Pervagor janthinosoma

Famiglia : Monacanthidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Lungo 13-14 cm, Pervagor janthinosoma è il rappresentante più numeroso del genere Pervagor.

Lungo 13-14 cm, Pervagor janthinosoma è il rappresentante più numeroso del genere Pervagor, con una distribuzione vastissima nell’Indo-Pacifico tropicale © Rick Stuart-Smith, Reef Life Survey

Pervagor janthinosoma (Bleeker, 1854), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, al multiforme ordine dei Tetraodontiformes, lo stesso dei Pesci balestra, dei Pesci scatola, dei Pesci palla e del gigantesco Pesce luna (Mola mola), ed alla famiglia dei Monacanthidae, che conta 28 generi ed oltre 100 specie, volgarmente note come Pesci lima per la scabrosità della pelle, ricoperta, come nei Balistidae, da placchette ossee, seppur minute.

Il nome del genere Pervagor deriva dal latino “vagor” = vagare, errare, andare qua e là, col prefisso “per”, che dà forza al termine che segue. Questo con riferimento al loro incerto modo di nuotare.  Il termine specifico janthinosoma nasce dal latino “ianthinus” = viola e “soma”, dal greco “σῶμα” = corpo, vocabolo ripreso spesso dal latino scientifico con riferimento alla livrea, in gran parte violacea, e alla caratteristica banda viola scuro fra la parte posteriore dell’occhio e la base della pinna pettorale, accanto all’opercolo.

Nei maschi i colori sono più intensi. La pinna anale mostra vistose macchiette blu e portano una barba d’appendici ghiandolari cutanee alla fine del peduncolo caudale.

Nei maschi i colori sono più intensi. La pinna anale mostra vistose macchiette blu e portano una barba d’appendici ghiandolari cutanee alla fine del peduncolo caudale © Giuseppe Mazza

Zoogeografia

Pervagor janthinosoma è la specie più comune del genere, con una distribuzione vastissima nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico.

A titolo indicativo, è presente dal Sud Africa alla Tanzania, e lo troviamo poi alla Riunione, Mauritius, Isole Chagos e Maldive. Verso levante raggiunge l’Australia, Timor-Leste, Indonesia, Filippine, Vietnam, Taiwan, Ryukyu e Giappone che segna il limite Nord della specie. A Sud ha colonizzato i reef di Lord Howe e verso Est, dopo la Nuova Caledonia, quelli di Tonga e Samoa.

Ecologia-Habitat

Qui si nota l’elegante pinna caudale distesa e soprattutto lo stiletto dorsale, presente anche nelle femmine, evidenziato da un tratto giallo. Può essere bloccato alla verticale come nei pesci balestra, per ferire anche da morto gli aggressori e disteso come qui, insieme al ventre, fa sembrare il pesce più grande, minaccioso e meno facile da ingoiare.

Qui si nota l’elegante pinna caudale distesa e soprattutto lo stiletto dorsale, presente anche nelle femmine, evidenziato da un tratto giallo. Può essere bloccato alla verticale come nei pesci balestra, per ferire anche da morto gli aggressori e disteso come qui, insieme al ventre, fa sembrare il pesce più grande, minaccioso e meno facile da ingoiare © Ian Shaw, Reef Life Survey

Nuota in acque basse, fra madrepore e rocce ricche d’anfratti dove nascondersi, di solito fra 8 e 20 m di profondità. Vive in coppia ma viene spesso avvistato singolo, perché sono pesci timidissimi e quando un subacqueo ne scopre uno, l’altro è già scappato.

Morfofisiologia

Pervagor janthinosoma può raggiungere i 13-14 cm di lunghezza. Il corpo è piatto, ricoperto dalle tipiche minuscole spine dei pesci lima. Sopra agli occhi, con l’iride generalmente marrone scuro, la prima pinna dorsale forma, come nei Pesci balestra, uno stiletto erettile, tenuto ripiegato, durante il nuoto, in un apposito alloggiamento. Spina nello stomaco dei predatori, viene drizzato davanti agli importuni, mentre il sottogola si distende fino alle minuscole pinne pelviche atrofizzate, per aumentare visivamente la taglia del pesce.

Pervagor janthinosoma si nutre di piccoli invertebrati ed alghe bentoniche.

Pervagor janthinosoma si nutre di piccoli invertebrati ed alghe bentoniche. Anche se venduto per gli acquari domestici è quindi poi difficile da alimentare © Giuseppe Mazza

La zona del capo e la ventrale sono di colore grigio violaceo mentre il dorso e la parte posteriore del pesce tendono al verdastro. La pinna caudale, generalmente chiusa, è molto bella: arancione con punti gialli e linee viola sul bordo. La parte posteriore della prima pinna dorsale è evidenziata da un tratto giallo, per ricordare immediatamente ai predatori, quando è alzata e la luce è scarsa, la presenza dello stiletto.

La livrea presenta un leggero dimorfismo sessuale. Nelle femmine la pinna anale mostra solo modeste macchioline blu fra un raggio e l’altro, mentre nei maschi queste sono molto più marcate, come del resto tutti i colori, intervallate da linee giallo-arancio.

I maschi recano inoltre, alla base del peduncolo caudale, una zona, a mo’ di barbetta, con appendici ghiandolari della pelle.

Lotta territoriale fra maschi di Pervagor janthinosoma.

Lotta territoriale fra maschi nel periodo riproduttivo con violenti spallate e ostentazioni di colore © François Libert

Etologia-Biologia Riproduttiva

Pervagor janthinosoma si nutre di piccoli invertebrati ed alghe bentoniche. Insomma tutto quello che trova d’appetibile esplorando senza sosta gli anfratti.

Quando è pronta per riprodursi, la femmina, seguita dal maschio, cerca un posto sicuro per deporre, in genere su alghe tossiche evitate dagli erbivori. Dopo la fecondazione le uova vengono sorvegliate fino alla schiusa da entrambi i genitori.

Nonostante la loro piccola taglia e la splendida livrea, i Pervagor janthinosoma non sono adatti agli acquari domestici. Problemi d’alimentazione a parte, hanno bisogno di un ambiente tranquillo, senza un via vai intorno, e potrebbero mangiucchiare i coralli vivi ed altri invertebrati dell’aquario.

Riproduzione di Pervagor janthinosoma.

Le femmine depongono in genere su alghe tossiche, evitate dagli erbivori. Dopo la fecondazione le uova vengono sorvegliate fino alla schiusa da entrambi i genitori © François Libert

Per il loro rivestimento spinoso è inoltre difficile spostarli di vasca. Non si possono infatti pescare col retino perché s’impiglierebbero fra le maglie con grave stress e danni quando poi si staccano a forza con le mani. Occorre farli entrare delicatamente in un contenitore ed estrarli con l’acqua.

Per fortuna non è una specie in pericolo. A parte l’enorme diffusione, la resilienza è ottima, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi, e l’indice di vulnerabilità alla pesca è bassissimo, segnando appena 10 su una scala di 100. Le popolazioni sono stabili e appare nella Lista Rossa come “Least concern“.

Sinonimi

Monacanthus janthinosoma Bleeker, 1854; Monacanthus nitens Hollard, 1854; Pervagor scanleni Smith, 1957.

 

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