Ophrys lutea

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Dr. Salvatore Cambria

 

Ophrys lutea

Ophrys lutea è un’orchidea terricola inconfondibile, ampiamente diffusa nell’area Mediterranea © Giuseppe Mazza

Ophrys lutea Cav. è un’orchidea ampiamente diffusa nell’area Mediterranea, infatti il suo areale abbraccia una vasta area di Europa meridionale, Nord Africa e Medio Oriente, compresa tra il Portogallo e la Turchia.

In Italia è stata segnalata in Liguria, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La specie è stata descritta nel 1793 dal botanico spagnolo Antonio José Cavanilles e l’epiteto specifico lutea deriva dal latino “luteus” = giallo in riferimento al colore principale del labello.

Ophrys è il nome del genere descritto da Linneo nel 1753 e deriva invece dal greco antico “ὀφρύς” (ophrýs), sopracciglio, con riferimento alla presenza di una certa pelosità sul labello.

Precedentemente, Gouan nel 1764 aveva invece descritto questa entità come semplice varietà di Ophrys insectifera.

Curiosamente, all’interno di un genere soggetto a continue revisioni nomenclaturali come Ophrys, si tratta dell’unica specie insieme a O. scolopax, tra quelle descritte da Cavanilles, ad aver mantenuto inalterato il proprio binomio sino ad oggi.

Nonostante la specie non presenti una grande variabilità morfologica se paragonata ad altri taxa del genere, alcuni autori riconoscono numerose sottospecie all’interno di O. lutea con distribuzione geografica più circoscritta, quali subsp. corsica in Francia, subsp. laurensis in Sicilia, subsp. quarteirae nell’Algarve, ecc.

Dal punto di vista ecologico si tratta di una pianta diffusa dal livello del mare sino a 1500 m di altitudine, prediligendo ambienti aperti, quali pascoli, radure boschive, prati aridi e garighe, in pieno sole o mezz’ombra.

Si tratta di una geofita bulbosa, cioè di una pianta perenne provvista di un organo sotterraneo (bulbo) attraverso cui trascorre la stagione estiva, avversa per l’assenza di precipitazioni. Il suo ciclo biologico si compie invece nell’arco di pochi mesi tra l’inverno e la primavera, con la comparsa delle foglie e la fioritura (generalmente tra marzo e maggio).

La pianta nel periodo di massimo sviluppo è alta 5-40 cm e presenta foglie basali ovato-lanceolate, ottuse, mentre le foglie cauline sono acuminate e avvolgenti un fusto eretto e talvolta flessuoso.

L’infiorescenza è lassa con pochi fiori (2-6) relativamente grandi (15-24 mm). I tre sepali sono verde-giallastri e con apice arrotondato, il mediano piegato sopra il ginostemio e i laterali curvati verso avanti. I due petali superiori sono più corti, oblunghi e rivolti in avanti con apice tronco. Il labello è poco marcatamente trilobo (il lobo centrale è a sua volta bilobato), lungo sino a 18 mm e largo fino a 15 mm, giallo al margine e di colore bruno scuro al centro con una macula bilunulata di colore grigio-bluastro che forma una caratteristica V rovesciata.

Ophrys lutea

Fiorisce in genere fra marzo e maggio, dal livello del mare a 1500 m di altitudine. Come altre Ophrys attira gli impollinatori simulandone le femmine © Giuseppe Mazza

Gli organi riproduttivi e cioè stami e pistillo sono fusi nel ginostemio, che forma un angolo acuto col labello.

Come per le altre specie del genere Ophrys, anche in questo caso la morfologia del labello mima la forma e i colori delle femmine di alcuni insetti, attirando ed ingannando i maschi, inducendoli ad effettuare una pseudo-copulazione che permette l’impollinazione.

In particolare, questa avviene per opera di alcune specie di api appartenenti al genere Andrena (Andrenidae), tra cui A. cinerea, A. senecionis e A. nigroolivacea. Il frutto è una piccola capsula contenente numerosissimi semi di piccole dimensioni, la cui germinazione è legata alla presenza di funghi simbionti le cui ife infettano i semi che altrimenti per le scarse sostanze di riserva presenti non sarebbero in grado di portare a sviluppo la plantula.

Sinonimi: O. vespifera (Brot.) (1800); Arachnites luteus (Cav.) Tod. (1842).

 

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