Famiglia : Scorpaenidae

Testo © Giuseppe Mazza

Il Pesce scorpione (Pterois volitans ) ha numerose spine collegate a ghiandole velenifere © Giuseppe Mazza
Il nome del genere viene dal greco “pteron” = ala, penna, con riferimento alle splendide pinne, simili a piume.
Il nome della specie “volitans” vuol dir in latino volante, per il suo modo maestoso e volteggiante di muoversi.
I nomi italiani fanno riferimento al potente veleno presente nei raggi spinosi delle pinne.
Zoogeografia
È di casa nell’Oceano Indiano orientale e nell’Oceano Pacifico.
Lo troviamo, a titolo indicativo, alle Mauritius, Isole Cocos, India, Tailandia, Australia, Indonesia, Micronesia, Nuova Guinea, Nuova Caledonia, Filippine, Taiwan e la Cina fino al sud del Giappone. Ad est ha colonizzato Samoa, Tonga e le isole Marchesi. A sud raggiunge l’isola di Lord Howe.
Ma oggi la distribuzione non si ferma qui perché è stato introdotto dall’uomo in Florida seguito alla rottura di un acquario, nell’agosto del 1992, per i danni causati dall’uragano Andrei o forse da qualche irresponsabile che li ha liberati in mare.
Quello che è certo è che nel 1995 era presente al largo di Dania Beach in Florida, nel 2000 aveva raggiunto la Carolina e le Bermude, nel 2004 le Bahamas, poi nel 2007 Cuba e nel 2008 le Isole Cayman, l’isola di Hispaniola, la Giamaica, il Portorico e la Columbia, nel 2009 il Messico, Panama, Costarica e Venezuela: in breve tutto il Golfo del Messico. E la colonizzazione continua grazie alle correnti che trasportano le larve planctoniche.

Reca delle appendici dermiche e due grandi tentacoli sopra agli occhi © Giuseppe Mazza
Il pesce scorpione vive nelle formazioni madreporiche fino a circa 50 m di profondità, specialmente dove il reef è ricco di nascondigli, ma anche negli ambienti rocciosi e nei porti. Non ama le correnti, ma le acque tranquille dove può volteggiare senza sforzo. Si sceglie una tana e poi è un animale tranquillo e territoriale e aggressivo solo verso gli intrusi d’altre specie.
Morfofisiologia
Può raggiungere i 38 cm. Pinne a parte è un parente stretto dei nostri scorfani del Mediterraneo e come questi ha un corpo fusiforme con una grossa testa.
La colorazione è mutevole secondo la zona: in genere ha una livrea chiara con bande verticali e macchie rossicce, ma le popolazioni che vivono lungo le coste rocciose e gli estuari posso essere quasi nere.
Anche la forma delle vistose pinne pettorali può leggermente cambiare, ma si notano quasi sempre due grandi tentacoli sopra agli occhi.
La pinna dorsale reca 13 raggi spinosi cavi collegati a rispettive ghiandole velenifere e 10-11 raggi molli; l’anale 3 raggi spinosi cavi ugualmente velenosi e 6-7 molli; le due ventrali un raggio spinoso avvelenato ciascuna, mentre le spettacolari pettorali sono inermi e la caudale è arrotondata.
Per cacciare non usano il veleno, che resta un’arma difensiva, ma spalancando l’enorme bocca aspirano la preda, che viene poi trattenuta da minuscoli denti. Quando si sentono minacciati, se non possono fuggire, attaccano violentemente gli importuni, anche i subacquei, coi raggi velenosi spianati della dorsale, che sono attivi anche dopo la morte del pesce.

Predatore insaziabile di pesci, li risucchia aprendo all'improvviso l'enorme bocca © Giuseppe Mazza
La composizione del veleno è poco nota. Si sa solo che tossina è termolabile a 50-60 °C e resiste perfettamente al congelamento.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il pesce scorpione adulto è un vorace predatore notturno che divora circa 50 specie di pesci diversi, mentre i giovani si nutrono di piccoli invertebrati, princi- palmente vermi e crostacei.
I maschi raggiungono la maturità sessuale verso i 10 cm; le femmine verso i 18 cm, perché devono deporre a rate, ogni 4 giorni, un totale di circa 30.000 uova, avvolte da un muco.
Subito fecondate dal maschio, salgono galleggiando in superficie. Dopo 2 giorni il muco si scioglie ed escono le larve, abbandonate alle correnti. Occorreranno 25-40 giorni per trasformarsi in pesciolini natanti di circa 1 cm.
Commercio acquariologico a parte, la carne del pesce scorpione è ottima e finisce quindi spesso nei piatti dei ristoranti locali. Questo, considerato il fatto che per raddoppiare le popolazioni impiegano 4,5-14 anni, fa si che la vulnerabilità della specie sia relativamente alta, 34 su 100, in netto contrasto con la sua rapida diffusione caraibica. Studi precisi ed approfonditi sono in corso.
Sinonimi
Gasterosteus volitans Linnaeus, 1758.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.