Cortinarius infractus

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Testo © Pierluigi Angeli

 

Il Cortinarius infractus è molto comune, ma non commestibile per il sapore amaro della carne © Giuseppe Mazza

Il Cortinarius infractus è molto comune, ma non commestibile per il sapore amaro della carne © Giuseppe Mazza

Famiglia: Cortinariaceae R. Heim ex Pouzar 1938.

Genere: Cortinarius (Persoon) Gray 1821.

Sottogenere: Phelgmacium (Fries) Trog 1844.

Sezione: Scauri (Fries) Hennings 1899.

Cortinarius infractus (Persoon : Fries) Fries 1838.

L’etimologia del nome deriva dal latino “infractus” = rotto. Di questa specie, come per la maggior parte di quelle non commestibili, non si conoscono nomi locali in italiano. In tedesco invece è detto “Bitterer Schleimkopf”, in inglese “Sooty-olive Cortinarius” o “Bitter webcap”, ed in francese “Cortinaire à marge brisée”.

Descrizione Genere, Sottogenere e Sezione

Si tratta senza dubbio del genere con il maggior numero di specie tra i Basidiomycetes.

Al genere Cortinarius sono ascritti carpofori di piccola taglia con carne molto esigua e di taglia media fino a molto grande e allora carnosi, omogenei. Il cappello va dal campanulato-umbonato nelle specie più piccole a convesso in quelle più grandi; la superficie può essere asciutta, vischiosa o glutinosa, talvolta può presentare delle placche araneoso-sericee come resti del velo generale. Le lamelle sono adnate o smarginato-adnate al gambo, inizialmente sono biancastre, beige, gialle, olivastre, brune o violacee, infine tutte diventano bruno-rugginose per effetto della maturazione delle spore. Il gambo presenta sempre residui del velo parziale (cortina), e residui del velo generale sotto forma di fioccosità o di armilla, può essere asciutto o glutinoso; cilindroide, obeso, obclavato, con base radicante o bulboso, bulboso-marginato. La carne può essere bianca o colorata, talvolta con odori e sapori distintivi.

Al Sottogenere Phlegmacium sono ascritte specie i cui carpofori che si presentano con il cappello ± vischioso a tempo umido e gambo asciutto, il gambo ± cilindroide, obclavato, con base da allargata a variamente bulbosa; la carne mite, reazioni macro-chimiche diverse; spore ellittico-amigdaliformi.

Alla Sezione Scauri sono ascritte specie con carpofori il cui cappello e gambo sono spesso colorati di violetto, le lamelle che talvolta si colorano di viola scuro alla rottura o alla manipolazione, reazioni macro-chimiche varie al KOH e reagente di Lugol.

Basidi e spore © Pierluigi Angeli

Basidi e spore © Pierluigi Angeli

Descrizione della specie

Cappello: 5-10 cm, dapprima convesso, poi piano-convesso, con largo umbone ottuso; margine prima involuto poi diritto, ondulato o anche lobato, fibrilloso; cuticola non separabile, un poco vischiosa a tempo umido, brillante a tempo secco, liscia, glabra, amara; il colore è grigio-argilla, bruno-olivastro, più pallido al centro.

Imenio: lamelle fitte, strette, adnate o smarginato-uncinate, intercalate da lamellule arrotondate o attenuate, di colore bruno-olivastro, poi bruno-ruggine, filo intero o finemente seghettato, prima chiaro poi dello stesso colore delle lamelle.

Gambo: 3-8 × 1-1,5 cm, cilindroide o clavato, ingrossato verso la base dove sovente è bulboso, sodo, pieno poi farcito, fibrilloso longitudinalmente, grigio-brunastro, bruno-oliva sporco. Cortina fugace, abbondante, grigiastra o bruno-olivastra.

Carne: spessa al centro, esigua al margine, soda poi molle, biancastra, a volte grigio-violacea all’apice del gambo, olivastra nella corteccia del gambo, odore quasi nullo, sapore amaro.

Habitat: cresce a fine estate e in autunno, sia nei boschi di latifoglia sia in quelli di conifera.

Commestibilità: non commestibile.

Microscopia: spore: subglobose, a forma di goccia, verrucose, 6,05-8,8 × 5-7 µm. Basidi: clavati, tetrasporici, con giunti a fibbia, 29,7 – 35 × 8 – 9 µm. Pileipellis formata da ife ± parallele, gelificate, con pigmento giallo-olivastro.

Osservazioni. È una specie piuttosto frequente nei boschi di latifoglia e aghifoglia, su terreni sia calcarei che silicei. Si tratta di una specie abbastanza facilmente determinabile se si tiene conto dei caratteri distintivi quali il colore marrone scuro del cappello con sfumature olivastre, le lamelle grigio-olivaceo, la parte superiore del gambo sfumata di blu e il sapore amaro della carne e della cuticola. Si può confondere con il Cortinarius infractus var. obscurocyaneus, che tuttavia ha colorazione violette, sia sulla carne sia sulle lamelle; il Cortinarius infractus var. olivellus, che ha, invece, colori grigio-verdastri quasi dappertutto. Tutti, comunque, hanno in comune il sapore amaro della carne.

Sinonimi: Agaricus infractus Persoon 1880 (basionimo); Pholiota infracta (Persoon) P. Kummer, 1871; Phlegmacium infractum (Persoon) Wünsche 1877.

 

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