Sagittarius serpentarius

Famiglia : Sagittariidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Sagittarius serpentarius, Sagittariidae, Segretario, Serpentario, Sagittario, Accipitriformes

Il Sagittarius serpentarius deve il nome alle piume nere del capo © Gianfranco Colombo

Questo rapace, volgarmente chiamato Segretario o Serpentario o Sagittario (Sagittarius serpentarius J.F. Miller, 1779), appartiene all’Ordine Accipitriformes ed è l’unico appartenente alla Famiglia Sagittaridae formata da un’unica specie, appunto il Sagittarius serpentarius.

La classificazione di questo strano uccello dalle lunghissime zampe nude, con becco da aquila, con dita corte da avvoltoio ed un comportamento non certamente riscontrabile nei comuni rapaci diurni, ha posto nel passato grosse titubanze sulla sua classificazione. Seppur legato per molte attinenze alle gru (Gruidae), alle Otarde (Otididae), alle Seriema (Cariamidae), agli Urubù (Cathartidae) ed ai Falchi e Aquile, da sempre lo si è voluto collocare in una specifica Famiglia che lo distinguesse nettamente da tutte queste particolari somiglianze.

Il suo nome scientifico lo inquadra alla perfezione nel mondo dell’avifauna, seppur con diverse e fantasiose interpretazioni sull’etimologia del termine.

Sagittarius dal Latino “sagitta” = freccia, derivato dal suo modo di camminare durante la ricerca del cibo.

Secondo Vosmaer, 1804, un continuo cambiar direzione come se dovesse prendere una nuova posizione sul campo di battaglia, tipico degli arcieri degli antichi eserciti che cercavano la miglior posizione per scagliare i loro strali. Quindi “sagittario” = arciere. Altri invece lo vorrebbero derivato dalle penne nere allungate e pendenti dal capo, simili a delle frecce riposte in una faretra.

Da questa interpretazione deriverebbe poi il termine volgare di uccello Segretario, in quanto questa cresta cadente assomiglierebbe a quelle penne che gli impiegati di un tempo appoggiavano svogliatamente sull’orecchio durante le pause di lavoro. Altri ancora lo farebbero derivare da una distorsione francese del termine arabo “Saqr-et-tair” = uccello cacciatore, divenuto poi “secrétaire”.

Molto più evidente il significato di serpentarius dal latino “serpens, serpentis” = serpente, la sua preda prediletta. I nomi volgari ripercorrono questi diversi significati. In Inglese Secretarybird, in Francese Messager sagittaire o Secrétaire, in Tedesco Sekretär, in Spagnolo Secretario, in Kiswahili Varani tamba, in Afrikaans Sekretarisvoël, in Italiano Segretario o Serpentario.

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Le lunghe zampe corazzate lo difendono dal morso dei serpenti, il suo piatto preferito © Giuseppe Mazza

È un uccello molto amato in Africa per la sua spietata caccia ad animali considerati nocivi per la popolazione, attività nella quale è fortemente specializzato.

Figura nell’emblema nazionale del Sudan e nello stemma Presidenziale del Sud Africa. In questa nazione viene chiamato amichevolmente “Devil’s Horse” = “Cavallo del Diavolo” appunto per la caccia spietata che svolge verso topi e serpenti.

Zoogeografia

Il Segretario è un uccello prettamente africano ed è ampiamente presente in quasi tutto il Continente.

Il suo areale spazia dalla striscia subsahariana che dal Senegal giunge fino in Etiopia ed a sud, fino a coprire l’intero Sudafrica, evitando sistematicamente le aree di foresta e radure coperte da densa vegetazione.

È l’abitante tipico delle lande erbose africane, dove lo si vede camminare incessantemente alla ricerca del cibo ed emergere con eleganza, per la sua notevole statura, nell’alta vegetazione della savana. È un uccello stanziale ma spesso effettua movimenti legati alle piogge ed agli incendi stagionali della boscaglia. Gli adulti sono restii ad abbandonare le loro aree anche nel periodo post nidificazione mentre i giovani effettuano un regolare nomadismo alla ricerca di nuovi spazi da occupare.

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Per quanto anomalo è a pieno titolo un rapace © Gianfranco Colombo

Nella caccia è abitualmente solitario anche se lo si vede spesso accompagnato dal partner che tiene però a debita distanza quasi effettuassero insieme un rastrellamento dell’area che attraversano. È un camminatore eccezionale ed instancabile e può percorre ogni giorno decine di chilometri ad una media spesso superiore ai 3 km/h.

Difende fortemente il suo areale e non esita ad attaccare anche assembramenti di aquile (Aquila rapax e Aquila nipalensis) quando queste catturano prede nel suo territorio.
Gli adulti non hanno praticamente nemici mentre i piccoli sono soggetti a predazione da parte di corvi, nibbi e rapaci notturni.

