Sambucus racemosa

Famiglia : Adoxaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Sambucus racemosa

Nativo dell’Europa, Asia temperata settentrionale, Canada e Stati Uniti, Sambucus racemosa è presente da 800 a 2000 m d’altitudine © Pat Breen, Oregon State Univ.

Sambucus racemosa L., comunemente noto come sambuco rosso o sambuco montano, è originario dell’Europa, dell’Asia temperata settentrionale e dell’America settentrionale (Canada e Stati Uniti).

È presente nelle radure, ai margini dei boschi di faggio-acero, nei luoghi a mezz’ombra, nelle pietraie e lungo i pendii montani sino al limite della vegetazionale degli alberi da 800 a 2000 m di altitudine. Si può trovare nella fascia ripariale cioè lungo i corsi d’acqua e in genere forma macchie sparse, sebbene possa formare boschetti in alcune aree del suo areale (Utah settentrionale, Stati Uniti). S. racemosa spicca per il colore dei suoi frutti specie se accostato al verde scuro di abeti e pini o al verde più chiaro di faggi e dei frassini.

La specie in passato apparteneva alla famiglia Caprifoliaceae ma, a seguito di prove genetiche, è stata collocata nella nuova famiglia Adoxaceae. “Sambucus” è il nome usato da Plinio il Vecchio e da Lucio Giunio Columella e deriva dal greco “σαμβύκη” “sambúke” sambuca, strumento a corde fatto con il legno di sambuco; l’epiteto specifico “racemosa” deriva dal latino “racémus”, grappolo con riferimento alle infiorescenze racemose.

Sambucus racemosa è un arbusto o piccolo albero alto fino a 6 m con molti rami pubescenti, morbidi o leggermente legnosi aventi la corteccia bruno-violetta e lenticelle di 2 mm, allungate longitudinalmente, piuttosto chiare.

Sambucus racemosa

Arbusto o piccolo albero, alto fino a 6 m, ha radici profonde e talora fusti rizomatosi © Giuseppe Mazza

Le radici sono molto ramificate e si estendono fino a 1 m di profondità. Talora sono presenti rizomi.

Le foglie, lanuginose e verde chiaro nella pagina inferiore, sono opposte, decidue, brevemente picciolate, lunghe 10-25 cm, imparipennate formate da (3) 5 (7) foglioline, in genere picciolate, le inferiori talora sessili, ciascuna delle quali è lunga fino a 4-8 cm, in genere lanceolate e irregolarmente seghettate ai margini. Le foglie, se stropicciate, emanano un forte odore sgradevole.

All’estremità dei rami si forma l’infiorescenza che è una pannocchia di forma conica costituita da numerosi piccoli fiori che, quando chiusi, sono color rosa. Il calice è subnullo, glabro con 5 corti denti triangolari e la corolla è rotata, bianca, gialla o verdastra con 5 lobi ovato-arrotondati che, a maturità, sono più o meno riflessi. I fiori sono ermafroditi con antere ovoidali gialle che si formano prima o contemporaneamente alle foglie. I fiori si aprono in tarda primavera e inizio estate, sono profumati e visitati da colibrì e da farfalle.

Il frutto è una drupa color rosso brillante, talvolta viola, contenente da 3 a 4 noccioli di 3-3,5 mm. La disseminazione è operata dagli animali che ingeriscono i frutti e liberano i semi con le feci (disseminazione endozoocora).

Di S. racemosa esistono diverse sottospecie, varietà, forme e cultivar.

Sottospecie: S. racemosa subsp. kamtschatica (E.Wolf) Hultén, originario dell’Asia nord-orientale; S. racemosa subsp. pendula (Nakai) H.I.Lim & Chin S.Chang, originario della Corea; S. racemosa subsp. racemosa, originario dell’Europa; S. racemosa subsp. sibirica (Nakai) H.Hara, originario della Siberia; S. racemosa subsp. sieboldiana (Bl. ex Miq.) Hara, originario dell’Asia orientale (Hainan e Giappone).

Varietà: S. racemosa var. leucocarpa (Torr. & A. Gray) Cronquist, presente negli Stati Uniti occidentali; S. racemosa var. major (Nakai) Murata, originario del Giappone; S. racemosa var. melanocarpa (A.Gray) Mc Minn, originario degli Stati Uniti occidentali e del Canada occidentale, comprese le Montagne Rocciose e la Sierra Nevada. Forme: S. racemosa f. dissecta (Britton) Scoggan.

Sono tipiche del commercio vivaistico le seguenti cultivar: S. racemosa ‘Black Lace’ a foglie con margine dentato, di colore scuro, quasi nero; S. racemosa ‘Lemony Lace’ dal fogliame verde dorato, inizialmente rossastro; S. racemosa ‘Sutherland Gold’ con foglie verdi, inizialmente color bronzo. Quest’ultima cultivar è stata insignita dell’importante riconoscimento “RHS Award of Garden Merit” conferito dalla Royal Horticultural Society per la sua eleganza e resistenza alle basse temperature (< -20 °C).

S. racemosa è spesso adoperato in selvicoltura per stabilizzare il suolo e l’erosione grazie al suo fitto apparato radicale. Per i suoi frutti, molto ornamentali, si trova spesso nei giardini di montagna a formare siepi, bordure o come pianta isolata.

Sambucus racemosa

Il sambuco rosso è una specie tossica, ma i frutti cotti, tolti i semi, sono commestibili. Varie parti della pianta hanno virtù medicinali © Giuseppe Mazza

S. racemosa può essere propagato vegetativamente mediante talee dormienti di legno duro raccolte in autunno o in inverno e piantate su terreni umidi come “palificate vive”, oppure in primavera o estate da talee di radici o rizomi. Tutte le talee traggono vantaggio dall’uso di una soluzione ormonale radicante. Si può riprodurre anche facilmente mediante semi. Per una buona germinazione i semi secchi o freschi si pongono per 30-60 giorni in letto caldo e umido (20-30 °C) quindi per almeno 90-150 giorni in stratificazione fredda (5 °C). La semina è consigliata tra l’inverno e la primavera.

S. racemosa è una pianta velenosa ma, nella medicina popolare, trova impiego per le sue proprietà depurative, carminative, purganti e diuretiche. Le foglie fresche triturate riducono i gonfiori e le tumefazioni sierose se applicate sulle articolazioni. Tisane e decotti dei frutti essiccati si utilizzano tradizionalmente per combattere le infiammazioni intestinali. I frutti, privati dei noccioli tossici, possono esser mangiati solo se cotti. Contengono vitamina A e C e sono adatti per la preparazione di confetture e, dopo la fermentazione, acquaviti di qualità.

Sinonimi: Sambucus racemosa subsp. manshurica (Kitag.) Vorosch.; Sambucus racemosa var. pubens (Michx.) S. Watson; Sambucus racemosa subsp. pubens (Michx.) Hultén; Sambucus racemosa var. pubens (Michx.) Koehne; Sambucus racemosa f. pubens (Michx.) Voss; Sambucus racemosa var. racemosa; Sambucus racemosa f. rosiflora (Carrière) B. Boivin; Sambucus racemosa subsp. sibirica (Nakai) H. Hara; Sambucus racemosa var. sieboldiana Miq.; Sambucus racemosa subsp. sieboldiana Hara.

 

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