevata tra le cere vegetali, e resistenza; è utilizzata per la lucidatura dei pavimenti, delle auto, dei mobili, nell’industria alimentare e farmaceutica come rivestimento, nell’industria cosmetica ed in tanti altri campi; aggiunta ad altre cere naturali e di sintesi ne migliora le caratteristiche. Le foglie sono ancora utilizzate anche per estrarne fibre per cordami e oggetti artigianali e come copertura di capanne e ripari di fortuna, mentre i fusti, per la loro resistenza, sono impiegati nelle costruzioni. Le radici secche erano utilizzate nella medicina tradizionale come diuretico e, bruciate e polverizzate, contro i reumatismi, ma anche in sostituzione del sale da cucina.

Sinonimi: Palma prunifera Mill. (1768); Corypha cerifera Arruda (1816); Copernicia cerifera (Arruda) Mart. (1838); Arrudaria cerifera (Arruda) Macedo (1867).

 

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