Xerochrysum bracteatum

Famiglia : Asteraceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Coltivabile anche come annuale, raggiunge i 90 cm d'altezza con capolini di 5 cm © Mazza

La specie è originaria dell’Australia, dove cresce, in pieno sole, nelle zone a clima semiarido e di tipo mediterraneo su suoli prevalentemente rocciosi e sabbiosi.

Il nome generico deriva dalla combinazione dei termini greci “xerόs” = secco e chrisόs = oro, con riferimento alle brattee cartacee di colore giallo delle infiorescenze; il nome specifico è il termine latino “bracteatus” = ricoperto di foglie d’oro, con analogo riferimento.

Nomi comuni: bracted strawflower, golden eternal flower, golden everlasting, paper daisy, paper flower, strawflower, straw daisy, yellow paper daisy (inglese); immortelle (francese); elicriso lucido, fior di carta, fiore di paglia (italiano); flor-de-palha, sempre-viva (portoghese); flor de paja, flor de papel, immortal, oropeles, siempreviva (spagnolo); garten-strohblume (tedesco).

Lo Xerochrysum bracteatum (Vent.) Tzvelev (1990) è una specie erbacea molto variabile, annuale o perenne di breve durata, con radice a fittone e fusti poco ramificati, prostrati o eretti alti 20-90 cm, ruvidi e ricoperti da minuscoli peli ghiandolari (cioè dotati all’apice di una ghiandola che secerne una sostanza spesso vischiosa).

Presenta foglie alterne sessili (senza picciolo) da ellittiche a oblungo-lanceolate, lunghe 2-10 cm e larghe 0,5-2 cm, verdi o grigio-verdi, ruvide, pubescenti e ricoperte anche loro da minuscoli peli ghiandolari.

Le infiorescenze terminali di 3-5 cm di diametro, su un peduncolo lungo circa 15 cm, sono i tipici capolini delle Asteraceae costituiti da una moltitudine di fiori sessili inseriti a spirale su una base tondeggiante, il ricettacolo, circondata da un involucro costituito da una serie di brattee cartacee, lucide, di colore giallo brillante, raramente bianco, in natura, spesso con striature rosse in quelle più esterne.

Queste brattee hanno la stessa funzione dei fiori dell’anello esterno, detti fiori del raggio, presenti nella maggioranza delle Asteraceae ma non in questa specie, quella cioè di attrarre l’attenzione dell’impollinatore, come fossero i petali di un singolo fiore.

Niente fiori del raggio, ma lucenti brattee bianche, gialle, rosa, rosse o porpora © Mazza

Niente fiori del raggio, ma lucenti brattee bianche, gialle, rosa, rosse o porpora © Mazza

Nelle numerose varietà selezionate negli ultimi due secoli, il colore delle brattee dell’involucro, oltre che giallo e bianco, va dal rosa, al rosso e al porpora.

All’interno, nel ricettacolo, si trovano i fiori, detti fiori del disco, tubulosi e di colore giallo.

In particolare nell’anello periferico i fiori sono femminili, mentre al centro, in numero nettamente maggiore, qualche centinaio, i fiori sono bisessuali.

I frutti, contenenti un solo seme e chiamati acheni (o più correttamente cipsele) nelle Asteraceae, sono giallastri, sottili, a sezione pressoché quadrangolare, di 2-4 mm di lunghezza e sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore, che ha la funzione di favorirne la dispersione, costituito da setole gialle ricoperte da microscopici rigidi peli.

Si riproduce facilmente per seme, coperto solo da un sottile strato di terriccio (la luce favorisce la germinazione), che germina in 1-2 settimane alla temperatura di 20 °C; la semina può essere effettuata a fine inverno in ambiente protetto, o direttamente a dimora in primavera.

Altrettanto facile è la riproduzione per talea, cui si deve ricorrere in ogni caso quando si vuole conservare una particolare varietà.

La specie presenta alcune particolarità che la differenziano dalla maggioranza delle Asteraceae che l’hanno resa subito popolare appena introdotta in Europa dall’Australia. In primo luogo mancano i fiori del raggio e la loro funzione è assunta dalle brattee dell’involucro, che sono numerose, distese a completa apertura, di colore brillante e di consistenza cartacea.

Ideale per le composizioni di fiori secchi, perché le bratee non perdono i colori © Mazza

Ideale per le composizioni di fiori secchi, perché le bratee non perdono i colori © Mazza

Ma ciò che ha più colpito è la lunga durata dei capolini secchi, diversi anni, con i colori delle brattee che si mantengono inalterati, e per tale motivo sono tra i più utilizzati nelle composizioni di fiori secchi.

Per il miglior risultato, i capolini vanno raccolti prima della completa apertura, privati delle foglie e fatti essiccare appesi capovolti in un ambiente buio, fresco e ventilato.

Indipendentemente da questo uso, sono piante molto apprezzate nei giardini, come bordure e aiuole fiorite in pieno sole, per la crescita veloce, la durata dei fiori sulla pianta e il lungo periodo di fioritura, che va dalla primavera all’autunno inoltrato; per la rifiorenza è utile rimuovere periodicamente i fiori secchi.

Si adatta a qualsiasi tipo di suolo, purché ben drenato, con annaffiature regolari in estate, ma lasciando asciugare prima di ridare acqua, essendo piuttosto suscettibile al marciume radicale per eccesso di umidità, infatti non gradisce i climi eccessivamente piovosi, ma quelli di tipo mediterraneo.

Le forme perenni non sopportano temperature già di qualche grado sotto 0 °C e si comportano, e vanno trattate, come annuali.

Coltivata in vasi o cassette, anche sospesi per le varietà a portamento strisciante, è una specie da non sottovalutare per la decorazione di balconi, terrazze e verande, in pieno sole e con eventuale aggiunta al terriccio di sabbia o agriperlite, intorno al 25%, per migliorarne il drenaggio.

Sinonimi: Xeranthemum bracteatum Vent. (1803); Helichrysum bracteatum (Vent.) Andrews (1805); Helichrysum lucidum Henckel (1806); Helichrysum chrysanthum Pers. (1807); Bracteantha bracteata (Vent.) Anderb. & Haegi (1991).

 

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