Morfofisiologia

Il Segretario è un uccello di grosse dimensioni potendo raggiungere i 150 cm di altezza, i 4 kg di peso ed una apertura alare di oltre due metri. Ha zampe lunghissime di color roseo che gli permettono di camminare abilmente nell’erba alta della savana e nel contempo di difendersi da eventuali morsi od attacchi da parte delle prede che abitualmente cattura. Queste zampe sono ricoperte da scaglie spesse e dure tali da renderle insensibili ai morsi dei serpenti o di altri animali catturati.

Avendo abitudini prettamente terrestri preferisce spesso fuggire di fronte ai pericoli, correndo velocemente piuttosto che involarsi anche se, quando in volo, è un abilissimo veleggiatore e sa sfruttare magnificamente e con eleganza le correnti termiche, raggiungendo altezze notevolissime fino a 3500 m. In volo ha una caratteristica silhouette che lo rende inconfondibile da qualsiasi altro uccello.

Il contrasto fra il colore bianco grigiastro e nero delle ali, il collo fortemente allungato dal corpo, aggiunti a due lunghissime penne che si proiettano dal centro della coda, sono i suoi caratteri evidenti. Il corpo è di color grigiastro con remiganti e calzoni di un nero intenso. Visto a distanza sotto il sole vivido dei tropici, è un classico uccello bianco e nero e facilmente confondile con una cicogna od una gru. Ha un collo allungato ed una testa con guance nude di color arancione negli adulti e giallastre nei giovani. Ha un becco tipico dei rapaci, molto adunco e azzurrognolo.

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Non teme le aquile o le spine ed è estremamente agile a terra come in volo © Gianfranco Colombo

Sulla nuca ha una dozzina di penne nere piatte ed affusolate lunghe da 10 a 20 cm, che pendono sulle spalle e dondolano in continuazione mosse dal vento o dall’ondeggiare della loro andatura.

Infine ha piedi molto robusti, forniti di unghioni possenti che usa per calpestare, calciare e stordire le prede di cui si nutre.

Non vi sono distinzioni visibili fra i sessi anche se la femmina risulta di dimensioni leggermente maggiori.

È un uccello abitualmente silenzioso fatto salvo quando chiamato a dichiarare la sua presenza o difendere il suo territorio dagli invasori. Emette un breve suono rauco di bassa intensità.

Biologia riproduttiva

Le coppie sono territoriali ed occupano un’area che può estendersi fino a 40 kmq. Nidificano su acacie od arbusti non di alto fusto, di solito molto spinosi ed inaccessibili da terra.

Infatti non amano zone boscose, dove la visuale di chi sta sul nido è limitata da ostacoli o da arbusti ma preferiscono piante isolate e poste in luoghi da dove si domina gran parte del territorio occupato. Il nido è un ammasso di rami, fronde ed erbe posti alla rinfusa sulla cima di questi alberi fino a formare un’ampia piattaforma che li copre totalmente.

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Può raggiungere i 3500 m di quota con un’apertura alare di oltre 2 m © Gianfranco Colombo

La nidificazione viene effettuata durante tutto l’anno secondo la disponibilità di cibo e di solito facendo coincidere l’involo dei piccoli con la ricchezza di prede presenti durante il periodo delle piogge.

A volte nei periodi di grande abbondanza di prede, possono ripetere la nidificazione anche a pochissime settimane dall’ultimo involo.

Depongono abitualmente due uova che covano per circa 45 giorni ed i piccoli si involano dopo 100 giorni. Abitualmente tutti i componenti della covata riescono ad involarsi, curati ed assistiti da entrambi i genitori sia durante la cova che durante la crescita.

La loro alimentazione è estremamente varia ma con alcune preferenze. Ama catturare serpenti, ratti, grossi insetti, rane e roditori, uova e nidiacei ma spesso anche piccoli conigli, manguste, scoiattoli di terra e porcospini.

La preda viene di solito dapprima stordita con un poderoso calcio poi trattenuta con le possenti dita unghiute ed infine azzannata col forte becco. La preda viene ingollata intera.

Si alleva facilmente in cattività divenendo un uccello alquanto mansueto sebbene in natura non dimostri tale virtù. È tradizionalmente riverito dall’uomo per i benefici dati dal prelievo di rettili e roditori e gode in molte nazioni africane di ampia protezione. È un uccello protetto ma non considerato a rischio e quindi classificato in CITES II.

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Il nido è un ammasso di rami, fronde ed erbe, posti alla rinfusa sulla cima di piante isolate e dominanti, fino a formare un’ampia piattaforma © Gianfranco Colombo

Sinonimi

Falco serpentarius J.F. Miller, 1779.

 

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